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Covid: ora (anche) gli anziani rifiutano il vaccino. E i ricoveri aumentano

Tornano a impennarsi i contagi registrati negli ospedali, con le somministrazioni ferme al 4 per cento. Migliore (Fiaso): "L'età media dei pazienti è 77 anni"

Il Covid non è affatto debellato e nelle ultime settimane sono tornati a impennarsi i contagi registrati negli ospedali. A lanciare l’allarme è Giovanni Migliore, presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), che ha commentato la rilevazione sull’impatto di Sars-CoV-2 nelle strutture “sentinella” monitorate del Ministero della Salute.

Covid, il flop della campagna vaccinale

"I dati sui ricoveri - spiega - sono in linea con l'incremento dei contagi pari al 30 per cento indicato dal ministero: è il segnale che non bisogna abbassare la guardia. L'età media dei pazienti che arrivano in ospedale è di 77 anni e la campagna di somministrazione della dose stagionale di vaccino anti-Covid tra gli ultra 60enni è ferma al 4%. Nelle prossime settimane ci attendiamo una maggiore circolazione dei virus respiratori, occorre quindi ancora una volta rinnovare, soprattutto ad anziani e fragili, l'invito alla vaccinazione con la chiamata attiva da parte dei medici di medicina generale”.

Il balzo dei contagi

In una sola settimana - continua Migliore - il numero dei pazienti Covid ricoverati è salito del 32%. La ripresa del monitoraggio negli ospedali sentinella aderenti a Fiaso aveva segnato per cinque settimane consecutive numeri bassi e costanti con lievi oscillazioni del 2-3%. Nel periodo che va dal 14 al 21 novembre, invece, si è assistito a un balzo a due cifre. Si tratta esclusivamente di pazienti ricoverati nei reparti Covid ordinari; le terapie intensive, infatti, non registrano un aumento e sono stabili con numeri bassi. Il monitoraggio ha consentito di accertare come solo il 24% dei casi si riferisca a ricoveri Per Covid, ovvero con sindromi respiratorie tipiche del virus, mentre il restante 76% dei ricoveri riguarda pazienti con Covid, ovvero ricoverati per altre patologie e risultati positivi al tampone. Il Covid, dunque, ha aggravato le condizioni di salute di pazienti con altre patologie ma non è stata la causa principale dell’ospedalizzazione".

I sintomi della variante Eris

In questo momento la variante Sars-CoV-2 più diffusa in Italia è la Eris, ed è una sottovariante di Omicron. I sintomi più diffusi sono quelli di una normale influenza stagionale: mal di gola, tosse secca, congestione di naso e gola, mal di testa, senso di affaticamento, starnuti, dolori muscolari o articolari. Come per le altre varianti, in alcuni casi è stata registrata la perdita dell’olfatto e del gusto.

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