Cronache marziane

Evviva il 4 novembre

Basta con le polemiche e i disfattismi: è stato sacrosanto festeggiare il 4 novembre, terza giornata nazionale del Guerrilla Gardening. I “giardinieri d’assalto”  italiani hanno scelto appositamente la data di questa ricorrenza - che discutibilmente associa unità del Paese e forze armate - per dare vita un po’ in tutto il nostro territorio ad iniziative contro distruttività e abbandono, per riempire di colori, profumi e fertilità anche gli spazi più deprimenti delle nostre metropoli.

Contro tutte le guerre nel mondo, l’unica guerra possibile è quella al degrado!”, conclude l’appello per la partecipazione all’azione guerrillera del 2013, lanciato in Italia da un movimento che (come si riscontra sul forum internazionale) è ormai presente su scala globale e vede aumentare i suoi aderenti dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda al Canada passando per la Svezia.

L’idea di fondo è quella di recuperare luoghi incolti e degradati, soprattutto nelle aree urbane, trasformandoli in spazi verdi con piante ornamentali e orticole. Una forma di riqualificazione militante delle aree abbandonate ma anche di riappropriazione di spazi per un utilizzo collettivo. Chi l’ha detto che rotatorie o spartitraffico possano essere usati per la cartellonistica pubblicitaria - luogo pubblico privatizzato - e non per un’aiola di lavande e papaveri - di cui tutti possono godere?

Spesso i guerrilla gardeners agiscono nottetempo, per evitare guai con le forze dell’ordine che, come testimonia questa azione londinese, possono sempre capitare. Ma il più delle volte il giardinaggio d’assalto si fa quando c’è tempo, magari di domenica e a volto scoperto, in gruppi di composizione assai mista per età e competenze pratiche.

Arma centrale del giardinaggio sovversivo è la “bomba di semi” (definita come “l’unica bomba intelligente”) che viene preparata e lanciata con l’obiettivo di diffondere nuove e varie piante, come documenta questa azione a Ferrara. Persino a Taranto e a Porto Torres  c’è chi pratica il guerrilla gardening. E non è un caso se l’azione sarda ha per “colonna sonora” Johnny Appleseed, brano del compianto Joe Strummer (qui con i Mescaleros), dedicato alla figura di John Chapman, il pioniere ambientalista che fra fine Settecento e inizio Ottocento piantò di semi di melo in lungo e in largo per gli Stati Uniti, divenendo leggendario e ispirando diversi epigoni - reali e letterari, fra cui Driscoll in “Cronache Marziane” di Ray Bradbury…

“La natura dovrebbe sollecitare anche noi col suo coraggio, e io vorrei suggerire che  quest’anno ci facessimo tutti un tantino arditi, intraprendenti e altruisti, e sparpagliassimo i nostri semi ovunque, non solo nelle nostre aiuole preparate, ma anche per esempio su quegli spazi che costeggiano la ferrovia, o circondano castelli in rovina, i luoghi devastati da bombe, e anche lungo i sentieri delle nostre strade di campagna. I fiori selvatici stanno morendo. Vengono rimossi o distrutti in nome del progresso agricolo”.

Lo scriveva Vita Sackville-West, letterata e giardiniera, nella rubrica che dal 1946 al 1961 tenne sul periodico britannico The Observer. Parte di questi scritti è stata recentemente pubblicata dall’editore Elliot ne “Il libro illustrato del giardino”. Sackville-West (che forse oggi sarebbe anche una blogger) concludeva: “…me ne sarei andata in giro a piedi, lanciando semi a manciate, che avrebbero potuto o meno svilupparsi. Era un sogno giovanile, ma ora che sono molto, molto più vecchia, e molto più amareggiata dalle esperienze, credo ancora che oggi si possa abbellire la nostra campagna con simili semine selvagge”.

Esiliati, prima dal giardino dell’eden e poi persino da noi stessi, nelle nostre “stagioni in città”, come tanti Marcovaldi, ogni tanto ci coglie un desiderio struggente e indefinito, come un ricordo sbiadito di qualcosa che eravamo un tempo. Non un ricordo nostro personale, ma appartenuto a tanti;  forse alla nostra specie, vivente fra altri viventi. Un ricordo che, se non rievocato insieme, ci farà appassire tutti quanti. Magari in coda fuori a un centro commerciale; soli, in mezzo ad altri individui soli.

“Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlare”, scrivono vicino le piante disseminate alla stazione i guerrilla gardeners di Porto Torres. Lunga vita al 4 novembre, giornata nazionale dei giardinieri liberi d’assalto.