Cronaca

Lo dice anche Befera: "Si evade per sopravvivere"

Il direttore dell'Agenzia delle Entrate: "Non tutti evadono per fare i furbi, c'è chi lo fa per sopravvivenza". E a chi gli fa notare che lui guadagna più di Obama, risponde: "Non mi sento ricco"

Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia, ne è certo: con meno tasse l'evasione fiscale in Italia si ridurrebbe, e non di poco.  Befera, che già nei giorni scorsi al salone della Nautica di Genova aveva già ammesso l'eccessiva pressione fiscale nel nostro Paese, ne è convinto: qualche cambiamento va fatto. Ma questo non può essere una giustificazione a non pagare: "Che l'evasore sia un parassita nella società rispetto a chi paga le imposte è un dato di fatto", ha detto a Giovanni Minoli su Radio 24.

La novità è che Befera sostiene che davvero può esistere l'evasione da "sopravvivenza", proprio come affermato nei mesi scorsi dal viceministro dell'Economia, Stefano Fassina. Ai microfoni di Radio 24 è arrivato pure a concedere che non tutti evadono per fare i furbi e nascondere ricchezze nei paradisi fiscali. Insomma, per Befera esiste un’evasione di sopravvivenza. "Indubbiamente, con una minore pressione fiscale - ha spiegato - ci sarebbe meno evasione per carenze di liquidità".

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Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera definisce "presunzioni" le stime di chi dice che con gli arretrati si potrebbe arrivare a recuperare 2 miliardi di euro con gli 1,2 milioni di case fantasma scoperte dal suo istituto. Ma poi ammette che per recuperare questi 2 miliardi di euro "ci vorranno un paio d'anni". Befera parla intervistato a Radio 24 e spiega che con gli 1,2 milioni di tasse evase dalle case fantasma sara' possibile recuperare subito 600 milioni di euro, di cui "la maggior parte va all'Imu" e cioe' ai comuni e "una parte va allo stato".

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"Siamo un bel pease di evasori, speriamo di recuperare - dice Befera - Siamo un popolo in cui evasione fa ancora parte di una cultura e bisogna cambiarla. Biosogna insegnare agli italiani, specialmente alle nuove generazioni, che evedere non è furbizia". Per Befera "se non ci fosse Equitalia le tasse non le pagherebbe nessuno". Anzi, dice: "vorrei un aggiornamento di quei 100 miliardi di euro" di cui si parla sempre, "mi pare che qualcosa l'abbiamo recuperato, è stata abbattuta la forbice tra il reddito percepito e il reddito dichiarato".

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Nell'intervista a Radio 24, Befera non si sottrae alle domande più personali. Dice di guadagnare quanto il primo presidente della Corte di Cassazione e quindi 304.000 euro l'anno. A Minoli che gli fa notare che il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama guadagna meno, Befera risponde senza imbarazzi: "Non so quanto guadagna Obama". E alla domanda se si senta ricco, risponde "No".

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Oltre ad essere direttore dell'Agenzia delle Entrate, Befera è anche il presidente di Equitalia; ammette di camminare "scortato" ma le eventuali paure "devono essere gestite". Il giornalista gli chiede anche delle case: sono due, una a Roma e una in Abruzzo; la prima comprata con il 17% di sconto come tutti gli inquilini del palazzo. Parla anche di Cavour: "Sono ammiratore di Cavour, aveva un grande senso dello Stato ed era capace di avere una strategia e seguirla anche nei momenti di difficoltà".

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Il suo mandato scadrà a giugno 2014, e per allora dice di voler raggiungere "un obiettivo, non tanto di gettito ma avere inserito nella mente degli italiani che le imposte vanno pagate, per due ragioni, per pagare beni e servizi e soprattutto per ridistribuire il reddito".

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