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"Sono stata una sera in discoteca e ho infettato i miei cari, papà lotta per la vita"

La lettera di una giovane positiva al coronavirus: "Papà sta lottando con tutte le sue forze e io non posso vederlo, non posso aiutarlo, non posso ritornare indietro. Non me lo potrò mai perdonare"

Foto repertorio Pixabay

Una serata in discoteca e poi l'incubo: ha preso il virus e ha contagiato i nonni, una cugina di 12 anni e suo papà. "Spero almeno che la mia storia possa essere utile ai miei coetanei", scrive Martina, studentessa universitaria ventenne. Oggi il Corriere della Sera pubblica la sua lettera. La ragazza racconta di aver trascorso l'estate in Italia tra spiaggia, palestra e serate con gli amici all'aperto "a bere qualcosa".

"Io e i miei amici avevamo deciso di non andare in discoteche e posti chiusi per evitare i contagi", racconta la studentessa. C'è stata una sola eccezione, per il compleanno del suo più caro amico, un sabato sera: "Come facevamo a non festeggiare fino a tardi? Decidemmo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo". Martina ha preso il virus e ha contagiato nonni, cugina e suo papà, che ora è intubato in terapia  intensiva.

La lettera di Martina: "Una sola sera in discoteca, così ho infettato i miei cari"

Dopo quella sera passata con gli amici in discoteca, la ragazza ha avuto sintomi come raffreddore e tosse: "Ho pensato fosse per via dell’aria condizionata. Andai dal dottore e mi disse che non sembravano sintomi da Covid, la tosse era grassa (non secca) e non avevo febbre, quindi continuai a fare la mia vita normale, andavo a mangiare al ristorante con papà, giocavo a carte con i nonni e ci mettevamo a guardare la tv tutti insieme sul divano. La settimana dopo annunciarono che proprio nella discoteca dov’ero andata c’era stata una persona positiva, e tamponarono tutte le persone che erano state lì quella sera".

A questo punto Martina fa il tampone: esito positivo. Il test viene fatto a tutti i suoi familiari: mamma negativa, positivi invece i nonni, una cugina di 12 anni, e suo papà. "Il nonno è finito in ospedale e ora è stato dimesso e si sta riprendendo. Io, mia cugina e la nonna non abbiamo avuto problemi e dopo quattro settimane chiusi in casa siamo tornati negativi - scrive la ragazza nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera -. Invece papà no. Siccome stavo bene lui mi diceva che tanto non era il virus, che non aveva voglia di starmi lontano: «Dai, Marti, che poi ritorni a Madrid e non ci vediamo per tanto tempo». E anch’io pensavo così, e gli ho dato abbracci e baci... voglio tanto bene a papà".

Da due settimane il papà di Martina è intubato in terapia intensiva. Sta lottando per la vita. "Non posso vederlo, non posso aiutarlo, non posso ritornare indietro - scrive la ragazza -. Non me lo potrò mai perdonare. Ripenso continuamente alla felicità di quella serata, alla sua orribile conseguenza, e prego che papà riesca a superare anche questa. Credevo che l’estate 2020 sarebbe stata solo piena di noia, invece è diventata la peggiore della mia vita. Spero almeno che la mia storia possa essere utile ai miei coetanei". 


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