Ambiente

"Quelli della marea nera" tornano a perforare in mare

A quattro anni dal più grande disastro ambientale americano, la Bp torna nel Golfo del Messico: firmato il via libera a nuove trivellazioni. Ma l'accordo "avrà delle condizioni severe" per scongiurare nuovi incidenti

STATI UNITI - A quattro anni dal peggiore disastro ambientale della storia causato dall'esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, Bp potrà tornare nel Golfo del Messico a cercare petrolio e a competere per ottenere nuovi contratti di sfruttamento.

La compagnia petrolifera britannica ha infatti firmato un accordo con l'Environmental Protection Agency (Epa) che ha rimosso un divieto imposto nel 2012: quell'anno l'agenzia americana per la protezione ambientale concluse che Bp non aveva provveduto a risolvere problemi che hanno portato all'esplosione del 2010 che uccise 11 persone, riversando milioni di litri di petrolio nell'Oceano e contaminato centinaia di chilometri di spiagge.

Tuttavia il nuovo accordo - che avrà decorrenza da mercoledì 19 marzo - avrà delle condizioni severe: in materia di etica, governance aziendale e sicurezza. Per molto tempo Bp aveva combattuto nelle aule dei tribunali americani per rimuovere il blocco deciso dall'Epa: adesso potrà tornare a lavorare nel Golfo e a siglare contratti milionari. Questo potrebbe essere un passo importante per il rilancio della società, schiacciata da le ingenti spese sostenute 

IL COMUNICATO - "Dopo un lungo negoziato, Bp è felice di avere raggiunto una risoluzione, che crediamo essere giusta e responsabile", ha dichiarato John Mingé, presidente di Bp America. L'accordo "permetterà al più grande investitore energetico d'America di competere di nuovo per ottenere contratti federali e licenze". Epa ha garantito "tolleranza zero" per ogni forma di ritorsione contro dipendenti o appaltatori che solleveranno dubbi sulla sicurezza delle attività di del colosso britannico.


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