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Una petizione per chiedere a Milano una statua per le bambine vittime di violenza

La violenza di genere contro le bambine non conosce differenze di paese, cultura o religione. Terre des Hommes ha lanciato una petizione per dedicare loro una statua e mantenere viva l'attenzione su un tema globale, che coinvolge purtroppo anche l'Italia

Rubina, Leyla, Laura. In Bangladesh, in Somalia, in Italia. La prima si è impiccata a 13 anni con il suo sari per non sposare l'uomo che le avevano assegnato come marito; la seconda aveva solo 7 anni quando sono venuti a prenderla per praticarla la mutilazione genitale; la terza è stata violentata dal padre quando aveva 11 anni e ancora oggi, a distanza di anni, trema ancora nel riparlarne.

La violenza di genere contro le bambine non conosce differenze di paese, cultura o religione. Un orrore che non può essere dimenticato: per questo Terre des Hommes, un'organizzazione da sempre impegnata nella protezione di bambini e ragazze, ha lanciato una petizione (qui il link per firmare) per chiedere al Sindaco di Milano Beppe Sala di dedicare una statua a tutte le bambine e ragazze vittime di abusi e violenze. “Sarà un segno tangibile e duraturo dell’impegno della nostra comunità a invertire la rotta e andare verso una società più paritaria e più giusta, dove ogni bambina possa crescere al riparo dalla violenza ed esprimere appieno le proprie potenzialità”, dichiara Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes Italia.

Secondo i dati diffusi dal Dossier Indifesa di Terre des Hommes, ogni minuto 23 bambine e adolescenti in tutto il mondo sono costrette a sposare uomini spesso molto più grandi di loro e a subirne le violenze. Ogni anno 3 milioni di bambine subiscono l’amputazione di una parte dei genitali in nome di un rituale atavico e violento. E in Italia, uno dei paesi più ricchi e industrializzati al mondo, nel 2018 secondo i dati della Polizia di Stato sono state più di 900 le bambine e ragazze vittime del reato di violenza sessuale e violenza sessuale aggravata, numeri che si considerano sottostimati dal momento che moltissimi casi non vengono nemmeno denunciati. Su di loro non può e non deve calare il silenzio: 68 milioni di bambine verranno sottoposte a mutilazioni genitali entro il 2030, e 130 milioni di bambine e ragazze escluse da scuola rischiano di finire sfruttate, abusate, costrette a matrimoni e gravidanze precoci. Come spiega Ferrara, “dedicare una statua a tutte le bambine e ragazze vittime di abusi e violenze, nel cuore di una delle città più importanti d’Europa, simbolo di progresso e di diritti civili, significa tenere un riflettore sempre acceso sul problema, per mantenere alte la consapevolezza dell’opinione pubblica e l’attenzione dei decisori politici mondiali”.

La petizione ha già raccolto il sostegno di Maria Grazia Calandrone, Piero Colaprico, Diana De Marchi, Gianluca Foglia, Chiara Gamberale, Marilù Martelli, Francesca Montemagno, Stella Pende, Flavia Piccinni, Lia Quartapelle Procopio, Simone Rugiati, Carla Signoris, Angelica Vasile.

Le firme raccolte saranno consegnate, insieme a quella di tutti gli altri aderenti, al sindaco di Milano e al Consiglio Comunale milanese. Il primo obiettivo è quello di ricevere la concessione di un’area destinata alla posa della statua, ma poi il progetto andrà avanti con il coinvolgimento sempre più ampio dell’opinione pubblica. “Vogliamo che il monumento nasca come il frutto di un processo aperto, - conclude Ferrara – se avremo il via libera del Comune, è nostra intenzione aprire una call for ideas per immaginare l’opera e una campagna di crowdfunding pubblico per realizzarla. Perché sia l’inizio di un rinnovato impegno collettivo, la statua dovrà essere il frutto di un impegno comune, sentito, partecipato e condiviso”.


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