Pompei chiude per sciopero, duemila turisti bloccati ai cancelli
Disagi per i turisti rimasti bloccati davanti ai cancelli. In coda oltre 2 mila persone, nessuno è stato avvisato. Non sono mancate le tensioni. Il ministro Franceschini parla di un "danno incalcolabile per il turismo"
Non è bastato lo sciopero dei piloti e assistenti di volo Alitalia proclamato dall'Anpac, che ha fatto registrare decine di cancellazioni con pesanti ripercussioni soprattutto nell'aeroporto romano di Fiumicino. I cancelli si sono chiusi anche a Pompei, a causa di un'assemblea dei sindacati Fp Cisl, Filp e Unsa che si è riunita in mattinata. Disagi gravissimi per turisti e tour operator non avvisati dell'improvviso cambio di programma delle rappresentanze sindacali aziendali.
Tutti i problemi sembravano essere stati scongiurati visto che il giorno prima la Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia aveva scongiurato lo stop degli ingressi utilizzando del personale dell'Ales e molti custodi avevano disertato l'assemblea sindacale, garantendo la sicurezza delle domus aperte. Ma stamane, quando sono arrivati oltre 2mila turisti accompagnati da diversi tour operator, i cancelli erano sbarrati e il personale "scomparso".
Tra sindacati e amministrazione si sarebbe verificata una vera e propria "rottura", a causa di dichiarazioni pubbliche del soprintendente Massimo Osanna. Ai cancelli di tutti i siti archeologici vesuviani si sono formate lunghe file, con tensioni per il mancato annuncio, che solitamente precede la protesta. Mancavano persino i cartelli di avviso alle biglietterie.
L'improvvisa chiusura degli scavi di Pompei, ha fatto subito scattare la reazione del ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini, che ha definito l'espidosio "un danno incalcolabile": "Chi fa così - ha aggiunto Franceschini riferendosi a chi ha indetto l'assemblea - fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa del male al proprio Paese".
Anche la Cgil prende le distanze dal blocco: "L’iniziativa messa in atto oggi da alcune sigle sindacali a Pompei danneggia l’immagine della Campania e di uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Sono forme di protesta che penalizzano anche le stesse organizzazioni che le promuovono" commenta il segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella.