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La naturalezza con cui il senatore Gasparri definisce prostituita la mamma di chi non la pensa come lui

Noto più per l'attitudine agli insulti che per la leadership politica, sui social ne ha una per tutti. E con l'ultima bagarre vince il Premio del Gran Signore

Maurizio Gasparri

"Come ti chiami, sacco di lardo? D'ora in poi tu sarai Palla di lardo". Era il 1987 quando Stanley Kubrick, nel film 'Full Metal Jacket', diede vita al Sergente Hartman, una delle più grandi canaglie della storia del cinema, sdoganando sul grande schermo il tema del bullismo. Vent'anni dopo, con l'avvento dei social network, la realtà - come spesso accade - ha superato la fantasia. 

La naturalezza con cui il senatore Gasparri definisce prostituita la mamma di chi non la pensa come lui

Nei panni del temibile Sergente Hartman, con lo smartphone al posto del manganello, Maurizio Gasparri. Sì, proprio lui, il senatore di Forza Italia che nel 2014, quando ricopriva la carica di Vice Presidente del Senato, chiedeva agli illustri colleghi di utilizzare "un linguaggio più adeguato all'aula", per poi rivolgersi su Twitter a una fan di Fedez (il suo acerrimo nemico "colorato", come ama definirlo lui), allora minorenne, in modo garbato ma soprattutto consono a una giovane donna di quell'età: "Meno droga, più dieta, messa male". Insomma, un 'palla di lardo' 2.0. 

Il valzer dell'insulto

"Demente", "scarto", "feccia", "sterco", "inglesi coglioni" - twittato dopo la vittoria della nazionale di Prandelli ai Mondiali del 2014 - "intelligenza peggio dell'aspetto" (e due!), "drogato" e altri epiteti degni della bocca di un rappresentante delle istituzioni: il dizionario degli insulti di Gasparri, che ha radici antichissime, si amplia di anno in anno ed è sempre in continua evoluzione. Altro che Treccani. Un valzer in cui l'ultima dama del galante senatore è una signora di 70 anni, che si è presa inconsapevolmente della prostituta, macchiata dell'ignobile colpa di aver generato un figlio che ha osato contestare su Twitter il 'Sergente' della politica italiana. Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo all'11 settembre, quando - mentre la stragrande maggioranza degli esponenti politici, senza distinzione di casacca, ricordava l'attentato alle Torri Gemelle di New York - il nostro ufficiale gentiluomo era concentrato nell'ennesima zuffa social con Luca Bottura, altro suo storico rivale. "#Bottura, quando la demenza precoce diventa un dovere" ha twittato Gasparri. E niente, appena si muove "pesta una merda", come gli fanno notare in tanti. Uno su tutti: "Io ho nome, cognome e faccia. E un padre che si è ammalato di demenza precoce e di una variante degeneratica dell'Alzheimer che lo ha portato a una morte orrenda e straziante. Vorrei che nessuno, tantomeno un senatore, usasse queste o altre malattie per insultare gli altri".

Non contento della figuraccia (la caduta di stile, ormai, è bella che archiviata), Gasparri risponde pure: "Tutti abbiamo parenti malati. I vermi anonimi in rete vanno identificati, come facciamo con @poliziadistato e denunciati". Signorsì signore? Neanche per scherzo. Su Twitter è rivoluzione contro l'Hartman de noattri. "E comunque mi piace l'odore del merdone pestato al mattino (semicit.). Che misero personaggio, pensare che sei un nostro dipendente" ha tuonato un utente, e qui il genio: "Tu vai a prendere mamma tua, ha lavorato tutta la notte in strada a 70 anni". 

Quanta eleganza, da vero signore della Repubblica Italiana. Se la naturalezza con cui dà della prostituta a un'ignara settantenne non denota una conoscenza del mestiere, dimostra senza ombra di dubbio una certa dimestichezza con la maleducazione. Stipendiata. Per il resto, solo chiacchiere e distintivo.


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