Opinioni

Imbroglio Superbonus, perché serve una commissione d'inchiesta: firma anche tu

L'incendio di Colli Aniene, in un palazzo a Roma dove erano in corso lavori per il Superbonus

Il Superbonus ha premiato gli imbroglioni. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani. Superbonus e bonus edilizi hanno avuto un impatto devastante sul debito pubblico. Lo ha ripetuto più volte il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. E l'impatto lo sentiremo anche nei prossimi anni: la più grande follia di finanza pubblica di sempre, l'ha definita l'economista Riccardo Trezzi

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Facciamo qualche conto, grazie ai dati spiegati negli approfondimenti di Today.it da Cesare Treccarichi. Al 9 aprile 2024, giorno della presentazione del Documento di economia e finanza del governo, i crediti edilizi accumulati ammontano già a 219 miliardi di euro. Ma è un dato provvisorio. Negli ultimi quattro mesi la spesa è infatti aumentata di oltre 40 miliardi. Soltanto da febbraio a marzo la cifra a carico dello Stato ha fatto un balzo record di 7,8 miliardi. È l'effetto dei procedimenti che via via vengono contabilizzati e diventano o diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico. Per noi comuni mortali è difficile immaginare cosa siano duecentodiciannove miliardi. Mettiamola così: significa che ciascuna famiglia italiana - che sono in tutto 25 milioni, compresi i giovani e i pensionati che vivono soli - ha oggi un nuovo debito di 8760 euro. Anche se non ha mai chiesto e ottenuto nulla dallo Stato.

Oltre 160 miliardi buttati in facciate

Da soli i Superbonus facciate, tra i quali la possibilità iniziale di ottenere dallo Stato il rimborso del 110 per cento del costo dei lavori, ammontano finora a 160,3 miliardi di euro: sono 6412 euro di nuovo debito per ciascuna famiglia. Vuol dire non avere più soldi per calmierare le tasse, sostenere altri settori dell'economia oltre all'edilizia, finanziare la ricerca scientifica e tecnologica, ridurre le liste d'attesa negli ospedali e riportare all'efficienza il servizio sanitario. Gli stessi soldi, se proprio si voleva sostenere l'economia italiana durante la recente pandemia, si sarebbero potuti impiegare per l'ammodernamento degli uffici pubblici e dei trasporti, la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la ristrutturazione degli edifici scolastici che, come hanno denunciato centinaia di studenti pochi giorni fa a Milano, continuano a cadere a pezzi (nella foto sotto, la protesta dei liceali milanesi davanti all'istituto Pascal a Città Studi).

Il secondo governo di Giuseppe Conte formato da Movimento5Stelle, Pd e Articolo Uno, il minipartito tenuto a battesimo da Massimo D'Alema, con il decreto rilancio del 19 maggio 2020, ha invece preferito destinare l'intero beneficio ai privati, senza alcun limite di reddito, né di utilizzo dell'immobile. Abbiamo così visto ristrutturare a spese dello Stato seconde e terze case di villeggiatura, da Courmayeur a Cortina d'Ampezzo. Lungo la Riviera del Conero, nelle Marche, grazie al Superbonus numerosi appartamenti ora hanno l'impianto di riscaldamento. La caldaia o la pompa di calore mancava non perché i proprietari fossero poveri indigenti, ma perché quelle case vengono abitate soltanto d'estate. Però così prevedeva la legge e quei cinquantamila euro in più regalati a quei proprietari per l'impianto di riscaldamento inutile li pagheremo tutti noi.

Avremmo riscaldato tutte le prime case

I ministri del governo Conte (foto sotto), tra i quali il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, attuale sindaco di Roma, avrebbero dovuto prevedere che il rimborso del 110 per cento del valore dell'intervento avrebbe avuto due effetti catastrofici sui conti pubblici. Il primo effetto: deresponsabilizzare i committenti dei lavori, cioè i proprietari degli immobili e gli amministratori di condominio, sul contenimento della spesa (tanto rimborsa lo Stato). Secondo: provocare un ulteriore aumento dell'inflazione sul costo dei materiali.

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Un esempio molto semplice. Rifare la facciata, senza cappotto termico, a una villetta unifamiliare in Lombardia subito prima della pandemia costava poco più di diecimila euro, manodopera e Iva comprese. Tra il 2021 e il 2022 per la stessa villetta sono stati richiesti 18 mila euro senza Iva soltanto per il noleggio del ponteggio.

I bonus edilizi, per percentuali minori, che da anni vengono rimborsati come credito d'imposta hanno avuto il merito di far emergere parte dell'economia sommersa. Ma il Superbonus è stato un finanziamento a pioggia, degno degli anni peggiori della Prima Repubblica. Un confronto, per capirci. Il più grande parco fotovoltaico negli Stati Uniti (ne abbiamo parlato qui) è costato l'equivalente di 1,6 miliardi di euro ed è in grado di alimentare 240mila abitazioni. Con i 160 miliardi che gli italiani dovranno pagare per rimborsare il Superbonus, lo Stato avrebbe quindi potuto potenzialmente finanziare 100 megaparchi fotovoltaici come quello americano, in grado di alimentare e magari riscaldare con energia solare 24 milioni di abitazioni: praticamente tutte le prime case italiane. È certo un paragone che non tiene conto dei problemi pratici. Ma rende bene l'idea: se avessimo investito le stesse cifre nel sole, saremmo diventati produttori di energia e tutta l'Italia ne avrebbe beneficiato.

Cappotti termici a rischio incendio

Questa smisurata risorsa l'abbiamo invece letteralmente data in gestione ad amministratori e imprenditori edili e spalmata sulle facciate di una piccola minoranza di abitazioni con il seguente risultato: con i 160 miliardi del Superbonus è stato ristrutturato poco meno del 4 per cento degli edifici residenziali e circa il 6 per cento dei condomini. Tra l'altro la mancanza di una clausola nel decreto del governo Conte, che richiedesse l'unanimità dell'assemblea condominiale, sta obbligando migliaia di proprietari ad affrontare costi accessori, anche se avevano dato voto contrario al progetto. Al debito pubblico si aggiunge così il debito privato delle famiglie rovinate dal Superbonus, perché non si potevano permettere la spesa.

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Non significa che tutte le persone, tutti gli amministratori e tutte le imprese che hanno aderito ai Suberbonus lo abbiano fatto per imbrogliare lo Stato. Hanno legalmente sfruttato le opportunità di una legge (secondo noi sbagliata), che è stata sostenuta sia da esponenti di sinistra, sia da esponenti di destra. Soprattutto nelle recenti campagne elettorali. Ma proprio la sua formulazione e l'insufficienza di controlli hanno tra l'altro permesso irregolarità colpose e vere e proprie truffe ai danni dello Stato per lavori mai eseguiti: quelle finora scoperte ammontano a un valore mostruoso di crediti richiesti per 16 miliardi (tanto quanto, secondo i preventivi, dovrebbe costare il ponte sullo Stretto di Messina). Senza contare il fatto che gran parte dei cappotti termici realizzati sono altamente combustibili (vedi la foto vicino al titolo). Abbiamo insomma qualche palazzo più efficiente, ma forse meno sicuro, come ha confermato a Today.it Davide Luraschi, presidente del collegio ingegneri e architetti di Milano e docente di Ingegneria della sicurezza antincendio al Politecnico di Milano.

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Proprio per questa distanza tra la scarsa qualità dei risultati raggiunti e le immani risorse impiegate - un debito che condizionerà l'Italia almeno per tutto il prossimo decennio e oltre - il Parlamento dovrebbe assumersi la responsabilità di fare chiarezza su quanto è accaduto e perché è accaduto. Dovrebbe spiegare agli italiani le ragioni di tanti, evidenti errori di previsione, chi si è arricchito. E come mai si sia deciso di favorire così ampiamente il settore edilizio, il più esposto alle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose e all'impiego di manovalanza irregolare, e non altri settori strategici della nostra economia. L'istituzione di una commissione d'inchiesta diventa così necessaria, di fronte alle gravi conseguenze che – smaltiti i fumi e le bugie della campagna elettorale tuttora in corso – tutti noi dovremo affrontare dal prossimo autunno. Se sei d'accordo, per favore firma qui sotto la petizione di Today.it su Change.org per chiedere a Camera e Senato l'istituzione di un commissione d'inchiesta che indaghi sugli imbrogli del Superbonus.

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