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Come vanno le cose col Covid

Dal 14 al 20 dicembre ci sono stati 425 decessi (in netto aumento rispetto alla settimana precedente), ma la situazione negli ospedali è ampiamente sotto controllo

Foto di repertorio

I casi di coronavirus tornano ad aumentare. E puntualmente salgono anche i decessi. Secondo l'ultimo report del ministero della Salute nell'ultima settimana si sono registrate oltre 60mila infezioni, con una variazione +7,2% rispetto alla settimana precedente (56.404), e 425 decessi, +34,5% rispetto a 7 giorni fa. I dati si riferiscono al periodo tra il 14 e il 20 dicembre. 

Il tasso di occupazione in area medica relativo al 20 dicembre è pari all’11,8% (7.360 ricoverati) rispetto all'11,9% (7.426 ricoverati) del 13 dicembre, mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva relativo al 20 dicembre è pari al 3,1% (276 ricoverati), rispetto al 2,7% (240 ricoverati) del 13 dicembre. Insomma, al momento la situazione negli ospedali è sotto controllo. 

"Se non si registra un forte incremento dei casi e dei ricoveri Covid, il dato sui decessi, 425 nell'ultima settimana con +34,5%, ci preoccupa" dice all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). "Un numero che sommato alle altre settimane di dicembre porta già ad oltre 1.000 il totale in questo mese. Un incremento costante da ottobre che non può lasciare indifferenti e ci deve richiamare a una maggiore attenzione per il Natale. Gli anziani, i fragili e gli immunodepressi devono fare il vaccino anti-Covid aggiornato". 

Ma chi muore oggi di Covid? "Over 80 sicuramente non vaccinati, visto che sono pochi quelli che si sono immunizzati" dice Andreoni. "C'è la necessità, lo ripetiamo da mesi, di procedere speditamente sulle vaccinazioni soprattutto dei soggetti fragili. Ma c'è anche la questione degli antivirali - avverte - che si usano poco in questa fascia di pazienti anziani, mentre sono indicati proprio per non far progredire la patologia grave Una cosa oggi inaccettabile visto che la terapia funziona".

La nuova variante Jn1

Intanto è emersa un'altra variante del virus che desta qualche preoccupazione. Si chiama Jn1 ed è in realtà una sottovariante del ceppo denominato "Pirola", al momento prevalente. 

Jn1 non preoccupa tanto per gli effetti dell'infezione, ma per la sua rapida capacità di diffusione: "Sulla base delle evidenze disponibili, il rischio aggiuntivo per la salute pubblica globale rappresentato da JN.1 è attualmente valutato come basso" ha spiegato l'Oms, aggiungendo che "nonostante ciò con l'inizio dell'inverno nell'emisfero settentrionale, JN.1 potrebbe aumentare il carico di infezioni respiratorie in molti Paesi". 


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