Cronaca

"Non riaprite le discoteche in Sardegna": ignorato il parere negativo del Cts

Il quotidiano La Repubblica ha scovato il documento del comitato sardo di esperti che stroncava l'ordinanza del presidente Solinas: "Uno spot all'assembramento". La decisione della Regione venne giudicata confusa. Indaga la Procura di Cagliari

Foto repertorio (Ansa)

Le discoteche aperte in Sardegna ad agosto tornano in primissimo piano. A differenza di quanto ventilato da alcune parti in passato, il parere del Cts sulla riapertura delle discoteche c'era ed era negativo. E' stato il quotidiano La Repubblica a trovare la mail degli esperti alla Regione, che riporta la data del 6 agosto.

"Il parere del Cts ignorato dalla Regione"

Il Comitato tecnico scientifico sardo si era quindi opposto alla decisione della giunta regionale di continuare a tenere aperte le discoteche. Il parere dei 4 esperti - Stefano Vella, Pietro Cappuccinelli, Francesco Cucca e Giovanni Sotgiu - sarebbe stato inviato, tra gli altri, all'assessore Mario Nieddu e al direttore generale della Sanità Marcello Tidore, secondo quanto riporta il quotidiano in un articolo di Fabio Tonacci. Dopo aver analizzato la prima bozza dell'ordinanza che conteneva la proroga all'apertura dei locali da ballo il giudizio dato fu chiaro, inequivocabile: “Il Comitato non approva il documento”.

Il 9 agosto scadeva infatti l’ordinanza regionale che lascia aperte le discoteche, la giunta Solinas compilò una nuova bozza affinché l’apertura venisse prorogata seppure con alcune attenzioni e la mandò al Cts sardo per avere un parere. Gli esperti avevano espresso preoccupazione per le scene di assembramento testimoniate da diverse foto pubblicate sui social. Invece l'11 agosto, dopo un'accesa discussione in Consiglio regionale, Solinas, "acquisito il parere del Cts", aveva firmato l'ordinanza finita al centro del servizio di Report . 

"Stiamo assistendo all'apertura di attività dove addirittura l'assembramento viene ostentato come elemento di richiamo pubblicitario",

Dicevano anche questo gli esperti, facendo notare tra le altre cose che il distanziamento di un metro all'interno delle discoteche è inadeguato. La decisione della Regione Sardegna di aprire i locali venne giudicata confusa, con controlli impossibili da effettuare

Il caso delle discoteche aperte ad agosto in Sardegna

"Si trattava di lasciare aperte le discoteche solo qualche giorno in più, fino a Ferragosto: lo sapevamo che i contagi stavano salendo, abbiamo rischiato” aveva candidamente detto Angelo Cocciu, capogruppo forzista in Regione, a Report. “Non volevamo tenere aperte le discoteche fino al 31 agosto, così avremmo ammazzato la Sardegna: era questione di uno o due giorni”. Forza Italia fa parte della maggioranza che in Regione sostiene il presidente Christian Solinas. Ben prima di Ferragosto il coronavirus aveva ripreso la sua corsa nell'isola dei quattro mori. I casi di Covid-19 iniziarono ad aumentare in maniera preoccupante. Ricordando le giornate precedenti all’ordinanza che teneva aperte i locali e le discoteche, il politico spiega: “Mi sono arrivate tante telefonate, gestori che ci chiedevano di tirare qualche giorno in più. Billionaire e Phi Beach avevano per esempio contratti stratosferici con dj importanti”.

In pratica in molti chiesero a Solinas e alla sua giunta qualche giorno di apertura in più. Furono giornate convulse. Al 7 agosto risale il Dpcm governativo che chiudeva a livello nazionale le discoteche ma che lasciava libere le Regioni di agire diversamente con proprie ordinanze specifiche. L'11 agosto il governatore Christian Solinas adottò quindi un’ordinanza che le teneva aperte, valida sino al 31 agosto. Passato il Ferragosto si corse ai ripari e il 16 l'ordinanza venne revocata. Quindi si decide di tenere aperto, forse sapendo sapendo che sarebbe stato solo per quei pochi giorni, il picco della stagione turistica. "Non di più" spiega Cocciu, "altrimenti avremmo ucciso la Sardegna". In che senso? "A quel punto i contagi stavano salendo parecchio, non potevamo stare aperti certo fino al 31. Questo lo sapevamo benissimo".

Se esiste realmente un parere del Cts così chiaro, esplicito e di facile lettura, il caso non è destinato a sgonfiarsi a breve. Un'inchiesta per epidemia colposa è stata aperta dalla Procura di Cagliari per fare piena luce sulla vicenda.

La replica di Solinas (ma l'opposizione chiede le dimissioni)

Nel pomeriggio arriva poi la replica di Solinas attraverso una nota dell'ufficio stampa: "Nessun legame tra il parere del 6 agosto e la decisione sulle discoteche. ll documento non è riferito all'ordinanza dell'11, ma ad una bozza di linee guida regionali per il settore delle discoteche, mai adottate". Dunque, ribatte la Regione, non è quello il parere su cui il governatore si è basato per emanare il provvedimento cinque giorni dopo.

L'opposizione non ci sta. E nel giro di poche ore prima chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta del Consiglio regionale sulla gestione complessiva dell'emergenza sanitaria, poi le dimissioni di Solinas, infine annuncia una mozione di sfiducia. 

Le discoteche aperte in Sardegna: "I contagi salivano, lo sapevamo e abbiamo rischiato"


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