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Tutto quello che potremo fare nelle "nuove" farmacie, che cambiano anche nome

Secondo il disegno di legge Semplificazioni, le farmacie diventano "di servizi". Potranno somministrare tutti i tipi di vaccini, ma non solo. Cosa cambia per i cittadini

Foto archivio LaPresse

Si potrà andare in farmacia per scegliere il medico di base o il pediatra, ma anche per vaccinarsi non solo contro Covid o influenza. È destinato ad ampliarsi ancora l'elenco dei servizi che saranno erogati dalle farmacie. Lo stabilisce il disegno di legge (ddl) semplificazioni approvato dal Consiglio dei ministri del 26 marzo. Si tratta di un provvedimento che tocca più temi, dalla scuola alla salute passando per la giustizia. Il testo dovrà passare al vaglio del Parlamento, che potrà apportare delle modifiche.

In particolare il disegno prevede che l'erogazione di prestazioni del Servizio sanitario nazionale possa avvenire in locali separati dalla sede "principale". Nuova anche l’insegna: accanto alla tradizionale croce verde comparirà la scritta "Farmacia dei servizi".

Se il ddl passerà l'esame di Camera e Senato così come pensato oggi, le farmacie potranno fornire dispositivi medici necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale; potranno eseguire i test detti "di prima istanza" (test per glicemia, colesterolo emoglobina, urine, ndr) non più limitate all'autocontrollo. Non solo: i farmacisti, appositamente formati, potranno somministrare tutti i vaccini individuati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale purché gli assistiti abbiano almeno 12 anni. E ancora in farmacia sarà possibile effettuare i test diagnostici per il contrasto all'antibiotico-resistenza; scegliere il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta tra quelli convenzionati con Servizio sanitario regionale. Due o più farmacie, di proprietà di soggetti differenti, potranno esercitare in comune i servizi sanitari.

Le farmacie sono quindi destinate a un'ulteriore trasformazione, già avviata da oltre 10 anni. I primi decreti che autorizzavano nuove prestazioni risalgono al 2010. 

"La semplificazione è un percorso necessario per rendere la pubblica amministrazione più veloce ed efficiente – sottolinea il ministro Paolo Zangrillo – e contribuire così allo sviluppo del Paese. Stiamo lavorando intensamente per migliorare tutti quei meccanismi, quelle procedure, quelle regole che disciplinano il rapporto con i nostri utenti, trasformando la burocrazia da ostacolo in opportunità, in una logica di confronto, di dialogo e di ascolto delle istituzioni e delle associazioni di categoria. Un metodo condiviso che rappresenta la vera novità di questa azione".

"Accogliamo con soddisfazione la decisione del Governo di ampliare le prestazioni che potranno essere effettuate dai farmacisti di comunità", dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi). Il provvedimento "è un importante passo in avanti per avvicinare la sanità ai cittadini e rendere il servizio sanitario più efficiente ed accessibile - continua- soprattutto sul fronte della prevenzione, anche grazie al rafforzamento della telemedicina e in una logica di collaborazione con i medici e gli altri professionisti sanitari" e "riconosce al farmacista il ruolo decisivo svolto durante gli anni difficili della pandemia, che ha rappresentato uno spartiacque decisivo per il Paese e per il suo servizio sanitario nazionale". L'auspicio per la Fofi è ora che l'iter parlamentare "possa portare in tempi rapidi all'approvazione del disegno di legge".


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