Cronaca

Biglietti da 6mila euro per viaggiare su gommoni di 'lusso': un poliziotto corrotto nella banda di scafisti

Durante le indagini sono stati arrestati otto presunti scafisti, tutti di nazionalità tunisina, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

Uno dei gommoni usato dagli scafisti (Foto: frame video della polizia)

Dai 3 ai 6mila euro. Era questo il costo di un "biglietto" per attraversare il Mediterraneo su "gommoni di lusso" con motori di grossa cilindrata. La promessa era quella di affrontare la traversata in sicurezza e non su imbarcazioni fatiscenti su cui solitamente viaggiano centinaia di migranti. A occuparsi di reclutare gli scafisti, di norma scelti tra tunisini che vivevano in Italia, e a procurare le imbarcazioni veloci per i viaggi di lusso lungo l'asse Tunisia-Sicilia era la cellula marsalese dell'organizzazione smantellata oggi 21 febbraio dalla Polizia di Stato che ha eseguito 12 fermi. Le indagini, avviate dalle Squadre mobili di Palermo e di Trapani, dal personale del Servizio centrale operativo e dalla Sisco di Palermo e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno fatto luce un gruppo criminale, composto da cellule presenti sia in Tunisia sia in Italia, attivo nel trasferimento illegale di migranti tunisini dalle coste settentrionali della Tunisia con arrivo sul litorale marsalese, già a partire dall'agosto 2022.

Durante le indagini sono stati arrestati otto presunti scafisti, tutti di nazionalità tunisina, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Gli arresti in flagranza sono stati eseguiti nel corso di quattro sbarchi, avvenuti sulle coste marsalesi il 29 giugno, il 14 e il 24 agosto scorso e il 15 settembre. Viaggi, secondo l'accusa, tutti organizzati dall'organizzazione smantellata. Quattro di loro sono stati indagati anche per resistenza a navi da guerra, avendo tentato la fuga nonostante l'intervento delle unità della Guardia di finanza, giunte in soccorso dei natanti. Mentre sono ancora ricercati altre due che facevano pare dell'organizzazione criminale. Tra i capi della banda dedita al traffico di migranti sulla rotta Tunisia-Sicilia, sgominata dalla Dda di Palermo, c'era anche un ex poliziotto corrotto del Paese nordafricano. L'uomo era uno dei componenti della cellula marsalese dell'organizzazione. Per gli indagati, sei italiani e altrettanti tunisini, le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nella forma aggravata. Uno dei provvedimenti di fermo è stato eseguito in provincia di Venezia e un altro a Cesena.

L'ordine dato ai migranti di sparare contro le navi militari

In un'occasione, spiegano gli investigatori, gli scafisti avrebbero ordinato di sparare contro la nave militare dei razzi luminosi. I migranti che il gruppo ha condotto illegalmente in Italia sono 73, tra cui 12 minorenni e 6 donne. Tutti sono stati soccorsi e identificati dagli investigatori della Polizia di Stato subito dopo l'approdo sulle coste marsalesi. Tra loro, 19 sono stati arrestati per reingresso illegale nel territorio nazionale, per quattro, invece, le manette sono scattate in esecuzione di un provvedimento definitivo di condanna dell'autorità giudiziaria per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti. Durante gli arresti la Polizia di Stato ha sequestrato quattro gommoni, tutti natanti messi a disposizione dalla cellula italiana attiva a Marsala. Dalle indagini, inoltre, è emerso il passaggio di una somma di denaro di circa 90mila euro a favore di un indagato italiano da parte di uno dei promotori dell'associazione di origine tunisina, che vive nel marsalese.

L'operazione della Polizia di Stato si inquadra in una più vasta attività d'indagine coordinata dal Servizio centrale operativo, anche a livello internazionale, con l'avvio di una Operational Task Force (Otf) denominata 'Mediterraneo' sul delicato fenomeno criminale del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nelle rotte marittime, che ha favorito l'interscambio informativo e il supporto operativo con Europol, alcuni Paesi europei e gli uffici investigativi. Nel corso dell'operazione, in qualità di osservatori e per agevolare eventuali, ulteriori scambi di informazione, sono presenti nella Questura di Trapani, investigatori Guest Officers di Europol e della Polizia tunisina. Durante le fasi operative, supportate da personale della Polizia di Stato dei reparti speciali, sono state eseguite diverse perquisizioni delegate dall'Autorità giudiziaria.


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