Cronaca

Il pescatore che ha salvato 24 migranti: "Ho preso una denuncia ma lo rifarei ancora"

Il caso di Vincenzo Partinico, che sabato scorso ha soccorso un'imbarcazione di fortuna a 39 miglia da Lampedusa. Un gesto che gli è costato una denuncia, non per aver salvato delle vite, ma perché non poteva trovarsi così distante dalla costa''

Foto di repertorio Ansa

Quando ha visto quelle persone in mare che stavano lottando tra la vita e la morte, non ci ha pensato due volte e si è lanciato in loro soccorso. Protagonista della vicenda Vincenzo Partinico, pescatore 57enne di Lampedusa, che sabato scorso ha tratto in salvo 24 migranti che si trovavano a circa 30 miglia dall'isola in provincia di Agrigento: "Lo rifarei altre mille volte. Non potevo mica invertire la rotta e andare via lasciandoli in mare. Una persona che ha un cuore non può farlo. Non sarei riuscito a dormire la notte. Non chiamatemi eroe, non ho fatto niente di eccezionale''. 

Nonostante questo, l'uomo è stato denunciato, ma non per il salvataggio in sé, ma perché non aveva l'autorizzazione per navigare a quella distanza dalla costa. Un motivo che non ha fermato il coraggioso pescatore, che in mare non ha mai lasciato nessuno: "Ogni pescatore sa che non è possibile". Anche sabato notte Vincenzo è uscito con la sua barca di poco più di 8 metri per una battuta di pesca. Era a 39 miglia dalla costa. "Erano le 4.45 del mattino, aspettavo l'alba con le luci accese per iniziare a pescare , quando ho sentito un urto e poi sulla prua mi sono trovato 8 persone".

Attimi concitati durante i quali la carretta del mare su cui viaggiavano i migranti ha iniziato a imbarcare acqua. "Alcuni sono finiti in mare, allora insieme al ragazzo che lavora con me abbiamo iniziato a lanciare i salvagenti. Ne abbiamo recuperati due dal mare. Poi tutti gli altri". In una catena di solidarietà che chi vive il mare conosce bene. "Già in passato mi è capitato di aiutare pescatori, diportisti. I migranti? Sono esseri umani. Non c'è differenza e chi dice il contrario è solo un cretino".

"Ho avuto paura", ammette Vincenzo che ancora a raccontare quella notte ha la voce spezzata dall'emozione. "Avevano i vestiti zuppi d'acqua e negli occhi spalancati il terrore di quello che avevano vissuto. Avranno pensato di morire". Lì, in mare. Mentre cercavano una vita migliore. "Una volta a bordo ho dato loro l'acqua e i panni che avevo a bordo". Prima di affidarli alla motovedetta della Capitaneria di porto.

Adesso, però, Vincenzo dovrà ricorrere all'aiuto di un legale. È stato denunciato. Non aveva l'autorizzazione per trovarsi a 39 miglia dalla costa. "Possono farmi tutte le multe che vogliono, tanto io lo rifarei... altre mille volte", scandisce.

E a chi parla di emergenza sbarchi a Lampedusa replica: "L'emergenza è nelle immagini delle tv. Il fenomeno si ripete identico da anni. E' nei Paesi di partenza che si deve intervenire, ma sull'isola i migranti non li vedi mica a passeggio per le strade. Una volta sbarcati vengono condotti nell'hotspot e davanti le nostre coste ci sono le navi quarantena. Non abbiamo paura, ma certo non si può dire accoglienza lasciarli ammassati come animali dentro un centro che ne può contenere 250 e invece arriva ad ospitarne ahimè anche 1.300...". 


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