Cronaca

Omicidio Massimo Melis: il giallo del soccorritore ucciso come un boss

Il delitto scuote Torino. Un'esecuzione, un unico colpo di pistola alla tempia da breve distanza ha posto fine alla vita di un uomo senza nemici, che lavorava alla Croce Verde. Il killer ha aspettato che tornasse in auto dopo aver accompagnato a casa un'amica

Il luogo dell'omicidio. Foto Ansa

Omicidio a Torino. E' stato trovato nel pomeriggio del giorno di Ognissanti il cadavere di un uomo all'interno della sua autovettura, una Fiat Punto. L'automobile era in via Gottardo, periferia nord del capoluogo piemontese. L'uomo è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa. La vittima è Massimo Melis, 52 anni, incensurato, dipendente della Croce Verde di Torino. Sul posto gli agenti della polizia di Torino che stanno procedendo con le indagini.

Torino, l'omicidio di Massimo Melis

Ucciso come un boss. Un'esecuzione, un unico colpo di pistola alla tempia da breve distanza. Melis stava per ripartire in auto dopo aver accompagnato a casa un'amica. L'omicidio risale alla notte tra 31 e 1, ma il cadavere è stato rinvenuto solo ieri pomeriggio, quando è stato notato riverso nell'abitacolo. Melis è rimasto accasciato sul sedile della sua auto per quindici ore, senza che nessuno lo soccorresse. Dove aveva parcheggiato ci passa chi porta il cane al parco Sempione, ma ha imparato a non guardare dentro ai finestrini delle macchine. Una zona di spaccio.  L'auto era in un'area isolata, adibita a parcheggio per un grande condominio. Non una bella zona per lasciare l'auto di notte, dicono gli inquilini.

"Un uomo buono e senza nemici"

Gli amici e i conoscenti sono increduli. "L'uomo più buono del mondo" dice un collega. 

Sul caso indaga la Squadra Mobile. Melis non aveva ombre di alcun genere.Una vita tranquilla, aveva iniziato come volontario soccorritore e poi era diventato dipendente della Croce Verde. Sempre disponibile con i colleghi, guidava le ambulanze, portava le barelle. La donna che era con lui, un'amica quarantenne di Melis, è stata interrogata a lungo dagli inquirenti. Abita nel grande condominio di fronte al giardino, e lavora come barista nel bar a pochi metri di distanza. Si torna lì, a quell'isolato. Secondo il quotidiano torinese "c'è il sospetto che la donna sia diventata oggetto di attenzioni da parte un altro uomo, un cliente del locale. Da qualcuno che aveva cercato di corteggiarla e probabilmente vedeva in quel legame speciale una presenza ingombrante". Solo ipotesi, al momento. 

Proprio il fatto che l'assassino sapesse dove trovarlo è un elemento forte in mano agli investigatori della squadra mobile, scrive TorinoToday: l'omicidio potrebbe essere legato in qualche modo proprio alla relazione sentimentale della vittima, che qualcuno evidentemente avrebbe mal sopportato.

Non ha avuto il tempo di reagire

Patrizia e Massimo due sere fa erano usciti insieme. Lui l'ha accompagnata a piedi fino all'androne del palazzo, poi è tornato verso la sua auto. E' in quel momento che il killer è entrato in azione. "Certamente il killer si è avvicinato alla macchina - ragiona Repubblica -  Forse è stata la vittima stessa ad aprire la portiera a una persona conosciuta. In ogni caso la vittima non ha avuto il tempo di reagire ed è stato colpita con un solo colpo alla tempia sinistra. Il proiettile si è conficcato nella portiera del passeggero e solo oggi potrà essere recuperata l’ogiva sperando che dall’analisi possano arrivare informazioni utili sull’arma che ha fatto fuoco".

Su Facebook sono ore di profondo cordoglio e commozione. Increduli, tanti amici e conoscenti danno un ultimo saluto virtuale a Massimo Melis. Un uomo buono e senza nemici, che viveva con l'anziana madre. "Adesso, sia fatta giustizia": è questo l'appello di chi gli voleva bene. Un omicidio così assurdo che c’è anche chi ipotizza uno scambio di persona. Nella zona non ci sono telecamere di sorveglianza. Oggi sarà compiuto un altro sopralluogo sul luogo dove è stata trovata la vittima, per cercare eventuali elementi utili alle indagini.


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