Cronaca

Camici: gli altri due appalti per il cognato di Fontana

Dini puntava ad altri 2,7 milioni di forniture per la Regione. Ma gli è andata male

Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana

Andrea Dini puntava ad altri due appalti di camici per la Regione Lombardia per complessivi 2,7 milioni di euro. Ovvero 450mila camici che Dama s.p.a. avrebbe dovuto fornire ad Aria e al Pio Albergo Trivulzio. Ma alla fine l'affare non è andato in porto. 

Camici Lombardia: gli altri due appalti per il cognato di Fontana

Secondo i magistrati il cognato di Attilio Fontana intendeva lavorare su due fronti. Il primo, spiega oggi Il Fatto Quotidiano, è quello di Aria dalla quale Dama il 16 aprile otterrà l’ormai famoso affidamento per la fornitura di 75 mila camici. Fornitura mai completata e dalla quale nasce l’indagine che vede indagati Fontana, il cognato Dini e l’ex dg di Aria Filippo Giovanni.

Quel mezzo milione, dunque, sarebbe s tato solo un “piccolo antipasto” prima del “piatto principa le” rapp resentato dalla fornitura ad Aria di 1,2 milioni di euro di camici. Il progetto, secondo l’in -dagine, avrebbe ottenuto anche un ok informale dallo stesso Bongiovanni (resterà però solo sulla carta). Ancor più robusto il fronte del Pio Albergo Trivulzio (Pat), la storica Baggina dei milanesi, già travolta dall’indagine sulle morti sospette da Covid nelle sue Rsa.

Qui, al momento, nessun dirigente risulta indagato. Il copione è però identico con l’ipotesi di un conflitto d’inte - ressi, visto che le nomine dei vertici sono condivise tra Comune e Regione. La vicenda del Pat era già stata svelata dal Fat - to l’8 agosto scorso. Ora anche questa storia rientra negli atti dell ’inchiesta. 

Fontana, le date del caso camici e il bonifico

La rinuncia al pagamento da parte di Dama è datato ufficialmente 20 maggio, il tentativo di bonifico è del 19 maggio. Fontana ha utilizzato il conto svizzero acceso presso l'Ubs, acceso nel 2015 con 5,3 milioni di euro provenienti da due trust alle Bahamas della madre dentista, morta a 92 anni proprio quell'anno.

La società fiduciaria attraverso cui Fontana ha ordinato il bonifico, però, l'ha bloccato per le normative antiriciclaggio: hanno "pesato" l'entità della somma, la causale non specificata, l'assenza di fatture di riscontro e il ruolo "sensibile" dell'ordinante, che ha un incarico politico.

Fontana smentisce poi che la decisione di donare i camici anziché farseli pagare sia stata dovuta all'interessamento della trasmissione televisiva di Rai3 Report che il 7 giugno scorso aveva anticipato i fatti giudiziari. Fontana aveva detto "non sapevo nulla della procedura" e "non sono mai intervenuto in alcun modo".

"Le prime domande della trasmissione si sono palesate l'1 giugno - ha spiegato oggi Fontana - Quando ho affermato di essere ignaro, intendevo appunto di averlo saputo il 12 maggio. Sapevo quel che sapevano tutti: che in quel momento era in corso una spasmodica ricerca di dispositivi" grazie alla procedura semplificata di emergenza autorizzata dal Governo. Dopo che il 9 giugno la guardia di finanza ha acquisito gli atti, l'11 Fontana ha comunicato alla sua fiduciaria di soprassedere con il bonifico.


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