Cronaca

"Mio figlio ucciso da nessuno": cancellate le condanne per il disastro del Jolly Nero

Tutti assolti nel processo di appello per i nove morti del crollo della Torre piloti del porto di Genova. A Today.it la rabbia di Adele Chiello Tusa, la mamma di una delle vittime che aveva riaperto il caso tirando in ballo la collocazione della struttura: "Allora chi ha ucciso mio figlio e le altre otto vittime?"

La torre di controllo crollata dopo l'impatto con la Jolly Nero, il 7 maggio del 2013 (Foto Lapresse)

Tutti assolti nel processo d'appello del cosiddetto filone bis sul crollo della Torre piloti del porto di Genova il 7 maggio 2013. In quel drammatico incidente, in cui la torre venne abbattuta dalla nave Jolly Nero della compagnia Messina, persero la vita nove persone. La sentenza pronunciata dal giudice Vincenzo Papillo, che ha deciso di assolvere i sette imputati, riguardava il processo incentrato sulla progettazione e sulla collocazione del manufatto, un filone riaperto anche grazie all'impegno di Adele Chiello Tusa, mamma di Giuseppe Tusa, una delle vittime della tragedia. 

Torre piloti, tutti assolti

Una sentenza shock, per le famiglie delle vittime, come testimoniano le parole pronunciate al termine dell'udienza proprio da Adele:  "Questa è un'ingiustizia: erano poveri lavoratori uccisi mentre facevano il loro dovere". Tra le persone assolte c'è anche l'ammiraglio Felicio Angrisano, numero uno della Guardia costiera a Genova e successivamente comandante generale, che in primo grado era stato condannato a tre anni. Per lui, come per gli altri sei imputati, l'accusa era di omicidio colposo plurimo. Come raccontato dalle stessa Adele a Today, in un articolo dell'ormai lontano 2018, il filone bis sull'incidente della Jolly Nero venne riaperto proprio grazie alla determinazione della donna che, aiutata da un team di consulenti, era riuscita a presentare un dossier che metteva in discussione la posizione della Torre piloti, definita pericolosa, oltre a varie omissioni sul fronte della prevenzione. Il sostituto procuratore generale Enrico Zucca aveva chiesto la condanna a 2 anni e sei mesi per l'ammiraglio Angrisano. Chiesta l'assoluzione per Fabio Capocaccia, ex commissario del Comitato autonomo portuale (2 anni in primo grado). Chiesta la condanna a un anno per Angelo Spaggiari, strutturista (1 anno e 6 mesi), Paolo Grimaldi (2 anni), e Mario Como, strutturista (1 anno e 6 mesi). Chiesta la conferma a un anno per Giovanni Lettich, della Corporazione piloti.

Adele Chiello Tusa: "Una sentenza scandalosa"

"Una sentenza scandalosa - ha commentato a Today Adele Chiello Tusa - Tutti assolti perché il fatto non costituisce reato, ma allora chi ha ammazzato mio figlio e le altre otto vittime? Nessuno è responsabile della loro morte, nonostante la sicurezza di quella struttura fosse di competenza del suo datore di lavoro. La verità è quella torre non doveva stare lì, in un bacino d'acqua così piccolo può capitare l'errore di manovra di una nave. Mio figlio operava per la sicurezza della navigazione in mare, ma nessuno ha pensato alla sicurezza di mio figlio, in ballo ci sono troppi interessi".

La mamma di Giuseppe Tusa, così come gli altri familiari delle vittime, in un certo senso si aspettavano un colpo di scena in aula: "Si vociferava che sarebbe andata così e anche la presenza in aula degli imputati, che invece erano casualmente assenti in primo grado, quando sapevano che sarebbero stati condannati. Il problema è che nel primo filone del processo, quello sulla nave, i ministeri italiani si erano costituiti parte civile, in quando avevano subito un danno nella distruzione della torre. In questo invece è lo stesso Stato italiano a essere sotto accusa. Quando il giudice ha emesso la sentenza gli ho gridato che era un venduto, e che aveva deciso così soltanto perché su quella torre non c'era il suo di figlio".

"Il giudice ha fatto anche un'altra cosa grave avvenuta in aula - racconta Adele - non ha consentito l'accesso alla televisione e ai giornalisti, nonostante ci fosse il parere positivo di tutte le parti. Il magistrato non ha voluto neanche prendere in considerazione la sentenza della Cassazione nel processo sulla nave, in cui i giudici avevano messo nero su bianco che le responsabilità per l'incidente erano da distribuire, anche sull'ubicazione della torre, così come i soldi per i risarcimenti. Ma in questo modo lo Stato non dovrà pagare nulla".

Dopo la sentenza di oggi, la speranza per le famiglie delle vittime rimane la Cassazione: "Come è possibile - si chiede Adele Chiello Tusa - che un singolo magistrato possa ribaltare tutti i pronunciamenti e le sentenze emesse in precedenza da altri giudici? Ripongo molte speranze nella Cassazione, mi aspetto una sentenza giusta che riconosca tutte le responsabilità, come già avvenuto durante il processo sulla nave. Sono passati 10 anni - conclude la mamma di Giuseppe Tusa - e ancora non c'è una sentenza chiara che dica con chiarezza di chi è la colpa. Secondo loro la responsabilità è dei morti, che non hanno avvertito il pericolo che si avvicinava, e non di chi li ha messi dentro quella torre". Un duro colpo per Adele e per tutte le famiglie delle vittime della Torre piloti di Genova, ma la battaglia non è ancora finita.


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