Cronaca

Morto Wesolowski, l'ex arcivescovo accusato di pedofilia

Jozef Wesolowski era sotto processo per atti di pedofilia commessi a Santo Domingo, dove era nunzio apostolico, e detenzione di materiale pedopornografico. Il processo all'ex presule era stato sospeso lo scorso 11 luglio a seguito di un malore

Jozef Wesolowski

E' morto la notte scorsa in Vaticano l'ex nunzio nella Repubblica Dominicana ed ex arcivescovo Jozef Wesolowski, 67 anni. L'ex presule polacco, già ridotto allo stato laicale dalle autorità della Santa Sede, era sotto processo in Vaticano per atti di pedofilia - durante la sua esperienza da nunzio apostolico a Santo Domingo - e possesso di materiale pedopornografico.

La notizia della morte di monsignor Wesolowski è stata confermata dalla Santa Sede. "Alle prime ore di questa mattina - afferma un comunicato della sala stampa vaticana - è stato trovato defunto nella sua abitazione in Vaticano S.E. Mons. Jozef Wesolowski, già nunzio apostolico. Subito intervenuta l'autorità vaticana per i primi accertamenti, i quali indicano che la morte è dovuta a cause naturali. Il Promotore di Giustizia ha ordinato un'autopsia, che sarà effettuata oggi stesso e i cui risultati saranno comunicati appena possibile. Il Santo Padre è stato doverosamente informato di tutto".

LA STORIA - Il prelato, secondo quanto denunciato da un'inchiesta della giornalista Nuria Piera nel 2013, avrebbe adescato alcuni ragazzini su una spiaggia di Santo Domingo, pagandoli per fare sesso. Era stata la stessa giornalista ad accusare il sacerdote di pagare per fare sesso con minori e di frequentare una zona famosa per la prostituzione minorile. La documentazione era poi stata trasmessa alla magistratura polacca, che inizialmente aveva avuto poco margine di manovra, a causa soprattutto dell'immunità diplomatica di cui godeva allora il nunzio. A muoversi in prima persona, però, era stato Papa Francesco che aveva deciso di richiamarlo a Roma nell’agosto 2013, in seguito proprio alle accuse di abusi su minori. In Vaticano Wesolowski era stato quindi sottoposto al giudizio canonico, il cui primo grado si è concluso a giugno dello scorso anno con la riduzione allo stato laicale, e poi a un processo penale, seguito dalle autorità di polizia e dalla magistratura vaticana. Poi era stato condotto nelle carceri della Santa Sede, prima della sospensione del processo - il ventuno luglio scorso - a seguito di un malore.


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