Cronaca

Famiglia avvelenata dal tallio, morta anche la madre: tre ancora ricoverati

Maria Gioia Pittana è morta all'ospedale di Desio terza vittima del misterioso avvelenamento che nelle scorse settimane aveva causato la morte prima della figlia, Patrizia Del Zotto, sessantadue anni e poi del marito Giovanni Battista Del Zotto

DESIO - Terza vittima per avvelenamento da tallio in Brianza. Come riporta Monza Today Maria Gioia Pittana, 87 anni è morta, nella notte all'ospedale di Desio. Il marito e la figlia, Giovanni Battista e Patrizia Del Zotto, erano deceduti il 2 ottobre. Stando a quanto riferisce l'Azienda socio-sanitaria territoriale di Monza, sono al momento "stabili" del condizioni degli altri tre ricoverati.

Maria Gioia Pittana è l'anziana madre di famiglia la terza vittima del misterioso avvelenamento che nelle scorse settimane aveva causato la morte prima della figlia, Patrizia Del Zotto, sessantadue anni e poi del padre, ex partigiano, Giovanni Battista Del Zotto. Le condizioni della donna di 87 anni erano apparse fin da subito molto critiche anche a causa dell'età e alle pregresse patologie croniche dell'anziana.

Le condizioni dell'intera famiglia erano apparse fin da subito molto gravi e padre, madre e le due sorelle erano state ricoverate in ospedale a Desio a causa di un avvelenamento da tallio dopo aver manifestato sinomi di malessere di ritorno da un periodo di vacanza a Varmo, in provincia di Udine. Dopo il decesso di Patrizia Del Zotto e del padre, con l'aggravarsi delle condizioni degli altri membri della famiglia di Nova Milanese, erano stati disposti accertamenti medici anche sugli altri membri della famiglia, compresi figli e consorti. 

In ospedale così era stato ricoverato anche il marito di Patrizia Del Zotto e la badante della famiglia. Mentre la Procura ha aperto un fascicolo e indaga per capire l'origine del misterioso avvelenamento, il bilancio delle vittime del tallio è salito e i decessi registrati in Brianza ad oggi sono tre. 

Avvelenamento da tallio, le indagini sul purè di patate

L'attenzione degli inquirenti si è concentrata soprattutto sui cibi che la famiglia ha ingerito. Un puré di patate trasformatosi da piatto appetitoso in un killer silenzioso? Potrebbe essere questa la soluzione del giallo che da settimane vede impegnati al lavoro gli inquirenti. Al momento l’ipotesi che qualche veleno si sia aggiunto ai cibi consumati dalla famiglia del Zotto appare quella più credibile.

Se perde quota l’ipotesi di un pozzo inquinato (il tallio si diluisce molto nell’acqua), è invece presa ancora in considerazione la possibilità di un inquinamento ambientale: il tallio viene rilasciato nell’atmosfera al termine di lavorazioni ambientali e può diffondersi nell’aria che respiriamo.

Che cos'è il Tallio: veleno potente quanto raro

Che cos'è il Tallio: veleno potente quanto raro

Il tallio, elemento contenuto anche negli escrementi di piccione, è un veleno che colpisce raramente in Italia, ma una volta entrato nell'organismo è molto difficile da eliminare. Lo ha affermato Carlo Locatelli, direttore del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia. 

"Nel nostro centro abbiamo al massimo un caso l'anno, anzi forse meno - spiega Locatelli -. E' una sostanza che una volta era una causa più frequente di avvelenamento perché veniva usato come topicida, poi  è  stato proibito dall'Ue. Ci sono stati dei casi a volte criminosi di avvelenamento, a volte un uso accidentale di prodotti che non si dovevano utilizzare, magari comprati da Internet. E' presente anche in alcuni dispositivi elettrici ed elettrotecnici".

Il tallio, continua l'esperto,  è un veleno molto potente, tossico sia per inalazione che per ingestione, difficile da diagnosticare e trattare, anche se esistono dei farmaci che lo 'estraggono' dall'organismo. "E' una molecola molto piccola - spiega - una volta che entra nei tessuti si diffonde velocemente, ed è difficile da eliminare. Ci sono dei trattamenti ma molto lenti, l'organismo deve reggere all'avvelenamento. In alcuni casi servono diversi mesi di cure perché il livello torni alla normalità, abbiamo avuto dei casi in cui sono stati necessari cinque mesi di trattamenti".  

I danni principali causati dal veleno sono a carico del sistema nervoso, ma può dare anche problemi cardiaci. I sintomi immediati sono di tipo gastrointestinale. La dose letale varia a seconda di chi lo ingerisce. "Questo elemento ha un assorbimento gastrico molto rapido - conferma Paolo Maurizio Soave, del Centro Antiveleni del policlinico Gemelli di Roma - e danneggia tutti gli organi, dal rene al pancreas al cuore ai polmoni. La tossicologia è fatta da due elementi, la persona e la sostanza tossica incriminata. Il tallio a certe dosi è  tossico, ma chiaro che la tossicità si incrementa sulla base di patologie e condizioni preesistenti. In generale un giovane può sopportare di più il veleno, mentre per un anziano la dose letale  più bassa". 


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