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Zona rossa, arancione e gialla: come possono cambiare i colori delle regioni il 3 maggio

Oggi come oggi Valle d'Aosta in arancione, Sardegna in rosso. Poi è solo il Sud a fare i conti con le maggiori restrizioni e chiusure. Una "macchia arancione" sulla mappa, mentre il resto d'Italia è in zona gialla e ha riaperto. Cosa succederà il mese prossimo?

C'è la Valle d'Aosta in arancione, la Sardegna in zona rossa. Poi il resto d'Italia in zona gialla da lunedì 26 aprile: tranne il Sud, che fa i conti con le maggiori restrizioni e chiusure. Una "macchia arancione" sulla mappa dell'Italia almeno fino a lunedì 3 maggio 2021. Che cosa può cambiare con il prossimo monitoraggio? Vediamo come stanno le cose.

I nuovi colori delle regioni: chi può passare in zona rossa, arancione o gialla il 3 maggio

Zona arancione e zona rossa: cosa può succedere col prossimo monitoraggio

Sono passate ieri - dopo il monitoraggio di venerdì - da rosso ad arancione Puglia (a lungo in bilico fra i due colori) e Valle d’Aosta che si aggiungono a Basilicata, Calabria, Sicilia. Al Sud i numeri sono ancora troppo alti per ammorbidire le misure.

In base alle ultime disposizioni e alle ordinanze del Ministro della Salute, si applicano le misure previste:

  • per la zona gialla alle regioni Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto e alle province autonome di Bolzano e di Trento;
  • per la zona arancione alle regioni Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta;
  • per la zona rossa alla regione Sardegna.

La Sicilia è in zona arancione, con diversi comuni “rossi” fino a mercoledì, a partire da Palermo, i ristoratori e le altre categorie colpite da chiusure prolungate tornano a farsi sentire. Come è avvenuto ieri in piazza a Enna, con i tavoli apparecchiati davanti alla Prefettura per la manifestazione “Mai più chiusi” che ha visto la partecipazione di oltre 200 manifestanti. L’ipotesi che a Palermo la zona rossa sia prolungata fino al 3 maggio esiste. 

Zona rossa Palermo, Orlando: "Siamo alla vigilia di una strage"

A Palermo si è registrata la maggior parte dei nuovi contagi di ieri in Sicilia, con 584 casi. Il commissario per l'emergenza Covid, Renato Costa, non alza i toni: "Si tratta di oscillazioni normali e che non destano particolari preoccupazioni". Ben diverso il commento del sindaco Leoluca Orlando: "Siamo alla vigilia di una strage". Non è dato sapere se una comunicazione impostata in questo modo così aggressivo sia particolarmente efficace, dopo un lungo anno di pandemia. In ogni caso il giallo non sembra all'orizzonte in Sicilia.

Devono attendere anche i balneari pugliesi. Hanno fatto sapere che quando la Puglia tornerà in giallo, "tutti gli stabilimenti balneari sarebbero già pronti a ripartire". Tutti, "inclusi quelli che non hanno il permesso a restare in piedi tutto l’anno (e rappresentano il 20% circa del totale), ma che – lo ha chiarito la Soprintendenza nei giorni scorsi – possono essere ricostruiti nei 15 giorni precedenti al primo maggio, primo giorno di validità del permesso edilizio a costruire, rinnovato ogni anno a partire da questa data". In realtà altri 7 giorni di zona arancione in Puglia la prossima settimana sono probabilissimi. Le norme sono chiare.

La Sardegna spera nella zona arancione con il prossimo monitoraggio

La Sardegna rimarrà in zona rossa per quanto? L'isola "ferma restando la possibilità di una nuova classificazione" - rischia di restare nella fascia con le misure più restrittive almeno sino al 10 maggio, si legge nell'ordinanza di Speranza. C'è la possibilità per la regione di tornare in fascia arancione (visto l'Rt attuale a 0.97), tenendo sotto controllo la curva epidemiologica, da inizio maggio.

La normativa è piuttosto chiara a riguardo: affinché possa esserci il passaggio in zona con meno restrizioni, con un conseguente alleggerimento delle chiusure, è necessario che la situazione di basso rischio permanga per almeno 14 giorni. Quindi la Sardegna, con il migliore degli scenari, torna gialla solo il 17 maggio 2021. In teoria solo Basilicata, Calabria, Sicilia possono passare in zona gialla dal 3 maggio. Ma i numeri non sono molto incoraggianti (in Basilicata ci sono molti comuni in zona rossa) e non è affatto scontato che ciò possa accadere: la nuova classificazione potrà forse cambiare le cose. I 14 giorni nella medesima fascia, prima di un allentamento delle misure, sono sempre un punto fermo. Venerdì ne sapremo di più. Quindi l'ultima a tornare in zona gialla in teoria sarà la Sardegna, a maggio inoltrato, se la curva dei contagi continuerà a scendere.

Da lunedì 26 aprile la Valle d'Aosta è tornata zona arancione. Confermato il miglioramento della situazione dei contagi che nella settimana dal 12 al 18 aprile, quella presa in considerazione per il più recente monitoraggio della Cabina di regia. Dal 10 maggio la Valle potrebbe essere di nuovo in zona gialla.

Le regole per le riaperture nelle regioni gialle

Tra le regioni gialle non ci sono limitazioni di viaggio, mentre da e verso le zone arancioni e rosse, saranno consentiti tramite la cosiddetta “certificazione verde”. Consentiti anche tutti gli altri spostamenti sul territorio regionale, comprese le visite a parenti, partner e amici, una volta al giorno, per massimo 4 persone oltre ai minori di 14 anni, tra le 22 e le 5. Nidi, asili, elementari e medie riprenderanno la didattica in presenza al 100%. Le scuole superiori, invece, dovranno garantire la didattica in presenza dal 70% al 100% della popolazione studentesca. I presidenti di regione potranno intervenire con ordinanze che sospendono la didattica in presenza solo in caso di rischio estremamente elevato di contagio. Le università garantiranno la regolare attività formativa per tutti gli anni di corso. Sono aperte biblioteche e aule studio. Si può tornare a consumare al tavolo nei bar e nei ristoranti, ma solo negli spazi all’aperto e entro gli orari stabiliti dal coprifuoco.

I contagi aumenteranno di sicuro nelle regioni in zona gialla?

"Le riaperture erano auspicate, richieste, desiderate, rende bene l’idea di una molla compressa che in qualche modo non deve esplodere. Ma io temo che un prezzo da pagare lo avremo con queste aperture e sarà un rialzo del numero dei casi. Non sarà immediato, siamo in una situazione buona, con i numeri al ribasso da cinque settimane circa ma purtroppo ancora tanti positivi che possono contagiare" ha detto ieri Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano e membro del Cts nella Regione Lombardia.

"Noi sappiamo perfettamente che aprendo in questo modo aumenterà il contagio e sicuramente avremo più morti" ha detto nei giorni scorsi il microbiologo Andrea Crisanti. Un eventuale peggioramento dei parametri sarà nel caso evidente solo tra qualche settimana.  "Riproporre le zone gialle, quelle arancioni e rosse, è continuare con un sistema infernale - avverte - ed è la dimostrazione che in un anno non si è trovata un'alternativa efficace e non si sono costruiti strumenti adeguati per contenere l'epidemia. Siamo sempre lì, con oscillazioni tra zone gialle e arancioni, nelle prime si apre e il contagio aumenta".

L'auspicio di tutti è che tali foschi scenari non si concretizzino, e che dagli ospedali continuino ad arrivare buone notizie, come accaduto da maggio 2020 in avanti per qualche mese. Nel caso di un aumento dei contagi a livello regionale, tra qualche settimana non si può escludere a priori la retrocessione in zona arancione di una o più regioni oggi in zona gialla. Il "sistema a colori" resta infatti in vigore e non c'è una data di scadenza, a parte la fine dello stato di emergenza fissata per il 31 luglio.


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