Cronaca

Dopo Genova l'Italia si scopre fragile: tutti i ponti a rischio crollo (secondo il Codacons)

Partendo dal caso del ponte crollato a Genova l'attenzione si è spostata tuttavia anche su tutte le infrastrutture che in Italia hanno raggiunto il "fine vita" e che necessitano di interventi urgenti di manutenzioni straordinaria. La denuncia dell'associazione dei consumatori

Resta fermo a 38 il bilancio delle vittime del crollo del ponte Morandi a Genova. Da ore Vigili del fuoco e soccorritori impegnati tra le macerie del viadotto sul Polcevera non riescono a recuperare altre persone mentre resta difficile calcolare i dispersi, oltre una decina secondo i calcoli, che si aggiungono alla quindicina di feriti sopravvissuti ad una tragedia che ha fatto il giro del mondo.

I lavvori di ricerca sono concentrati alla base del pilone crollato, sull'argine del Polcevera, dove è precipitato il blocco più grande (circa 20 metri di lunghezza) del ponte, a ridosso dei binari della ferrovia.

Ponte crollato a Genova, ultime notizie

La Procura di Genova ha disposto il sequestro della parte del viadotto che ha resistito al crollo di tre giorni fa. Consulenti tecnici - gli ingegneri Renato Buratti, di Genova, e Pier Giorgio Malerba, da Milano - monitoreranno il trasferimento dei residui della campata centrale del ponte e le macerie saranno sequestrate dopo lo stoccaggio.

Al momento nell'ambito dell'inchiesta sulle cause del crollo non figurano iscrizioni di indagati e il fascicolo resta a carico di ignoti. A guidare le indagini il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio insieme ai pm genovesi, Walter Cotugno e Massimo Terrile, mentre gli approfondimenti sono svolti dalla Squadra Mobile di Genova, dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale. Ancora incerti i tempi sul termine delle operazioni dei vigili del fuoco.

"Il governo è compatto, nessun dubbio sulla procedura di revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia", lo scrive su twitter Francesco D’Uva, capogruppo M5S alla Camera mentre il Ministero delle infrastrutture chiarisce come i controlli sulle opere in concessione spettino al concessionario.

"Con l`istituto della concessione - chiarisce il comunicato del Governo - lo Stato demanda ad un soggetto terzo, concessionario, le competenze legate alla gestione e manutenzione dell`infrastruttura che vengono esercitate sulla base di una specifica organizzazione e con disponibilità di uomini e mezzi. Tale schema operativo prevede il trasferimento al concessionario di ogni onere connesso alla verifica dello stato dell`infrastruttura, come peraltro acclarato dall`articolo 14 del Codice della Strada".

Partendo dal caso del ponte crollato a Genova l'attenzione si è spostata tuttavia anche su tutte le infrastrutture che in Italia hanno raggiunto il "fine vita" e che necessitano di interventi urgenti di manutenzioni straordinaria. Se timore sorge dall'inquientante storia dei viadotti Morandi ad Agrigento, e Roma, sono decine le strutture finite sotto l'occhio dell'attenzione mediatica in tutto il territorio nazionale.

Quali sono i ponti a rischio Regione per Regione

All'indomani della tragedia accaduta a Genova l'associazione dei consumatori Codacons pone sotto la lente di ingrandimento lo stato delle infrastrutture sul territorio italiano, mettendo in luce ponti e viadotti che secondo l'associazione necessitano di accertamenti urgenti.

Piemonte | Lombardia | Friuli Venezia Giulia | Emilia Romagna |Toscana | Abruzzo | Puglia | Calabria | Basilicata | Sicilia | Sardegna | Lazio

I ponti a rischio in Piemonte

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Piemonte e indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza;

  • Priero, Viadotto A6 Chiaggi
  • Fossano, Viadotto A6 Stura di Demonte
  • Autostrada Savona-Torino, all'altezza di Cadibona
  • Viadotto A6 tra Altare e Ferrania

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetti di Cuneo e Savona. A loro, chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini piemontesi che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Lombardia

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Lombardia e indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza;

  • Lecco, Cavalcavia Isella
  • Como, Viadotto dei Lavatoi
  • Milano-Meda, Ponte 14 all’altezza di via San Benedetto a Cesano Maderno (Km 140+228)
  • Milano-Meda, Ponte 12 all’altezza di via Alessandro Manzoni, Cesano Maderno (Km 139+318)
  • Milano-Meda, Ponte 10 all’altezza di via Maestri del Lavoro a Bovisio Masciago (Km 138+913)
  • Milano-Meda, Svincolo 26 (Km 142+974)
  • Ponte di Legno, Viadotto

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetti di Lecco, Como, Milano, Monza e Brianza. A loro, chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini lombardi che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Friuli Venezia Giulia

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Friuli Venezia Giulia.  Qui l'associazione dei consumatori indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza:

  • Prato Carnico, ponte sul Degano

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questo cavalcavia/viadotto per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare il prefetto di Udine. A lui, chiamato in causa quale responsabile diretto della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini friulani che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Emilia Romagna

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Emilia Romagna e indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza;

  • Viadana-Borretto, Ponte sul Po
  • Colorno-Calsalmaggiore, Ponte sul Po
  • Ragazzola-San Daniele, Ponte sul Po

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetto di Reggio Emilia e Parma. A loro, chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini dell'Emilia Romagna che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Toscana

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Toscana. Qui l'associazione dei consumatori indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza:

  • Firenze, Ponte Vespucci
  • Pontedera, superstrada che collega via dei Panieracci a via del Podere, nella frazione di Gello

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetti di Firenze e Pisa "chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica". L'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio:

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini toscani che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Abruzzo

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Abruzzo. L'associazione dei consumatori indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza;

  • In particolare, Viadotti A24-A25 di Popoli, Svincolo Bussi, Tornimparte
  • In particolar, A25 nel tratto che collega Pratola Peligna a Cocullo
  • In generale, tutti i viadotti autostradali A24 e A25

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetti di Pescara L'Aquila. A loro, chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini abruzzesi che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Campania

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Campania e l'associazione dei consumatori indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza;

  • Viadotto Manna, Ariano Irpino
  • Ponte alla foce del fiume Sele SP 175
  • A2, Viadotto Castellammare
  • Salerno, viadotto Gatto
  • Vietri, Viadotto Vietri
  • Napoli, Ponte di Carmiano tra S. Maria la Carità e Gragnano
  • Castellammare, viadotto San Marco

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetto di Avellino, Salerno e Napoli. A loro, chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini campani che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio.

Per quanto riguarda il viadotto Gatto, in particolare, conviene ricordare le denunce Codacons dell'avv. Marchetti, grazie alle quali è emerso come da quando è stato costruito, 40 anni fa, il viadotto non sia stato mai revisionato (come emerge dalla dichiarazione resa dall'ing. Micillo del Comune di Salerno). Proprio sulla base di questi fatti la Procura ha aperto un procedimento e sequestrato i verbali della Commissione Trasparenza del Comune di Salerno, dove l'ingegnere ha reso queste dichiarazioni".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Puglia

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Puglia. L'associazione dei consumatori indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza:

  • SS16 bis Viadotto, Trani

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questo cavalcavia/viadotto per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare il prefetto di Barletta-Andria-Trani. A lui, chiamato in causa quale responsabile diretto della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini piemontesi che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Basilicata

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Basilicata e l'associazione dei consumatori indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza;

  • Viadotto “Carpineto I” di 241 metri sul raccordo autostradale Potenza-Sicignano
  • Ponte San Nicola di Palazzo San Gervasio
  • Viadotto “Platano” (raccordo autostradale 5 Sicignano Scalo-Potenza)

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare il prefetto di Potenza. A lui, chiamato in causa quale responsabile diretti della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini lucani che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Calabria

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Calabria. Qui l'associazione dei consumatori indica una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza:

  • 4 Viadotti Fiume Mesima A2 tra Rosarno e Mileto (pericolanti e sotto sequestro)
  • Variante 106 tratto A
  • Ponte Morandi, Catanzaro
  • Viadotto Cannavino (Celico - Cosenza)
  • Ponte Cannavino SS107 tra Paola e Crotone
  • Ponte Petrace SS18 tra Gioia Tauro e Palmi

Il Codacons chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetti di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro. A loro, chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini calabresi che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Sicilia

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Sicialia e indica alcuni manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza:

  • Autostrada Catania-Palermo, ponte Simeto
  • Agrigento, Viadotto Morandi
  • Porto Empedocle, ponte Spinola
  • Porto Empedocle, ponte Salsetto
  • porto Empedocle, ponte Zubbie o Re
  • Strada statale 626 Caltanissetta Gela (100m da Capodarso)
  • Ponte sul fiume Gornalunga lungo la S.P. 74 è in prossimità dei territori comunali di Belapasso, Motta S. Anastasia, Paternò e Palagonia

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questi cavalcavia/viadotti per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare i prefetti di Agrigento, Caltanissetta, Catania e Palermo "chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica. L'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini sardi che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio in Sardegna

Il Codacons lancia un'allerta sullo stato delle infrastrutture che sussistono nella Regione Sardegna e indica alcuni manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza:

  • Cavalcavia SS131, Mesu Mundu

L'Associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su questo cavalcavia/viadotto per 30 giorni, così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E impiego del genio militare - non di privati - per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l'impatto sul traffico.

In questo senso il Codacons ha deciso di diffidare il prefetto di Sassari. A lui, chiamato in causa quale responsabile diretto della sicurezza pubblica, l'Associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sul viadotto a rischio.

"Una necessità che s'impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un'attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l'economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei TIR nel loro Comune).

Il Codacons mette il suo staff legale a disposizione dei cittadini sardi che vogliano segnalare situazioni di ponti e viadotti a rischio".

Per contattare l'Associazione basta scrivere all'indirizzo , o – dal 20/8 – contattare il numero verde 800.582493.

I ponti a rischio nel Lazio

 Ma non ci sono solo i ponti. L'ingegnere Riccardo Morandi curò la realizzazione di altre opere, specialmente a Roma e nel Lazio, e queste vanno monitorate e controllate per accertarne la sicurezza.

Dopo aver richiesto lo stop del traffico pesante sui ponti a rischio l'Associazione dei consumatori concentra l'attenzione sull’Auditorium dell’Accademia Musicale di Santa Cecilia, Via Flaminia, Roma e la Centrale termoelettrica a Civitavecchia: due opere a firma Morandi  (della prima curò il progetto con C. Carrara e P. Baruffi, della seconda si occupò insieme all'Ufficio Tecnico dell'Impresa Mantelli di Genova) su cui ora conviene svolgere un'attenta opera di vigilanza, visto anche che un eventuale incidente in una delle due strutture avrebbe esiti tragici.

Per il Codacons questa attività di controllo è ineludibile, visto anche il numero elevatissimo di manufatti a firma Morandi nella Capitale o nell'hinterland: dal cementificio di Colleferro alla centrale termoelettrica a SanPaolo, dalla chiesa di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca al mercato coperto Metronio.
Tutte infrastrutture centrali e densamente frequentate, di cui occorre ora accertare sicurezza e rischi anche solo potenziali a maggior tutela della sicurezza pubblica.


 


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