Cronaca

Fuga dalla crisi: gli italiani "scappano" all'estero

Sono oltre 94mila i cittadini che hanno scelto di lasciare casa, radici e famiglia. La meta più ambita? ll Regno Unito

Eravamo un popolo di emigranti, costretti a partire perché mancavano pane e lavoro (e dignità). Siamo tornati ad esserlo nuovamente. Il nostro paese è ormai un paese in fuga, in cui sempre di più lasciano radici e famiglia per cercare fortuna all'estero, con la crisi che morde ogni giorno più forte e il futuro appare cupo e senza speranza. Lo dimostrano i dati del Rapporto Italia nel mondo 2014 della Fondazione Migrantes.

Se nel 2012 gli italiani che si erano trasferiti all'estero erano quasi ottantamila, nel 2013 il loro numero è cresciuto del 16,1 per cento. Lo scorso anno, l'Italia ha perso 94.126 cittadini.

A partire sono più spesso gli uomini (56,3 per cento), più della metà non sono sposati ma tre italiani su dieci sono sposati e lasciano a casa moglie e figli.

A partire sono più spesso i giovani tra i 18 e i 34 anni, la generazione più penalizzata da questa crisi. Sono loro il 36,2 per cento del totale dei nuovi emigrati. Ma la recessione economica e la disoccupazione è la molla che ha spinto a partire anche molte persone tra i 35 e i 49 anni, cioè il 26,8 del totale. Ma l'emigrazione non riguarda solo gli adulti. I minori sono il 18,8 per cento e di questi il 12,1 ha meno di dieci anni.

E si tratta di numeri destinati ad aumentare. Dal 2012 al 2013, si legge nel dossier, si registra una crescita generale delle migrazioni del +19,2%, un trend che non sembra destinato a fermarsi ma che anzi appare di gran lunga sottodimensionato rispetto alla reale consistenza delle partenze che in questo momento caratterizzano l'Italia.

Ma dove vanno gli italiani?

La meta più ambita è il Regno Unito, scelto da 12.933 dei migranti italiani. Il paese della regina Elisabetta ha visto crescere la presenza italiana sul suo suolo del 71,5 per cento rispetto all'anno precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5% di crescita), la Svizzera (10.300, +15,7%), e la Francia (8.402, +19,0%).


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