Cronaca

Trovati in un bosco i resti di un operaio ucciso 20 anni fa ma l'omicidio resterà senza colpevoli

I titolari dell’azienda per cui lavorava Mohamed Sow erano stati indagati dalla procura di Verbania e poi assolti. Pertanto il processo non potrà riaprirsi

Sono di Mohamed Sow, un operaio senegalese scomparso 20 anni fa, i resti trovati ad aprile nei boschi di Oleggio a Novara. Lo ha reso noto la Procura di Verbania che scrive l'ultimo capitolo della vita dell'operaio 27enne scomparso il 16 maggio del 2001 dopo un turno di lavoro alla Pulimetal di Paruzzaro. Per la sua scomparsa furono indagati i titolari della ditta dove lavorava. Il pm Fabrizio Argentieri formulando un'accusa per omicidio e occultamento di cadavere ipotizzo che durante un diverbio per una busta paga, il giovane operaio fosse stato colpito alla testa e poi sepolto nei boschi. Gli accusati furono condannati per omicidio preterintenzionale nel 2009, ma nel 2014 i due sono stati assolti in via definitiva per insufficienza di prove. Poi la svolta. 

Nell'aprile del 2021 un uomo che stava passeggiando nei boschi tra Oleggio Castello e Gattico ha notato qualcosa e ha chiamato le forze dell'ordine: si trattava di un teschio umano. Vista la complessità dell'identificazione, sul teschio si è messa al lavoro l'equipe di Cristina Cattaneo, la direttrice del Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell'università degli Studi di Milano, che in passato si è occupata di numerosi casi complessi, tra i quali quello di Yara Gambirasio. Ora, dopo mesi di lavoro, è arrivata la conferma che il teschio è proprio quello del 27enne, grazie al confronto con alcune lastre che Mohamed Sow aveva eseguito nel 2000 all'ospedale di Borgomanero.

L'omicidio resterà senza colpevoli

Nonostante il ritrovamento del corpo però nessuno verrà di nuovo accusato dell'omicidio di Mohamed: Fedele e Rettura sono già stati assolti in via definitiva e quindi, anche con nuove prove, il processo non può più essere riaperto. "L'imputato assolto o prosciolto con sentenza irrevocabile - ricorda la procura - non può essere sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto, neppure diversamente qualificato o circostanziato". Pertanto le analisi dei Laboratori di antropologia e odontologia forense Università di Milano, non consentiranno tuttavia di riaprire il caso.

Come ricorda Novaratoday gli accusati chiusero la ditta di Paruzzaro per tornare in Calabria, nel loro paese di origine, dove sono stati arrestati nel 2017 durante un'operazione della Procura antimafia.


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