Animali

"Suini mutilati negli allevamenti per il prosciutto di Parma": la denuncia della LAV

Nuove immagini shock realizzate in un allevamento di suini. Le ha diffuse oggi la LAV e documentano gravi maltrattamenti, sovraffollamento di animali in uno spazio non idoneo, animali che presentano la mutilazione della coda. Roberto Bennati Vicepresidente LAV: "Sono immagini che testimoniamo condizioni inaccettabili per qualsiasi consumatore"

Nuove immagini shock realizzate in un allevamento di suini per la produzione del prosciutto di Parma. Le ha diffuse oggi la LAV e documentano gravi maltrattamenti, sovraffollamento di animali in uno spazio non idoneo, animali che presentano la mutilazione della coda (circostanza che evidenzia che tale pratica viene effettuata in forma routinaria in violazione della normativa); inoltre si evince che nessun materiale manipolabile è presente nelle aree di ingrasso. Condizioni igieniche precarie, evidenza di infezioni e malattie anche in stadio avanzato non curate, presenza di animali deceduti lasciati all’interno o in prossimità dei capannoni nei quali sono allevati gli animali. L’allevamento farebbe parte - secondo la nota della LAV - del circuito di produzione del Prosciutto di Parma.

“Non sarebbe la prima volta che vengono documentate condizioni tremende negli allevamenti di suini per la produzione del prosciutto e queste nuove immagini confermano che anche la produzione che lavora sotto il disciplinare del prosciutto di Parma, che, infatti, non prevede specifici requisiti relativi al benessere degli animali nel proprio disciplinare, in realtà non determinano condizioni di vita migliori. – dichiara Roberto Bennati Vicepresidente LAV – Sono immagini che testimoniamo condizioni inaccettabili per qualsiasi consumatore. Il Consorzio del prosciutto di Parma spieghi ora queste condizioni e chiarisca, inoltre, ai propri consumatori perché vengono effettuate mutilazioni come la castrazione senza anestesia, il taglio della coda di routine e la limatura dei denti”. 

ATTENZIONE IMMAGINI FORTI SCONSIGLIATE A UN PUBBLICO SENSIBILE

“In Europa, milioni di suinetti vengono castrati senza anestesia né analgesia; le loro code mozzate o cauterizzate, i loro denti troncati – afferma Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – Si tratta di una drammatica realtà a cui va messa fine, per questo chiediamo l’intervento del Ministro della Salute Lorenzin, attraverso il nuovo sito che richiama il problema a livello europeo https://www.endpigpain.eu/. Da tempo, e anche lo scorso anno, abbiamo denunciato pratiche davvero cruente, invasive e generalizzate, incredibilmente consentite dalla legge che se operate entro il settimo giorno di vita dei cuccioli non richiedono il ricorso all’anestesia né la presenza di un medico veterinario, e quindi vengono effettuate da semplici operatori dell’allevamento in una sorta di catena di montaggio: si prende il piccolo, si tagliano i testicoli, la coda o si troncano i denti, e si ributta l’animale nel recinto. Si stima che non vengano dedicati più di 30 secondi a maialino: nessuna sutura, nessuna medicazione delle ferite o sterilizzazione del bisturi, lo stesso usato per tutti, o della tenaglia, spesso usata per mutilare coda e denti: questa è la realtà su cui si fonda la discutibile eccellenza della produzione di prosciutto e di maiali destinati al macello”.

“Le mutilazioni oltre che evidentemente dolorose, espongono i suinetti al rischio di infezioni e di morte: eppure, queste pratiche possono essere evitate, ad iniziare da differenti modalità di allevamento, che eliminino la competizione dei suinetti per le mammelle – spiega Roberto Bennati – Inoltre, i suinetti maschi vengono castrati in modo doloroso per prevenire l’odore di verro, nella carne. La Federazione dei Veterinari Europei (FVE) e la Dichiarazione Europea sulle Alternative alla Castrazione Chirurgica dei Suini hanno chiaramente affermato che la castrazione chirurgica, se praticata senza anestesia e analgesia prolungata, è molto dolorosa anche se praticata in suinetti al di sotto della settimana di vita. Il taglio sistematico della coda così come la mozzatura dei denti sono illegali in Europa da oltre 20 anni, ma la norma è ampiamente disapplicata: il Ministro Lorenzin intervenga per mettere fine a questa sofferenza! Chiediamo un suo autorevole intervento affinché l’Italia applichi la Direttiva Suini per quanto riguarda gli arricchimenti ambientali e il divieto del taglio sistematico di coda e denti dei suinetti”.

La LAV stima che dall’entrata in vigore della nuova norma sull’allevamento dei suini siano oltre 2.8 miliardi gli animali che hanno subìto la mozzatura della coda, illegalmente. Secondo la Direttiva Europea CE 120/2008, che conferma una precedente Direttiva entrata in vigore nel 2003, la mozzatura della coda è vietata in maniera routinaria. La norma prevede una deroga nei casi di presenza di morsicature delle code in uno specifico allevamento, ma solo se tutte le altre misure di prevenzione non abbiano avuto effetti. Nella pratica, invece, si riscontra il taglio routinario della coda e la mancanza di misure di prevenzione, in modo pressoché generalizzato.

L’Italia non fa eccezione: anche nel nostro Paese milioni di maiali sono allevati in condizioni drammatiche. Secondo il Censimento Agricoltura ISTAT nel 2010 in Italia il 77% dei suini era allevato in stabilimenti con più di 2000 animali: oltre 7 milioni di suini in soli 1.187 stabilimenti, più della metà dei quali in Lombardia, mentre oltre l’84% dell’intera popolazione suina si concentra in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto.


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