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Influenza peggio del Covid? Cosa dicono gli ultimi dati (e le regioni più colpite)

Un milione di italiani a letto. L'incidenza si mantiene altissima: 17,5 casi ogni mille abitanti. L'infettivologo: "Negli ospedali più casi gravi per sindrome influenzali che per il coronavirus"

Foto di repertorio

Sono stati più di un milione i casi di influenza in Italia nell'ultima settimana del 2023. A dirlo è l'ultimo bollettino della sorveglianza RespiVirNet diffuso oggi dall'Istituto superiore di sanità. Secondo il report, gli italiani a letto con sindromi influenzali tra Natale e Capodanno sono stati per la precisione 1.027.000 con un'incidenza pari 17,5 casi per mille assistiti (contro i 17,7 della settimana precedente).

Nella settimana compresa tra il 25 e il 31 dicembre 2023, l'Iss conferma che "la curva epidemica delle sindromi simil-influenzali mostra un valore dell'incidenza mai raggiunto nelle stagioni precedenti". In cinque regioni l'incidenza è stata classificata come "molto alta". Si tratta di Campania (24,51), Friuli-Venezia Giulia (23,69), Umbria (22,93), Abruzzo (21,76), Toscana (19,94). Mentre Valle d’Aosta e Calabria non hanno attivato la sorveglianza RespiVirNet.

Dall'inizio della stagione gli italiani colpiti sono circa 6.719.000. "Si sottolinea - spiega l'Iss - che a tale aumento concorrono diversi virus respiratori e non solo quelli dell'influenza, sebbene la circolazione di questi ultimi sia in ascesa". L'incidenza è in "lieve aumento solo nei bambini al di sotto dei 5 anni - riporta il bollettino - fascia d'età in cui è pari a 48,7 casi per mille assistiti (47,5 nella settimana precedente)", stabile invece l'andamento negli adulti e anziani.

Tra i campioni risultati positivi, il 22% ha dato responso di positività al  Sars-CoV-2, l’11% al Virus respiratorio sinciziale (Rsv), il 37% all'influenza A, "mentre i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori". 

"Virus influenzali ormai prevalenti, impossibile prevedere il picco"

"L'incidenza delle sindromi simil influenzali si mantiene alta, spinta dai diversi virus circolanti in questo periodo" commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento Malattie infettive dell’Iss. "L'analisi dei campioni positivi - spiega Palamara - mostra che i virus influenzali sono ormai prevalenti, anche se rimane una quota rilevante di Sars-CoV-2 e di virus respiratorio sinciziale, che provoca bronchioliti soprattutto nei più piccoli. Sebbene sia impossibile prevedere esattamente quando si arriverà al picco dei casi, è ipotizzabile una circolazione sostenuta anche nelle prossime settimane, facilitata dalla riapertura delle scuole". .

Oltre alla vaccinazione per i soggetti fragili, Palamara raccomanda di "non assumere antibiotici, inutili in caso di infezioni virali, se non su indicazione del proprio medico, e di recarsi al pronto soccorso solo se strettamente necessario". 

Se l'influenza dilaga il Covid dà qualche segno di resa. Nella settimana compresa tra il 28 dicembre e il 3 gennaio i casi sono diminuiti del 5,5% anche se il numero dei decessi è stato piuttosto alto, 371 (+33%). I numeri arrivano dal bollettino aggiornato del ministero della Salute diffuso venerdì 5 gennaio. In calo anche i ricoveri. Il tasso di occupazione in area medica al 3 gennaio è pari al 10,1% (-0,9) rispetto alla settimana precedente, mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva è del 2,8% (-0,4%).

Falcone (Simit): "Negli ospedali più casi gravi per influenza che per il Covid"

"Bene i casi e i ricoveri in calo per il Covid" spiega all'Adnkronos Marco Falcone, segretario della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), che sottolinea anche come i dati sui decessi siano "in ritardo di 2-3 settimane". Si tratta di "persone anziane e fragili colpite dalla malattia nel periodo di massima diffusione del virus che abbiamo registrato 20 giorni fa" sottolinea il virologo. Secondo Falcone "i dati dimostrano una sola cosa: che il Covid è ancora associato al rischio di morte per le categorie a rischio. Tuttavia, sottolinea, "in questo momento negli ospedali abbiamo più casi gravi per influenza che per Covid". Da adesso in poi, conclude, "mi aspetto un progressivo calo delle infezioni da SarS-CoV2, essendoci stata una fase epidemica importante. Viceversa, per l’influenza ancora il picco non lo abbiamo raggiunto".


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