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Il Covid e le particelle in sospensione nell'aria, l'Oms ammette: la trasmissione non è esclusa

Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità "stanno emergendo delle prove in tal senso" che però "devono ancora essere interpretate"

EPA/JEROEN JUMELET via ANSA

"La possibilità di trasmissione di Sars-CoV-2 per via aerea in luoghi pubblici particolarmente affollati non può essere esclusa". A dirlo è Benedetta Allegranzi, responsabile per il controllo delle infezioni dell’Oms, dopo che ieri 239 scienziati di 32 Paesi diversi avevano lanciato un appello all'organizzazione mondiale della sanità chiedendo di rivedere le linee guide sui contagi facendo riferimento proprio al contagio aereo causato dalle celeberrime 'droplet'.

Fino ad oggi si pensava che il Covid venisse trasmesso solo dalle goccioline del respiro e dunque in spazi piuttosto ristretti, ma ora l’Oms non esclude che - così come sostenuto dagli scienziati che hanno firmato la lettera-appello - un ruolo rilevante possano giocarlo anche goccioline più piccole, capaci di rimanere in sospensione nell’aria.

"Riconosciamo che stanno emergendo delle prove in tal senso e di dover essere aperti a questa possibilità e alle sue implicazioni, nonché alle precauzioni che devono essere adottate" ha detto Allegranzi, precisando tuttavia che "le prove a sostegno di questa ipotesi devono ancora essere raccolte e interpretate".

Nel suo ultimo aggiornamento sul coronavirus, diffuso il 29 giugno, secondo l'Oms la trasmissione aerea del virus è possibile solo dopo procedure mediche che producono aerosol o goccioline inferiori a 5 micron. Una corretta ventilazione e maschere N95 (Ffp2) sarebbero essenziali solo in tali circostanze, mentre l'Organizzazione ha fortemente promosso l'importanza del lavaggio delle mani come strategia di prevenzione primaria. E questo, si legge nella lettera dei 239 scienziati, anche se ci sono prove limitate per la trasmissione del virus attraverso le superfici.

La raccomandazione dell’Oms è quella di garantire comunque un’adeguata ventilazione nei luoghi chiusi e, soprattutto, rispettare le misure di distanziamento sociale. Qualora ciò non fosse possibile "si consiglia di indossare una mascherina". Se dovessero emergere delle prove circa l’effettivo ruolo delle droplet nel veicolare il contagio, l’Oms dovrà rivedere le proprie linee guida. Ma è ancora presto per avere certezze.


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