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Migranti, Amnesty: "Codice sulle Ong svuotato, il governo ha fatto marcia indietro"

Polizia a bordo solo su mandato della magistratura e possibilità di effettuare trasbordi in mare. La Ong plaude agli emendamenti al codice di condotta sui salvataggi in mare che hanno convinto anche Sos Mediterranée a firmare

Immagine d'archivio

Il codice di condotta sui salvataggi nel Mediterraneo è stato "di fatto svuotato". Così Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, commenta quella che viene definita una "sostanziale marcia indietro" del governo sul caso Ong, facendo riferimento alla decisione del Viminale di accogliere alcune modifiche al codice dopo un negoziato con la Sos Mediterranée. 

In particolare, Sos Mediterranée ha spiegato di aver deciso di firmare perché "il ministero dell'Interno ha acconsentito ad includere i punti sollevati da Sophie Beau, cofondatrice e vicepresidente di Sos Mediterranée International, aggiungendoli all'attuale codice di condotta in forma di addendum".

Nel documento sottoscritto dalla Ong viene infatti specificato che "il codice di condotta non è legalmente vincolante e prevalgono le regolamentazioni e le leggi nazionali ed internazionali".

L'intesa inoltre non menziona il "portare armi" a bordo e sopratutto stabilisce che la presenza di ufficiali di polizia è consentita solo "in caso di mandato rilasciato nell'ambito del diritto nazionale o internazionale" e a patto che "non interferiranno con la missione umanitaria di salvare e proteggere vite". Quanto ai trasbordi in mare "il codice non li limita quando coordinati dal Mrcc di Roma".  In sostanza gli ufficiali di polizia potranno salire sulle navi solo su mandato della magistratura, mentre i trasbordi dei migranti saranno sì permessi ma sotto il coordinamento della Guardia Costiera.

Una marcia indietro "su tutte le questioni più critiche" secondo Amnesty. "Questa vittoria della ragionevolezza la dobbiamo a tutte le organizzazioni della società civile che hanno saputo imporre al ministero una riflessione", aggiunge Rufini. Che conclude con una nota polemica: "Chi risponderà del danno alla reputazione e all'immagine subito dalle Ong? Un danno che rischia di produrre effetti devastanti sull'efficacia dell'azione in tutti i luoghi di crisi dove le Ong agiscono in totale indipendenza e nel rispetto del principio della terzietà dell'azione umanitaria".

Anche Avvenire plaude alle modifiche al testo sulle Ong. La decisione del governo, scrive il direttore Marco Tarquinio "è un passo avanti probabilmente utile alle valutazioni di altre benemerite organizzazioni umanitarie". "Altrettanto utile - prosegue - è il chiarimento sulla non limitazione del trasbordo dei sopravvissutì su navi più grandi per agevolare ulteriori operazioni di soccorso da parte delle agili imbarcazioni delle Ong. (...). Insomma una pagina di cronaca che, da cittadini italiani, si può scrivere con soddisfazione e anche sollievo". 


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