Alimentazione

La dieta del gruppo sanguigno: ecco perché è pericolosa

Una dieta che è parecchio diffusa, ma che non ha basi scientifiche e può essere dannosa

Si sta diffondendo una dieta che sfrutta le conoscenze del gruppo sanguigno e che è promossa anche da alcuni medici. Ma ci si può fidare o ci sono rischi per la salute?

La dieta del gruppo sanguigno nasce nel 1997 dalle teorie dei naturopati James D'Adamo e Peter James, secondo i quali ci sarebbe un legame tra malattie e gruppo sanguigno, dal momento che i gruppi sanguigni vengono identificati a seconda dell'antigene e pure gli alimenti contengono antigeni.

Per questo motivo è possibile identifica un profilo dietetico specifico a seconda del gruppo sanguigno, in modo da limitare al massimo la comparsa delle malattie a cui si è più esposti, o addirittura eliminarle:

  • Il gruppo 0 osserva un regime di sole carne, frutta e piante.
  • Il gruppo A segue una dieta simile a quella vegetariana.
  • Il gruppo B, oltre a carne e vegetali, può assumere anche latticini.
  • Il gruppo AB segue con moderazione il gruppo A e il gruppo B.

Questa divisione ipotizza che il gruppo 0, più ancestrale, si adatti meglio a una dieta simile a quella dei cacciatori, mentre ad esempio il gruppo A, vegetariana, sia influenzato dall'avvento dell'agricoltura.

Sembrerebbe un approccio sensato, ma vi sono numerose lacune, innanzitutto a partire dalla definizione di gruppo sanguigno, ben più complessa e che prevede una classificazione "tramite la presenza o l’assenza di antigeni sulla superficie dei globuli rossi. Questi antigeni possono essere proteine, carboidrati, glicoproteine o glicolipidi dipendenti dal sistema di classificazione usato e alcuni di essi sono presenti anche sulla superficie di altri tipi di cellule di vari tessuti". solo considerando il fattore Rh le combinazioni sarebbero otto e non quattro, anche se secondo la Società Internazionale Trasfusioni di Sangue (IBTS) vi sono più di trenta sistemi per individuare il gruppo sanguigno di appartenenza. Vi sono quindi tantissimi altri antigeni che andrebbero presi in considerazione per fare dei profili dietetici adatti.

Secondo questa teoria, inoltre, l'introduzione di lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno provocherebbero agglutinamento, precipitazione del sangue e intolleranze. In realtà le lectine altro non sono che una classe di proteine presente in quasi tutti gli alimenti, mentre solo una piccolissima parte di queste ha effettivamente quell'effetto sul sangue.

Dunque gran parte delle basi senza non essere supportate dai dati disponibili. Cosa dire invece degli effetti? Può questo sistema essere efficace? La risposta pare proprio di no. Oltre al fatto che è difficile valutare l'affidabilità dei proclami di chi sostiene di aver guarito o essere guarito grazie a questa dieta, sono stati fatti studi scientifici per poter verificare la sensatezza dei profili dietetici. I due articoli, pubblicati rsipettivamente su The American Journal of Clinical Nutrition e su PLOS One mostrano chiaramente come seguire la dieta in base al gruppo sanguigno non protegga in alcun modo da malattie, ne aiuti a non superare valori di rischio di trigliceridi, glicemia e altri parametri fondamentali (dettagli su ScienzaInRete.it): in altre parole non c'è alcuna evidenza che possa portare benefici e chi sostiene di essere stato meglio è molto probabilmente dovuto al fatto di aver seguito una dieta salutare, indipendentemente dalla relazione con il gruppo sanguigno.

Oltre a non esserci vantaggi, però, questa dieta potrebbe essere pericolosa, dal momento che persone in difficoltà si fidano di persone non competenti, magari abbandonando le vere cure.

In conclusione, la dieta del gruppo sanguigno ha presupposti solo apparentemente sensati, ma profondamente sbagliati, non ha alcun effetto e può indurre persone a spendere soldi per trattamenti inutili e addirittura pericolosi.


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