Cronaca

Yara, parla Bossetti: "Il furgone ripreso dalle telecamere non è il mio, vi dico perché"

L'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio afferma in Aula che l'autocarro ripreso dalle telecamere di sorveglianza nei pressi della palestra dove è scomparsa la tredicenne il 26 novembre 2010 non è quello di sua proprietà

Per Massimo Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, l'autocarro ripreso dalle telecamere di sorveglianza nei pressi della palestra dove è scomparsa la tredicenne il 26 novembre 2010 non è quello di sua proprietà.

"Questo autocarro è molto simile al mio - ha detto in Aula durante il suo esame condotto dalla presidente della Corte d'Assise Antonella Bertoja - ma non è il mio. Il cavalletto a protezione della cabina è più alto rispetto al mio. Il mio resta massimo 2-3 centimetri sopra, mentre deve essere 10/15 centimetri più alto".

Nelle foto mostrate, riprese da frame dei video di sorveglianza, Bossetti rileva differenze anche sulla cassetta degli attrezzi: "La cassetta in basso a sinistra è doppia rispetto al mio, che ne ha una sola. Inoltre, il mio ha solo una maniglia di apertura, mentre questo ne ha due".

Dopo i fotogrammi, all'imputato sono state mostrate figurine e album da raccolta per ragazzi che la moglie, Marita Comi, oggi in aula, ha raccolto tra quelle ritrovate in casa. Durante le deposizioni, Bossetti ha sempre raccontato di recarsi, quasi tutte le sere, a comprare figurine in diverse edicole, anche in quella di Brembate di sopra, di fronte alla palestra dove è scomparsa Yara. 

Circostanza in parte smentita dall'edicolante, che ha affermato di ricordarlo come acquirente ma che non lo ha riconosciuto come cliente abituale. Bossetti ha comunque riconosciuto le figurine e gli album portati in aula. "Certo, sono quelle che acquistavo io e non sono neanche tutte. Visto che alcune sono numerate - ha spiegato - ad alcuni edicolanti avevo lasciato il mio numero di cellulare e loro mi chiamavano per avvisarmi dei nuovi arrivi" per concludere la collezione.


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