Cronaca

Fidanzati morti in auto a Napoli, l'ambasciata smentisce il rifiuto dell'Iran al rientro della salma

I due giovani sono stati trovati senza vita, ancora abbracciati, la mattina successiva: con tutta probabilità ad ucciderli è stato il monossido di carbonio rilasciato dalla Fiat Panda lasciata accesa

Vida Shahvalad, 21enne di origini iraniane trasferitasi da alcuni anni a Napoli per frequentare l'università, è morta nella notte tra il 15 e il 16 marzo in un box auto di Secondigliano insieme al suo fidanzato Vincenzo Nocerino, di 24 anni. I due, dopo una serata trascorsa con gli amici, si erano trattenuti nel garage davanti casa di lui, lasciando il motore della Fiat Panda 500 acceso per riscaldarsi.

La mattina successiva è stato il padre del giovane a trovare i corpi dei due ragazzi, senza vita, ancora abbracciati. I successivi accertamenti non hanno fatto emergere alcun segno di violenza: con tutta probabilità, la  morte è stata causata dall'inalazione del monossido di carbonio, che in poco tempo avrebbe saturato il piccolo box auto privo di impianto di ventilazione, anche se dovranno attendersi i risultati dell'autopsia per togliere ogni dubbio sulle cause e le dinamiche del decesso. 

Vincenzo Nocerino Vida Shahvalad morti a Secondigliano: cosa sappiamo

In mattinata è trapelata una notizia secondo cui i genitori di Vida avrebbero ricevuto lo stop dalle autorità di Teheran a rimpatriare il corpo della giovane. La salma non sarebbe gradita al regime, per il quale la 21enne "è una donna di facili costumi". Una notizia tuttavia smentita poche ore dopo dall'ambasciata iraniana. Le "pratiche per il trasferimento della salma della giovane sono seguite con attenzione e celerità da parte dell'Ambasciata e delle autorità in Italia" si legge in un post diffuso sui social. Le operazioni di trasferimento della salma, prosegue l'ambasciata, sono già state "avviate in coordinamento con le agenzie funebri competenti e i famigliari" anche se, si legge ancora nel post, potranno essere portate a termine solo dopo l'ok della procura. 


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