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Sbarco della morte a Catania, è caccia alla "nave madre"

I migranti non presentavano segni evidenti di una lunga traversata: sempre più probabile l'ipotesi che il peschereccio sia stato trainato in Sicilia da un'altra nave. Intanto, sono state identificate le sei vittime: c'è un 17enne

CATANIA - Potrebbe essere stato trainato da una "nave madre" fino al largo della Sicilia. E poi, lì abbandonato, il peschereccio in legno sul quale viaggiavano gli immigrati egiziani e siriani, sbarcati sabato a Catania. Quello che è diventato il peschereccio della morte per sei egiziani annegati nel tentativo di raggiungere la riva a nuoto. 

Sei morti, i cadaveri sulla spiaggia

Tra i rilievi a sostegno di questa ipotesi anche lo stato di salute degli extracomunitari: provati e affamati, ma senza segni evidenti di una lunga traversata in mare. Maggiori informazioni, però, potrebbero arrivare dai due egiziani, di 16 e 17 anni, che sono stati fermati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo l'accusa, i due avrebbero fatto parte dell'equipaggio dell'imbarcazione con mansione di vivandieri. Dalle indagini delle procure distrettuale e per i minorenni di Catania è emerso che tre "scafisti" si sarebbero buttati in mare e sarebbero riusciti a fuggire prima dell'arrivo delle forze dell'ordine.

Video: il racconto della Capitaneria

Intanto, sono state identificate le sei vittime. Sono tutti giovani egiziani di età compresa tra i 17 e 27 anni. Gli esami medici hanno confermato che sono morti per annegamento. Il minorenne deceduto avrebbe compiuto 18 anni il prossimo 25 agosto. Nessuno di loro era tra i potenziali "scafisti" che hanno portato la barca fino al Golfo di Catania.


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