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Che c’entra la maternità surrogata con i figli delle coppie gay?

È braccio di ferro tra sindaci e ministero. Cosa succederà ora

Che c’entra la maternità surrogata con i figli delle coppie gay?

Maternità surrogata e diritti dei figli delle coppie gay. Il dibattito politico è infervorato, l'opinione pubblica spaccata, le famiglie arcobaleno sono scese in piazza a gridare "Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie?". Ma cosa sta succedendo? 

A metà marzo il ministro dell'Interno Piantedosi ha inviato al Comune di Milano una circolare per bloccare la trascrizione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali perché - a detta del ministero - equivarrebbe a riconoscere la maternità surrogata, che in Italia è reato. Il sindaco Sala non ci sta e non ci stanno tanti altri sindaci, da Roma a Firenze. La replica della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, è netta e di fatto chiude al confronto: "C'è una sentenza della Cassazione molto precisa che dice determinate cose". Qual è questa sentenza e cosa c'entra l'utero in affitto?

Facciamo un piccolo passo indietro. Tutto nasce con la bocciatura al Senato del certificato europeo di filiazione, un documento unico - proposto dalla Commissione europea - affinché la genitorialità in uno stato membro fosse riconosciuta anche negli altri. Bruxelles ha chiarito che l'intento è esclusivamente quello di far rispettare i diritti dei bambini - a prescindere se figli di coppie gay o etero - nel passaggio da un Paese Ue all'altro, ma la risposta del Senato è stata categorica: no a un certificato che potrebbe rappresentare una sanatoria nel nostro Paese per pratiche vietate come la maternità surrogata. 

Dopo la bocciatura del certificato di filiazione (che, lo ricordiamo, deve ancora essere vagliato dal Parlamento europeo), un ulteriore chiarimento è arrivato dal Garante italiano per l'infanzia, Carla Garlatti, che in una audizione al Senato ha ribadito come la proposta della Commissione Ue non agevola il ricorso alla maternità surrogata perché "non comporta un riconoscimento automatico della paternità o della maternità, ma è in linea con quanto è stato affermato dalla giurisprudenza italiana, compresa quella costituzionale, allo scopo di garantire comunque la tutela del minore nato da maternità surrogata. Minore su cui non devono ricadere le conseguenze delle scelte dei genitori".

E ora torniamo al braccio di ferro tra il sindaco di Milano Sala e il ministero dell'Interno, perché Piantedosi non solo ha decretato lo stop dei certificati dei figli di due padri nati all'estero con maternità surrogata - in linea con la decisione del Senato sul certificato di filiazione - ma anche dei figli di due madri nati in Italia. La famosa sentenza della Cassazione - a cui si appella anche la ministra Roccella - riguarda un caso di utero in affitto e ribadisce che l'ordinamento italiano non consente il ricorso ad operazioni di maternità surrogata, indicando l'adozione in casi particolari come strada da seguire per il riconoscimento della doppia genitorialità. Non parla di bambini con due madri, di cui una delle due ha portato avanti la gravidanza.

Insomma parole, quelle della Cassazione, che lasciano poco spazio ai dubbi: un conto è l'utero in affitto, un altro i diritti dei bambini, che vanno tutelati e non possono pagare lo scotto - e la confusione - del dibattito politico.

Riprese e montaggio Alberto Pezzella, Today.it


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