Cronaca

Ucciso carabinere di quartiere: dolore e polemiche

Mentre la cittadina lombarda piange Giovanni Sali, tornano alla ribalta gli scontri sulla figura della "polizia di prossimità". Istituita con il celebre 'contratto con gli italiani' di Berlusconi, "è stato solo un modo per tagliare i costi sulla sicurezza", denunciavano gli agenti. Una denuncia inascoltata per 4 anni.

Una fascia rossa posta al centro della divisa. In dotazione, oltre al normale 'kit', un computer palmare e una radio per mettersi in contatto con la pattuglia più vicina. E' il poliziotto o il carabiniere di quartiere.

Una figura istituita - in forma sperimentale in 28 province - nel dicembre 2002 e poi allargata al territorio nazionale. Il tutto, come "promessa mantenuta" del famoso contratto con gli italiani sottoscritto da Silvio Berlusconi in diretta dagli studi di Bruno Vespa nel corso della campagna per le elezioni politiche del 2001. 

L'omicidio di Giovanni Sali in pieno centro, sabato sera, a Lodi riporta però alla ribalta le polemiche che si scatenarono quando la politica decise di istituire questa nuova figura che avrebbe dovuto rispondere al concetto di "sicurezza partecipata"

POLEMICHE. Ma la realtà, in Italia, è stata un'altra. Immediatamente alla 'polizia di prossimità è stato dato un compito 'nascosto': quello di essere normale forza di polizia. Un uomo solo - con in dotazione un palmare e una radio - ad operare come una normale pattuglia.

Un controsenso che ha portato, come denuncia il Cocer - comitato di rappresentanza delle forze armate - a "tagliare le costose pattuglie perché 'tanto c'è il carabiniere di quartiere'".

E così "all'idea di più sicurezza per i cittadini" ci spiega un rappresentante sindacale dei Carabinieri che preferisce però rimanere in anonimato "è seguito l'effetto di meno sicurezza per chi lavora per strada". 

L'attacco è chiaro, e viene 'ufficializzato' da una nota - durissima - del sindacato: "Il servizio di carabiniere di quartiere sia assicurato da almeno due militari", per garantire la massima tutela. Era quanto chiedeva con un'apposita delibera, "fin dal 2009" il consiglio di base di rappresentanza del Veneto, a cui seguì un analogo sollecito rivolto al Comandante Generale dell'Arma dal Cocer. 

"La Polizia di Stato - si legge nella delibera dei rappresentanti dei militari in Veneto - ha ritenuto doveroso fin dall'inizio garantire la sicurezza dei propri agenti disponendo che il servizio venisse svolto da due persone" proprio in considerazione del "continuo aumento dei reati predatori". La delibera dei carabinieri del Veneto concludeva chiedendo una "rivisitazione delle disposizioni che regolano il servizio di carabiniere di quartiere" in modo da prevedere che il servizio sia eliminato - e gli stanziamenti destinati alle normali pattuglie - oppure effettuato da "almeno due militari".

Il Cocer, dal canto suo, con propria delibera firmata dal generale Raggetti, dopo non aver ricevuto alcuna risposta dai vertici dell'Arma, riproponeva la questione chiedendo "per quale motivo detto servizio (il carabiniere di quartiere, ndr) debba essere svolto da un solo militare, mentre la Polizia di Stato lo disimpegna con due unità". 

UCCISO "IL CARABINIERE BUONO". "Siamo scossi, ma non abbiamo ancora capito bene che cosa è davvero successo". Questo è il commento del parroco della chiesa della Maddalena, don Mario, alla notizia della morte del carabiniere Giovanni Sali, ucciso ieri in un vicolo adiacente al complesso religioso. "Non sappiamo al momento che cosa possa essere accaduto e anche le indagini devono partire da zero, è difficile, è difficile", ripete il parroco evidentemente addolorato per la morte di un uomo benvoluto da tutta la comunità e noto per la sua generosità.

"Questo è un quartiere popolare - cerca di spiegare il parroco - un quartiere semplice, dove la gente vive tranquilla". Pochi minuti fa, terminata la messa nella chiesa della Maddalena officiata proprio da don Mario, i cittadini sono usciti dalla parrocchia sfilando nel vicolo dove ancora ci sono i segni dei rilievi dei carabinieri sul luogo del ritrovamento del cadavere. La gente sfila in silenzio, fermandosi un attimo all'altezza del luogo dell'uccisione, dove sono stati deposti dei fiori bianchi, sul selciato, sotto una finestra. 

"ERA AMICO DI TUTTI". "Giovanni era una tale brava persona che non solo era simpatico a tutti, era proprio un amico di tutti". A dirlo è uno dei tanti cittadini amici di Giovanni Sali, il carabiniere di 48 anni ucciso ieri a Lodi da una mano sconosciuta. "Noi lo vedevamo spesso, perché il suo mestiere era proprio quello di pattugliare i quartieri, soprattutto il centro - dice un signore in compagnia della moglie -. Mia moglie ha un negozio e lo vedeva quasi tutti i giorni, si prendeva il caffè insieme, si raccontava a lui se c'era qualche faccia strana che girava e gli si chiedeva una mano quando c'era qualche furtarello o per avere informazioni su come comportarsi in questioni di microcriminalità". 

L'INCHIESTA: "UCCISO CON LA SUA ARMA".Il corpo del carabiniere ucciso ieri a Lodi non presenta segni di violenza. I due colpi che l'hanno raggiunto al torace, secondo quanto si apprende, sono stati sparati dalla sua pistola di ordinanza che è sottoposta agli esami balistici del Ris. Dall'arma è partito un terzo colpo che non ha raggiunto Giovanni Sali ma di cui è stato trovato il bossolo. Le indagini proseguono senza escludere alcuna ipotesi tra cui quella di una colluttazione tra Sali e la persona che poi l'ha ucciso. Gli investigatori stanno acquisendo anche i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona da cui si spera di poter avere altri elementi. I carabinieri proseguono intanto ad ascoltare persone che erano in zona nell'ora dell'omicidio e che potrebbero fornire un aiuto alle indagini. 


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