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Uccisa dall'ex fidanzato, l'esame del Dna conferma: Irina aspettava un bimbo dall'assassino

La 20enne di origine moldava - incinta di circa sei mesi - è stata uccisa domenica 19 marzo dall’ex fidanzato Mihail Savciuc in provincia di Treviso

Irina Bacal e Mihail Savciuc

TREVISO - Irina Bacal, la ventenne moldava uccisa brutalmente dall'ex fidanzato lo scorso 19 aprile a Formeniga (Vittorio Veneto), aspettava un figlio e l'esame del Dna, disposto dalla Procura di Treviso, ha confermato che il padre era proprio Mihail Savciuc, il 19enne reo confesso del delitto e ora rinchiuso nel carcere di Pordenone.

Proprio alla luce di questi nuovi elementi - scrive TrevisoToday - il killer potrebbe essere accusato di aver premeditato l'omicidio. Ad aggravare la posizione del 19enne anche altri nuovi elementi che smentiscono il suo racconto iniziale: l'assassino, secondo l'analisi delle telecamere di videosorveglianza acquisite e analizzate dalla polizia sciantifica, si sarebbe cambiato d'abito dopo aver ucciso a colpi di pietra l'ex fidanzata (motivo per cui non sono state trovate tracce ematiche sui suoi abiti); nella borsetta della ragazza, gettata e ritrovata nel Monticano dai sommozzatori (su indicazione del killer), non era presente lo smartphone di Irina che il giovane aveva invece preso, "ripulendone" completamente la memoria, per rivenderlo così come i gioielli della 20enne.

E ci sono poi le tracce di sangue trovate a bordo della Clio di Mihail, sul tappetino e nel bagagliaio. Le indagini della Procura proseguiranno per rendere ancora più solido un quadro probatorio che appare già ben definito.
 


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