Salute

Vaccini per i bambini, quali sono quelli obbligatori e come agiscono: risponde il pediatra

“Per l’età evolutiva è previsto un doppio passaporto vaccinale: uno “per la scuola”, che riguarda le vaccinazioni obbligatorie ai fini dell’iscrizione scolastica, e uno “per la vita” che riguarda le vaccinazioni raccomandate ad offerta attiva e gratuita”. L'intervista al Dr. Rocco Russo, Responsabile Tavolo tecnico “Vaccinazioni” della SIP

bambini vaccini

Con la pandemia da Covid-19, abbiamo capito quanto le vaccinazioni siano importanti e fondamentali per salvaguardare la nostra salute. Se, poi, pensiamo ai bambini, questo strumento risulta ancor più prezioso poichè gli anticorpi che i neonati ricevono dalla madre, nel corso della gravidanza, sono destinati a scomparire nel giro di pochi mesi, dopo i quali i piccoli diventano suscettibili e rischiano di contrarre malattie infettive, che si possono manifestare anche in forma più grave e con maggiori rischi, soprattutto a questa età. Il morbillo, ad esempio, se contratto nella sua forma naturale, può esporre il piccolo a conseguenze gravissime, spesso irreversibili, tra cui encefalite o, addirittura, la morte. Negli ultimi anni, la comparsa sempre più frequente di epidemie in diverse parti del mondo, anche precedenti a quella del Coronavirus, ha portato le autorità sanitarie ed esperti della Comunità scientifica a prendere atto di un esteso scetticismo nei confronti delle vaccinazioni soprattutto da parte dei genitori che sono sempre più restii a vaccinare i propri figli. Un fenomeno – sintetizzato dall’espressione giornalistica “no vax”- che si sta diffondendo sempre di più a causa di una disinformazione diffusa e veicolata dai social network che si fonda sulla tesi, mai dimostrata scientificamente, secondo cui i vaccini possono causare danni e mettere a rischio la vita dei bambini. Nonostante la Comunità scientifica pediatrica abbia smentito più volte questa falsa credenza e rassicurato sulla sicurezza dei vaccini nei più piccoli, è cresciuto in maniera esponenziale, negli anni, il numero di genitori che ha scelto di disertare l’appuntamento dei figli con le vaccinazioni. Un fenomeno simile a quello che si è verificato con le vaccinazioni anti-Covid negli ultimi mesi in molti Paesi dell'UE. Questo ha costretto le autorità sanitarie a rendere obbligatorie alcune vaccinazioni, in un'ottica di tutela della salute pubblica collettiva. Se, infatti, l’obbligo vaccinale non fosse stato ribadito e allargato a più vaccinazioni, oggi correremmo il rischio di un ritorno di malattie considerate pressoché scomparse, con serie e importanti conseguenze per la salute di tutta la Comunità. Ma quali sono i vaccini obbligatori e quelli raccomandati per i bambini previsti dal Calendario vaccinale italiano? Quando vanno effettuati e come agiscono? Il vaccino anti-Covid, diventerà anch'esso obbligatorio e sarà esteso agli under 12? A rispondere alle nostre domande il Dott. Rocco Russo, Responsabile Tavolo tecnico “Vaccinazioni” della Società Italiana di Pediatria (SIP).

- Dott. Rocco, tra i vaccini praticati ai neonati e ai bambini, quali sono quelli obbligatori?

“La recente Legge sull’obbligo vaccinale per l’accesso alla scuola dispone che dieci vaccinazioni (contro Difterite, Tetano, Pertosse, Poliomielite, Epatite B, Haemophilus influenzae tipo b e Morbillo, Parotite, Rosolia, Varicella) siano obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni (ovvero 16 anni e 364 giorni), inclusi i minori stranieri non accompagnati per la medesima classe di età, in base alle specifiche indicazioni contenute nel Calendario vaccinale nazionale vigente nel proprio anno di nascita. Per assicurare una corretta immunizzazione e il mantenimento di un’adeguata protezione indotta dalla vaccinazione nel tempo, l’obbligo riguarda anche i richiami vaccinali; in particolare, il richiamo contro Difterite-Tetano-Pertosse-Poliomielite nell’adolescenza viene ritenuto obbligatorio se trascorsi 9 anni dall’ultima dose del vaccino anti-Difterite-Tetano-Pertosse e se il soggetto non abbia ancora compiuto il 17° anno di età”.

- Quando vanno effettuati?

“È di fondamentale importanza proteggere il neonato dalle più importanti malattie prevenibili con vaccino, iniziando il ciclo vaccinale il prima possibile. Ad esempio, il ciclo di base per le vaccinazioni contro Difterite, Tetano e Pertosse, Poliomielite, Haemophilus influenzae di tipo b e Epatite B consiste di due dosi al 3° e 5° mese di vita. L’immunizzazione nei confronti di questi 6 agenti infettivi è normalmente effettuata utilizzando il vaccino esavalente. Si rammenta che il 3° mese inizia al 61° giorno di vita, e che è opportuno iniziare la somministrazione dello stesso vaccino esavalente prima possibile in maniera tale da garantire al neonato l’opportunità di beneficiare di una protezione rapida soprattutto nei confronti della pertosse, la cui gravità clinica è tanto maggiore quanto più precocemente è contratta. Tale tipo di raccomandazione vale per tutte le vaccinazioni previste dal Calendario vaccinale nazionale. La Società Italiana di Pediatria insieme alla Società di Neonatologia, recentemente, ha messo a disposizione delle famiglie italiane e straniere un opuscolo (tradotto in sei lingue), patrocinato anche dal Ministero della Salute e dedicato alle vaccinazioni nell’età evolutiva dal titolo “Non è mai troppo presto” (scaricabile al link: https://sip.it/2021/06/08/opuscolo-vaccinazioni-sip/ )”.

- Prevedono richiami?

“Certamente, in quanto è di fondamentale importanza il mantenimento di un’adeguata protezione indotta dalla vaccinazione nel tempo”.

- Sono inseriti tutti nel programma gratuito fornito dal Sistema Sanitario Nazionale?

“Sì. Tutti i vaccini previsti per le specifiche fasce di età ed inseriti nel vigente Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, sono offerti in maniera gratuita”.

- Quali sono, invece, quelli raccomandati ma non obbligatori? E quando dovrebbero essere effettuati?

“Occorre ricordare che oltre alle vaccinazioni per le quali è stato previsto l’obbligo per l’acceso a scuola, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 ha esteso l’offerta vaccinale gratuita e attiva, prefiggendosi il nobile obiettivo di garantire un’offerta “equa” ed “omogenea” su tutto il territorio nazionale. Tutti i vaccini contenuti nel Piano, infatti, sono stati inseriti nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). In altre parole, anche le vaccinazioni non obbligatorie ai fini dell’iscrizione a scuola (ad esempio il meningococco B e C, pneumococco, rotavirus, HPV) comprese nel PNPV sono ad offerta attiva e gratuita. Si configura così una sorta di doppio “passaporto” vaccinale per l’età evolutiva: il primo fa riferimento alle vaccinazioni previste dal PNPV (“passaporto per la vita”), il secondo fa riferimento a quelle previste dalla Legge sull’obbligo ai fini dell’iscrizione a scuola (“passaporto per la scuola”). 

- Su quale tecnologia si basano i vaccini obbligatori e quelli volontari? E in che modo agiscono?

“I vaccini “inattivati” (come l’esavalente) sono prodotti che utilizzano, nella maggiore parte dei casi, molecole provenienti dall’agente infettivo, non in grado di provocare la malattia, ma sufficienti ad attivare le difese immunitarie dell’organismo. I vaccini “vivi attenuati” (come quello obbligatorio per Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella) sono prodotti a partire da agenti infettivi che, a seguito di particolari trattamenti di laboratorio, vengono resi incapaci di provocare la vera malattia, ma rimangono ugualmente in grado di stimolare le difese dell’organismo contro l’infezione naturale”.

- Dopo quando tempo dall’inoculazione il bambino inizia a sviluppare gli anticorpi ed è coperto?

“In media 14 giorni dopo”.

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- Questi vaccini possono causare effetti collaterali?

“Di solito questi vaccini non provocano particolari reazioni, ma è possibile che entro le 24-48 ore dall’inoculazione si possa verificare una reazione irritativa passeggera nel punto dove è stato iniettato il vaccino. Questa reazione si manifesta con gonfiore, rossore e dolore. Raramente può comparire febbre che, per lo più modesta, si cura con l’utilizzo di un qualsiasi antipiretico. Nel caso in cui questi sintomi si dovessero protrarre, si consiglia di consultare il medico al fine di verificare se questi possano essere attribuibili ad altra causa. Inoltre, in caso di una reazione importante o insolita, previo consulto medico, si deve provvedere ad effettuare la dovuta segnalazione di “avvento avverso”.

- In alcuni Paesi è offerto in maniera attiva e gratuita il vaccino contro l’influenza. Come mai in Italia non è stata fatta questa scelta?

“La vaccinazione contro l’influenza consente di affrontare una malattia che può determinare gravi complicanze e frequenti decessi, soprattutto nei pazienti affetti da particolari patologie che potrebbero complicare il decorso della stessa malattia. La vaccinazione, ovviamente, non risulta essere controindicata per tutte le altre persone, compresi i bambini, i quali non hanno un alto rischio di incorrere nelle complicanze importanti di questa malattia. Quindi, si tratta solo di “strategia vaccinale” decisa dalle autorità sanitarie del singolo Paese che ritengono più opportuno investire risorse economiche nell’offerta gratuita della stessa vaccinazione antinfluenzale solo in determinate categorie a rischio, rispetto alla popolazione sana”.

- Il vaccino anti-Covid-19 dovrà essere esteso anche ai bambini in età pediatrica?

“In linea con le vigenti Raccomandazioni del nostro Ministero della Salute, la vaccinazione anti-Covid-19 per tutti i bambini e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni, privi di controindicazioni per gli specifici vaccini, risulta essere un ulteriore strumento di prevenzione per sconfiggere il virus pandemico. Non bisogna sottovalutare che tali fasce di età possano anche fungere da serbatoio per la diffusione dello stesso virus pandemico nell’intera popolazione. Per tale motivo, seppur l’obbiettivo primario della vaccinazione è quello di non sviluppare la malattia, l’opportunità di implementare un’offerta vaccinale universale aiuterà notevolmente a ridurre non solo la circolazione dello stesso virus, ma soprattutto il rischio di generare varianti potenzialmente più contagiose o capaci di ridurre l’efficacia degli stessi vaccini in uso. Inoltre, la tempestività del raggiungimento delle alte coperture vaccinali Covid-19, nelle fasce pediatriche ed adolescenziali, permetterà anche di beneficiare di una prossima riapertura dell’anno scolastico in sicurezza”.


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