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Michela Murgia ci mostra perché serve il servizio sanitario nazionale

Il racconto della scrittrice sarda visto da un'altra prospettiva

Michela Murgia ci mostra perché serve il servizio sanitario nazionale

Fate caso al particolare di questa foto postata online dalla scrittrice sarda. Da qualche giorno Michela Murgia ha iniziato a raccontare della sua malattia, un carcinoma renale al quarto stadio, togliendosi di dosso parole come “lottare”, “combattere” o come “nemico da distruggere”. La donna dichiara di curarsi con un'immunoterapia a base di biofarmaci che non attaccherebbero la malattia ma stimolano la risposta del sistema immunitario. Cure, che lei stessa eseguirebbe in casa con un costo elevatissimo, ovvero parliamo di prestazioni da 9.600 euro.

Ed è così che il racconto di Michela Murgia ci mostra ancora una volta a cosa serva il servizio sanitario nazionale. Cura ma anche prevenzione, costosissima. Talmente costosa che altera il diritto alla salute in un privilegio. Sono i prezzi di un’autonomia differenziata, quella del decreto Calderoli, che rischia di spezzare ancor di più il Paese, anche in termini sanitari.

Il decreto Calderoli trasforma il diritto alla salute in privilegio

Da anni le tre regioni che chiedono di accelerare sul decentramento, invocando maggiore autonomia, sono proprio quelle che erogano i migliori servizi sanitari ovvero Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. La stessa SITI, Società Italiana Igiene Medicina Preventiva e Sanità, chiede di impiegare al meglio le risorse del sistema sanitario nazionale puntando sulla prevenzione delle malattie.

Riprese e montaggio Alberto Pezzella, Today.it


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