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Gli edifici abbandonati di Ste_Peg "tra realtà e immaginazione"

Sanatorio abbandonato in Germania di Ste_Peg

Gli edifici abbandonati affascinano da sempre. Hanno ispirato registi di film horror, attratto viaggiatori, indignato comitati e giornalisti, e più recentemente spinto cittadini attivi a lanciare campagne di crowfunding per raccogliere fondi e cercare di recuperarli. In molti, per semplice curiosità, per una fuga d'amore, per fumare una sigaretta lontano da occhi indiscreti quando si era ancora ragazzini e non si voleva essere beccati, per seguire gli amici in un'impresa goliardica hanno osato entrarci. I luoghi inabitati da anni e lasciati all'incuria sono pieni di mistero.

Per Stefano Perego, fotografo milanese trentenne, nome d'arte Ste_Peg, lo sono più di altri. Per questo ha deciso di raccontarli attraverso il progetto "The other side of decadence". Ci mostra soprattutto industrie, ma anche ospedali, colonie, collegi, ville e chiese. I posti più disparati insomma, molto diversi tra loro.

Per Stefano questi edifici:

A prima vista potrebbero sembrare tristi e desolati, io invece ci vedo gloria, malinconia, potenza, fascino. Una volta entrato mi sembra di essere in un altro mondo, che fuori non esista niente, sembra di stare fra la realtà e l'immaginazione. Gli oggetti che si trovano all'interno raccontano storie romantiche, di disagio, di lavoro, di vita quotidiana, che esplorando sembra di aver vissuto in prima persona.

Nella foto sottostante il teatro di un edificio psichiatrico italiano


Ho iniziato a esplorare edifici abbandonati alla fine del 2006, quando, per curiosità, attratto dalla decadenza di una enorme fabbrica  poco distante da dove abito, decisi di entrarci, attraverso un buco nel muro, per scoprire come fosse al suo interno e scattare delle foto. Da quel momento non ho più potuto farne a meno, e ad oggi ho esplorato centinaia di edifici in vari paesi d'Europa tra cui Italia, Svizzera, Belgio, Germania e Polonia. 

Nella foto una fabbrica italiana in stato di abbandono

Quello che più mi piace di questi edifici, oltre all'estetica, è l'atmosfera che si crea all'interno di questi edifici abbandonati. È un'atmosfera densa e pesante; nell'aria si sente l'odore delle rovine, il silenzio viene rotto dai fischi del vento che li attraversa e dal rumore delle gocce delle infiltrazioni d'acqua. Il tempo e le condizioni climatiche hanno cambiato le sembianze di questi posti, i buchi nei soffitti fanno filtrare bellissimi fasci di luce, le muffe si mischiano con le vernici scrostate delle pareti creando dei colori incredibili, le pozze d'acqua creano degli specchi dove le strutture si riflettono.

Stefano scatta con una reflex Canon e per realizzare queste splendide foto usa di frequente il cavalletto perchè "sono posti spesso bui e servono lunghe esposizioni". Alla domanda meglio bianco e nero o colore risponde dicendo di non avere preferenze, "la scelta dipende dalle situazioni". Quasi azzerata la post produzione sulle sue immagini, "giusto per dare contrasto e nitidetta". Sulla sua pagina Facebook è possibile scoprirne di più.


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