Cronaca

La prima volta dell'Italia: giudice convalida le nozze gay

La decisione del Tribunale di Grosseto che ha ordinato al Comune di trascrivere agli atti il matrimonio - avvenuto a New York - tra Stefano e Giuseppe. Il giudice: "Non è contrario alla legge"

ROMA - La sentenza più attesa. La firma più bella. Da ieri Stefano Bucci, giornalista del Corriere della Sera, e Giuseppe Chigiotti, architetto, sono coniugi a tutti gli effetti. Il Tribunale di Grosseto, con una sentenza destinata a fare storia, ha detto sì alla trascrizione nei registri del Comune del matrimonio che i due avevano celebrato a New York, nel dicembre di due anni fa. In tanti ci avevano provato, ma quella di Stefano e Giuseppe è una prima volta tutta italiana. Nel 2012, addirittura, la Cassazione aveva negato una richiesta di questo tipo. 

I giudici di Grosseto, però, ribaltando anche il parere del pubblico ministero, hanno "regalato" alla coppia i diritti di cui godrebbe qualsiasi coppia eterosessuale. Evidentemente soddisfatto Claudio Boccini, il legale dei due, che al Corriere ha spiegato: "Devo riconoscere di aver trovato in Tribunale a Grossetto dei giudici molto attenti e, soprattutto, preparati. Ho argomentato non soltanto la questione dell’ordine pubblico (fondamentale per le nostre leggi), ma anche il fatto che nelle nostre norme non esiste un divieto esplicito al matrimonio dello stesso sesso, dunque il matrimonio omosessuale non è contrario alla nostra legislatura".

Paolo Cesare Ottati, presidente del Tribunale di Grossetto, ha fatto anche di più. Nella sentenza in cui ordina all’Ufficiale di stato civile di Grosseto di trascrivere nei registri il matrimonio fra Stefano e Giuseppe ha richiamato sì i problemi di ordine pubblico, ma ha messo in fila una serie di considerazioni che spiegano la sua decisione. "Nelle norme di cui agli articoli dall’84 all’88, lì dove non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie per contrarre matrimonio". Il giudice ha anche ricordato che "il matrimonio celebrato all’estero è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo della celebrazione".

Tanta la gioia di chi da anni si batte per i diritti degli omosessuali. Sergio Giudice, senatore del Pd, ha esultato: "Finalmente un Tribunale trae le conseguenze di quanto stabilito negli ultimi anni dalla Corte Europea dei diritti umani e della nostra Corte costituzionale. Il matrimonio gay non è contrario all’ordine pubblico, né può più essere considerato inesistente dal nostro ordinamento". Felice anche Aurelio Mancuso, altro storico dell’associazionismo gay e oggi presidente di Equality Italia: "Stefano e Giuseppe hanno ottenuto ciò che fino ad oggi è sempre stato negato dai comuni e dai Tribunali. È una grande giornata".


Si parla di