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Vaccinazione anti Covid a rilento, il ministero striglia le Regioni

Inviata una circolare chiedendo di accelerare con i medici di famiglia, i pediatri e le farmacie le procedure per le vaccinazioni

Vaccini contro il Covid - foto LaPresse

Il Covid sembra un ricordo lontano e anche le vaccinazioni procedono a rilento. Troppo. Tanto che il ministero della Salute ha inviato una circolare alle Regioni chiedendo di accelerare con i medici di famiglia, i pediatri e le farmacie le procedure per le vaccinazioni.

"Tenuto conto che l'andamento dell'attuale campagna vaccinale anti Covid-19 vede ancora un ridotto numero di vaccinazioni" e che arrivano alla direzione generale della prevenzione del ministero della salute, sin dall'inizio della campagna 2023-24, segnalazioni da parte dei cittadini in merito a difficoltà di accesso alla vaccinazione", il ministero con raccomanda di "implementare le più opportune misure organizzative, con particolare riferimento alla collaborazione operativa dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e delle farmacie, atte a garantire una maggiore offerta attiva della vaccinazione alle persone a rischio di sviluppare forme gravi della malattia".

Nella circolare, firmata dal direttore generale Francesco Vaia, "si raccomanda, inoltre, di rafforzare le attività di comunicazione e informazione e di rendere possibile ai cittadini la prenotazione della vaccinazione anti Covid-19 tramite piattaforma regionale online. Infine, in risposta alla richiesta di chiarimenti da parte di alcune Regioni/PA sul consenso informato alla vaccinazione Covid-19, si rappresenta che per lo stesso possono essere utilizzate le procedure regionali già previste per le altre vaccinazioni".  

"Sarebbe opportuno - commenta il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e odontoiatri d'Italia) Filippo Anelli - che le Regioni rendessero pubbliche le modalità di offerta delle vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali, in maniera da informare i cittadini sulle possibilità di aderire alla campagna vaccinale e sui luoghi di somministrazione dei vaccini".

Secondo Anelli "C'è una stanchezza generale nei confronti delle vaccinazioni, serve una spinta sul piano comunicativo. I medici che sono impegnati nelle vaccinazioni stanno facendo un'attività di priorità partendo dai più fragili. Il ministero ha tutte le possibilità per monitorare la situazione, per capire le modalità delle Regioni e per far conoscere ai cittadini le disponibilità. Le dosi ci sono".

Secondo il bollettino settimanale diffuso dal ministero della Salute, relativo al periodo 26 ottobre-1 novembre, in Italia il tasso di positività al Covid-19 è salito al 13,3%, 0,8 punti percentuali in più rispetto alla settimana precedente, quando era a quota 12,5%. Nella settimana presa in esame sono stati effettuati 206.098 tamponi, il 7,8% in meno rispetto alla settimana precedente. Stabile l'impatto di Covid sugli ospedali in Italia. Il tasso di occupazione in area medica è pari a 5,8% (3.620 ricoverati) rispetto a 5,7% (3.546 ricoverati) al 25 ottobre. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è pari a 1,2% (102 ricoverati) rispetto a 1,3% (111 ricoverati) al 25 ottobre.  

Chi deve vaccinarsi contro il Covid

Le categorie per le quali il ministero della Salute raccomanda una dose di richiamo del vaccino:

  • Persone di età pari o superiore a 60 anni;
  • Ospiti delle strutture per lungodegenti;
  • Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento;
  • Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;
  • Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di Covid grave;
  • Familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità.

La dose di richiamo è raccomandata a distanza di 6 mesi dall’ultima dose di vaccino anti-Covid ricevuta o dall'ultima infezione (data del test diagnostico positivo), a prescindere dal numero di dosi ricevute o di diagnosi di infezione.

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