Sesso

Indagine sul sesso in chat chiamato "sexting"

Nato dall'incontro dei termini "sex" e "texting", il termine indica lo scambio di immagini e video dal contenuto esplicitamente erotico attraverso servizi di messaggistica online. Piccante diversivo per i partner, stuzzicante curiosità per i single votati a nuovi approcci, la pratica non è esente da potenziali rischi. Da conoscere, per evitarli

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Nel silenzio di chat nascoste in migliaia di smartphone, il sexting (termine nato dall'unione di sex e texting, "sesso" e "messaggiare") si propone come allettante tendenza a cui cedere. Una volta, ogni tanto, spesso: la frequenza a scambiare messaggi dai contenuti sessualmente espliciti è rimessa ai gusti personali di mittenti e destinatari che stuzzicano fantasie sopite o tutte ancora da provare con il supporto della tecnologia. Così, per vedere di nascosto l'effetto che fa, ché poi, se piace, può diventare pure un trastullo intrigante. 

Bisogna tornare ai primi Anni Novanta per individuare nelle varie linee telefoniche erotiche a pagamento un avvizzito antenato della pratica di cui si discute. Allora gli avventori dei vari 144, 166, 899 erano prevalentemente maschi che giuravano la maggiore età e dall'altro capo si intercettavano gemiti e sospiri femminili senza identità che soddisfavano la domanda "hot". Oggi la situazione è cambiata, la vita e il modo di comunicare sono cambiati, e la pratica descritta dall'ennesimo inglesismo individua tutto un altro mondo rispetto a quello d'epoca limitato al colloquio più o meno imbarazzato tra perfetti ignoti: il sexting, infatti, dovrebbe presupporre la profonda conoscenza del proprio interlocutore, e lui, d'altro canto, essere pienamente consapevole della potenza dello scambio. Indefettibile anche il consenso a sentirsi parte dei dialoghi, spinti oltre la fantasia da foto e video che sublimano il concetto di erotismo.

Giovani e sexting. "Non è sicuro ma lo faccio"

Fin qua tutto bene: conoscenza, consapevolezza e consenso sono alla base di ogni tipo di relazione, dunque anche del sexting. Ma che succede quando a metterlo in pratica sono minori, gli adolescenti e i preadolescenti che lontani da occhi vigili si avventurano in una tale confidenza virtuale? 
Secondo un'indagine condotta dall'Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) su 3500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni, due ragazzi su tre dichiarano di aver ricevuto almeno una volta dei messaggi sessualmente espliciti su internet e la metà riconosce che fare sexting anche con il partner non sia sicuro e innocuo. Perché i rischi ci sono. E la pratica non è esente da possibili conseguenze emotive e psicologiche quando coinvolge adolescenti. "Dalla ricerca emerge chiaramente che i più piccoli sono stati raggiunti da informazioni poco chiare rispetto agli elementi pericolosi che ne possono scaturire" spiega la componente del direttivo Fiss Roberta Giommi, psicoterapeuta, sessuologa clinica e direttrice dell'Istituto internazionale di sessuologia di Firenze: "Lì per lì viene da pensare che il sexting venga fatto solo tra persone consenzienti, ma può capitare che una foto intima venga mandata ad altre persone senza il consenso di chi è raffigurato, magari solo per leggerezza, ma magari anche per vendetta nei casi che poi sfociano nel revenge porn".  

Qual è l’età giusta per dare uno smartphone ai figli?

L'irrefrenabile tendenza a imitare 

Capita che il primo smartphone arrivi nelle mani di un bambino anche quando ha solo 11 anni e che si trovi destinatario di materiali sessualmente espliciti fuori dal controllo genitoriale. Imbarazzo, rabbia e fastidio sono le emozioni dichiarate nella ricezione, ma pochissimi sono quelli che tendono ad ammetterlo all'interlocutore in quel momento. Perché? "Perché c'è una resistenza silenziosa tra i giovani anche rispetto al sexting" dice la psicoterapeuta: "Prevale la tendenza all'imitazione, per cui se tu ti mostri contrario o contraria ti senti escluso dal rapporto o dal gruppo. Prendiamo il bullismo: una ricerca ha rilevato che il 46% dei ragazzi è contrario a comportamenti violenti, ma non lo dichiara per non sembrare diverso".   

Fondamentale, dunque, il dialogo tra genitori e figli. "I nuovi mezzi di comunicazione possono regalare risorse importanti, ma quando vengono abbandonati ad un uso continuo senza limiti e regole le conseguenze possono essere anche meno rassicuranti" argomenta Giommi: "I genitori devono essere consapevoli delle possibili conseguenze anche pesanti che possono scaturire e perciò dovrebbero instaurare un dialogo autentico con i loro figli, ad esempio sedendo accanto a loro per vedere a quali video e immagini sono interessati. Le faccio un esempio: un gruppo di estetiste con cui abbiamo parlato ci ha detto che ragazze giovanissime si presentano con le foto di parti intime femminili come modello per avere lo stesso tipo di depilazione. E' chiaro che c'è un processo di imitazione molto forte". 

Le conseguenze dell'approccio inconsapevole

Il timore che foto e video intimi vengano divulgati rientra tra le possibili conseguenze del sexting. Ma quando si tratta di minorenni sono da considerare anche eventuali conseguenze di natura psicologica, alimentate da idee sbagliate sulla sessualità o da insicurezze dettate dalle aspettative del partner quando dal virtuale si passa al reale.
"La sessualità si impara, ognuno deve capire piano piano i propri gusti, i desideri, i bisogni. Ma anche quanto modelli hard molto affermativi possano rendere fragili" afferma Giommi: "Operatori dei consultori riportano come molte ragazze fanno sesso, ma non hanno mai provato l'orgasmo non avendo mai vissuto situazioni di piacere. Questo significa che a volte ci si spinge a vivere determinate esperienze "perché lo facevano tutti e non volevo essere da meno". Le immagini esplicite che arrivano in chat vanno proprio in questa direzione: "I ragazzi arrivano a pensare che il sesso sia x o y, hanno paura di non essere all'altezza, si sentono inquieti perché privi di un patrimonio di competenze importante che dovrebbe essere graduale e passare dai baci agli abbracci, dal petting alla prima volta. Per questo già a  24, 25 anni si riscontrano problemi nati proprio all'inizio dell'approccio sessuale". 

L'assenza di educazione sentimentale 

In questo contesto emergono anche grandi lacune di educazione sentimentale che dovrebbe correre di pari passo a quella sessuale: "Torno a ribadire l'importanza fondamentale dei genitori che a un certo punto si trovano spiazzati dalle esperienze dei figli nonostante siano stati loro per primi a non aver risposto alle loro domande quando erano piccolissimi" precisa Giommi: "Noi come Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica spingiamo molto affinché l'educazione sessuale includa anche l'aspetto psicologico, l'autostima, il rispetto di se stessi e degli altri, l'effettivo consenso a vivere una determinata esperienza".

Il sexting che giova al rapporto

Il sexting, tuttavia, resta una pratica interessante e utile alla vita di coppia quando è praticato da persone adulte e consezienti. "Serve a  mantenere vivo l'erotismo e lo scambio sessuale e ce ne siamo accorti ancor più durante il lockdown quando i partner si sono trovati lontani per lungo tempo" dice ancora la psicoterapeuta: "E' un mezzo che ha il suo potere, regala fantasie e aiuta la seduzione grazie alle sollecitazioni verbali e visive, anche se alla fine il sesso vero resta sempre più apprezzato, perché lo scambio si arricchisce di elementi che una chat non potrà mai compensare. L'importante è farlo sempre con prudenza: se si mandano immagini a persone che si conoscono poco, evitare di mettere il viso, tatuaggi o segni che possano essere riconoscibili".

Quando il sexting integra un reato penale 

Alla luce delle caratteristiche proprie del sexting, lo scambio volontario di contenuti erotici tra adulti consenzienti non viola le leggi italiane, purché le immagini rientrino nella sfera di disponibilità giuridica di chi le invia e non riguardino terzi, non consenzienti alla loro diffusione, o minori. Perché, in tal caso, la possibilità che si sfoci in un reato di natura penale c'è e va presa in considerazione, quantomeno nella sua potenzialità. 

"In generale se c'è il consenso tra persone maggiorenni il sexting non ha implicazioni di natura penale. La situazione cambia quando subentrano altri elementi" ci spiega Luca Monaco, avvocato penalista del foro di Salerno. "Negli ultimi anni con la diffusione di internet, dei social network, di WhatsApp la pratica si è molto diffusa anche tra i minori. Il legislatore è intervenuto per cercare di porvi rimedio con una norma ad hoc, il 612 ter del codice penale, conosciuta come "revenge porn", che consiste nella diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Questo sempre che il fatto non costituisca più grave reato, dunque non integri il caso di maltrattamenti all'interno di un nucleo famigliare da parte di ex coniugi o ex compagni che, magari per vendetta, alla fine della relazione diffondono video e foto scambiati quando la relazione funzionava".

Il reato, dunque, si configura nel momento in cui il materiale scambiato tra due persone maggiorenni e consezienti viene diffuso, trasferito a terze persone estranee al rapporto, senza l'autorizzazione della persona ritratta. Ma che succede se mittente e destinatario sono due minori consezienti? I genitori possono eventualmente intervenire? "Se lo scambio è voluto da entrambi, non ritengo sia configurabile un'ipotesi di reato a carico di nessuno dei due. Ma magari il genitore può intervenire in ambito educativo e avvertire dei rischi di una potenziale diffusione" precisa Monaco che avverte sull'importanza di essere consapevoli dei rischi prima di premere invio a qualsiasi tipo di contenuto intimo, per quanto affidabile in quel momento sia il suo interlocutore.

"Va sempre considerato che nel momento in cui mandiamo un documento di qualsiasi contenuto ad un'altra persona, esce dalla nostra  esclusiva disponibilità e potremmo anche essere chiamati a rispondere penalmente dell'eventuale diffusione di quelle immagini" conclude l'avvocato: "Il punto cardine di Internet è la prevenzione e la diffusione della cultura della consapevolezza, perché il colpevole di un reato può anche essere punito, ma alla vittima resta comunque il danno di una diffusione vasta e capillare dei materiali che la riguardano".  
 


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