Cronaca

False certificazioni dei vaccini obbligatori per iscrivere i figli a scuola: 21 genitori no vax nei guai

Le indagini, che abbracciano il periodo pre covid tra il 2017 e il 2019, sono partite da un'anomalia riscontrata sui certificati firmati da un medico

Foto di archivio Ansa

Ventuno genitori sono indagati nell'ambito di un'inchiesta sulle vaccinazioni obbligatorie necessarie per iscrivere i figli a scuola, coordinata dal sostituto procuratore di Rimini Giulia Bradanini. Ai genitori è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini, col preludio di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Rimini, scrive il collega Tommaso Torri. Padri e madri che, grazie alla (presunta) compiacenza di un medico pagato per i suoi servigi, secondo le accuse, ottenevano l'attestazione che serviva poi a compilare le autocertificazioni.

Le indagini, che abbracciano il periodo pre covid tra il 2017 e il 2019, erano partite sulla base di un'anomalia: un medico iscritto all'ordine nella provincia di Pesaro-Urbino che aveva firmato una quantità di certificati vaccinali sproporzionata nella provincia di Rimini. Sono così iniziati gli accertamenti che hanno permesso di arrivare a una "comune" di no vax tutti residenti nella Valconca tra Montescudo e Gemmano. Gli inquirenti dell'Arma, attraverso il filo conduttore del medico, grazie a una serie di intercettazioni telefoniche sono arrivati a dipanare la matassa scoprendo quello che è stato - sempre secondo l'accusa - il modus operandi standard per ottenere le false certificazioni.

Il medico, deceduto nel 2019 nel corso delle indagini, veniva contattato dai genitori dei bambini tutti nati tra il 2006 e il 2015 che dovevano essere sottoposti alle dieci vaccinazioni obbligatorie, in quanto il rispetto degli obblighi vaccinali era un requisito per l'ammissione all'asilo nido e alle scuole dell'infanzia. Secondo l'accusa il dottore, dietro il pagamento di una somma che mediamente si aggirava sui 300 euro, attestava l'avvenuta inoculazione delle dosi permettendo così ai genitori di presentare agli istituti scolastici una documentazione in piena regola o compilare le autocertificazioni dove attestavano comunque un falso. Per i papà e le mamme dei bambini coinvolti, in tutto sedici piccoli, l'imputazione è quella di corruzione in concorso. 
 


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