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Il caso dello striscione contro Salvini e Di Maio "bloccato dalla Digos"

E' successo in piazza del popolo a Roma dove era in corso lo sciopero nazionale del pubblico impiego. A denunciarlo il segretario generale Uil Fpl, Michelangelo Librandi. Di Maio: "Mai chiesta la rimozione, anzi lo espongo io"

ANSA/ MARIANNA BERTINI

E' polemica per uno striscione della Uil Fpl bloccato dalla Digos perché ritraeva una vignetta dei vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

E' successo in piazza del popolo a Roma dove era in corso lo sciopero nazionale del pubblico impiego e a riferirlo è il segretario generale Uil Fpl, Michelangelo Librandi. Lo striscione di 108 mq riportava un dialogo in dialetto romano tra i due vicepremier: "Mattè - dice Di Maio a Salvini - dicono che mettese contro il sindacato porta male", "Sì Gigino, lo so, infatti mi sto a portà avanti col lavoro", risponde Matteo Salvini mentre si fa un selfie con la maglia blu delle Uil Fpl. "Questa mattina - spiega Librandi - volevamo mettere lo striscione al Pincio perché molto grande. Abbiamo poi provato a metterlo per strada ma è intervenuta la Digos dicendo che visto che questo striscione era contro i due vicepremier, non poteva essere aperto".

La questura: "Il contenuto non c'entra, striscione era lesivo del decoro"

Secondo la questura, però "nessuna valutazione è stata fatta sul contenuto, ma si è ritenuto che lo striscione fosse lesivo del decoro paesaggistico, così come previsto dall’art.49 del Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, dove si vieta il collocamento o l’affissione di cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelate come Beni Culturali". 

Di Maio: "Mai chiesta la rimozione dello striscione, anzi lo espongo io"

Di Maio però si smarca: "Giusto per chiarire e senza alcuna polemica: non ho mai chiesto e non mi sarei mai sognato di chiedere la rimozione di uno striscione che, ironicamente e pacificamente, critica il governo. La libertà di pensiero vale sempre" scrive su facebook il vicepremier. "Questo è un principio che, come Movimento 5 Stelle, per primi, abbiamo sempre difeso e che continueremo a difendere. Che ad esporlo siano le sigle sindacali o chiunque altro non importa, ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee nel rispetto del decoro e della legge. Lo dice la nostra Costituzione e non dobbiamo dimenticarlo.".

"A dimostrazione di quel che dico - conclude Di Maio -, quello striscione lo espongo io. Eccolo. Evviva la libertà!". 

Non è la prima volta che uno striscione contro Salvini viene fatto rimuovere dalle autorità: è avvenuto ad esempio lo scorso 7 maggio, quando il ministro dell'Interno Salvini fece tappa a Salerno per una tappa del suo tour elettorale. Ed è avvenuto sette giorni dopo a Brembate, dove i vigili del fuoco sono intervenuti per far rimuovere una striscione con su scritto; "Salvini non sei il benvenuto". 

Protesta il Pd

Insorge il Pd: "Spero che la vicenda dello striscione 'vietato' alla manifestazione di oggi non sia vera o frutto di un equivoco, altrimenti sarebbe un fatto gravissimo da chiarire con estrema urgenza". Lo scrive su Twitter Andrea Orlando, deputato dem e ex ministro della Giustizia.

"Se fosse vero che la Digos ha vietato alla Uil di esporre uno striscione ironico su Salvini e Di Maio, saremmo di fronte ad una vera e propria prova di regime. Il presidente del Consiglio #Conte chiarisca subito. Le forze dell'ordine non possono essere utilizzate in questo modo" scrive invece la deputata Anna Ascani.

Lo striscione fatto rimuovere dalla Digos


(Lo striscione, che la Uil definisce 'ironico', con Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che il sindacato aveva preparato in occasione della manifestazione unitaria sul pubblico impiego e che e' stato bloccato dalla Digos, Roma, 8 giugno 2019. "Volevamo mettere lo striscione al Pincio questa mattina ma ci hanno bloccato perché troppo grande. Abbiamo poi provato a metterlo per strada ma è intervenuta la Digos, dicendo che visto che questo striscione era contro i due vicepremier non poteva essere aperto". Lo racconta il segretario generale della Uil Fpl, Michelangelo Librandi. ANSA/ MARIANNA BERTINI)

Sindacati pronti allo sciopero generale

Alla manifestazione erano presenti le sigle Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa a Roma. I sindacati si dicono pronti allo sciopero generale e minacciano un autunno caldo. "Non escludiamo nulla. Chiediamo che si cambi la politica economica e sociale di questo paese". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, . Per Landini "è necessaria una legge di stabilità completamente diversa. La mobilitazione c’è e lo decideremo insieme a Cisl e Uil".

"Siamo qui per chiedere un cambiamento vero e se il governo vuole cambiare ha bisogno dei lavoratori - ha spiegato Landini aprendo la manifestazione -. Il governo non ha invertito la tendenza di questi anni e i precari sono rimasti precari. Le peggiori leggi di questi anni non sono state messe in discussione". 


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