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Morto un volontario che si era sottoposto ai test per il vaccino anti Covid

La sperimentazione clinica del vaccino COVID-19 sviluppato da AstraZeneca e Oxford University non verrà interrotta

È morto un volontario che si era sottoposto al sperimentazione clinica del vaccino COVID-19 sviluppato da AstraZeneca e Oxford University. L'annuncio dell'autorità sanitaria brasiliana Anvisa. L'Università Federale di San Paolo, che sta aiutando a coordinare gli studi clinici di fase 3 in Brasile, ha affermato che il volontario era brasiliano e apparterrebbe al gruppo di controllo cui non viene iniettato il vaccino anti-coronavirus.

L'Università di Oxford ha spiegato che la sperimentazione del suo candidato vaccino continuerà anche dopo la morte di un volontario spiegando che una revisione indipendente non ha rivelato problemi di sicurezza. "A seguito di un'attenta valutazione di questo caso in Brasile, non ci sono state preoccupazioni sulla sicurezza della sperimentazione clinica e la revisione indipendente ha raccomandato che la sperimentazione continui", ha detto un portavoce dell'università in una nota riportata dall'agenzia Reuters.

La sperimentazione brasiliana del candidato vaccino COVID-19 dell'Università di Oxford e di Astrazeneca sarebbe stata sospesa se il volontario morto fosse stato parte del braccio attivo, ha detto mercoledì una fonte a conoscenza della situazione. Il commento suggerirebbe che il volontario faceva parte del gruppo di controllo comparativo, a cui viene somministrato il vaccino per la meningite. Il tutto avviene in un meccanismo di doppio cieco: ai partecipanti ai trial e agli investigatori non viene infatti riferito in quale gruppo si trovino.

++ notizia aggiornata alle 20:40 con i chiarimenti dell'università di Oxford ++ 

I risultati della finale fase 3 sono attesi nelle prossime settimane. E proprio su questo vaccino, che sembrerebbe essere tra i più vicini al traguardo se non ci saranno imprevisti, si concentrano molte speranze. Un prototipo sarà convalidato entro la fine di quest'anno, ha annunciato oggi il vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Ranieri Guerra. E una conferma è giunta pure dal presidente del centro di ricerca Irbm di Pomezia Piero Di Lorenzo, che ha assicurato, sempre al netto di imprevisti, la disponibilità delle prime dosi entro dicembre, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Intanto si fa sempre più calda la corsa al vaccino. Come scrivevamo sono già disponibili due vaccini, uno russo e uno cinese, che sono già stati somministrati alla popolazione ancor prima della fine di test clinici di terzo livello, quelli più completi e ritenuti necessari per la sicurezza. Ma non solo: fonti ascoltate da Today.it specificano che il vaccino è già stato comprato e somministrato in Arabia Saudita e negli Emirati. Questione anche di prezzo visto che la doppia dose ha un prezzo che si aggira oltre i 330 euro.

Il vaccino russo

Vladimir Putin prevede che il fatturato del vaccino russo contro il Covid-19 possa raggiungere i 100 miliardi di dollari. "Secondo i dati preliminari degli esperti - scrive l'agenzia di stampa statale russa Tass - il fatturato di questo vaccino sul mercato mondiale è stimato in circa 100 miliardi di dollari, il fatturato annuo", ha detto il leader del Cremlino in un incontro con i membri del consiglio d'amministrazione dell'Unione russa degli industriali e degli imprenditori. Il presidente russo si è rivolto agli imprenditori impegnati nella produzione dei vaccini affinché "amplino il lavoro" per la produzione della necessaria quantità di vaccini russi contro il coronavirus. "Presto sarà registrato il terzo vaccino, tutti lavorano, lavorano in modo efficace, le persone ne hanno bisogno, questo è un buon business".

Il vaccino cinese

Intanto in Brasile è scontro tra il presidente di estrema destra brasiliano, Jair Bolsonaro, e il governatore di San Paolo, Joao Doria, sulla gestione della pandemia: il capo di Stato ha ordinato la cancellazione dell'accordo stretto tra il ministero federale della Salute e lo Stato di San Paolo per l'acquisto di 46 milioni di dosi del vaccino cinese contro il Covid-19, CoronaVac, nell'ambito di un programma di immunizzazione che potrebbe cominciare gia' nel gennaio 2021. "Non c'è alcuna giustificazione a un contributo finanziario miliardario a un farmaco che non che non ha superato ancora la fase dei test".

Ad annunciare l'accordo sul vaccino cinese, ieri, era stato proprio il governatore Doria, con cui il presidente negazionista del Covid si è sempre scontrato per via di un approccio più severo al controllo della pandemia. I primi risultati dello studio clinico "provano che, tra tutti i vaccini, il CoronaVac è il più sicuro", aveva dichiarato Doria. Ex alleato di Bolsonaro e possibile candidato alle presidenziali del 2022, il governatore dello Stato più ricco e industrializzato del Brasile è un ferreo difensore dell'obbligatorietà del vaccino, quando sarà disponibile. Il Brasile avuto quasi 5,3 milioni di casi Covid - il terzo Paese con i numeri più alto al mondo dopo Stati Uniti e India - ed è secondo solo agli Stati Uniti in termini di decessi, con quasi 155 mila morti.

Coronavirus, il bollettino di oggi mercoledì 21 ottobre: 15.199 nuovi casi e 127 morti


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