Cronaca

Strage di Ravanusa: cosa ha provocato la rottura del tubo?

Si scava ancora tra le macerie alla ricerca di dispersi. Inchiesta all'inizio: le prime ipotesi

Una palazzina di 4 piani è interamente crollata, altre tre sono parzialmente crollate e altre sono state lesionate. "E' improvvisamente andata via la luce, poi sono venuti giù il tetto e il pavimento". E' il drammatico racconto di Rosa Carmina, una delle due superstiti del crollo di Ravanusa. "Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. A innescare l'esplosione potrebbe essere stata anche l'attivazione dell'ascensore", ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino. "Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi - ha aggiunto - certo è che una esplosione così è un evento eccezionale". Si scava ancora, ma gli inquirenti sono già al lavoro.

E' salito a sette il bilancio provvisorio delle vittime del crollo di Ravanusa, nell'Agrigentino. I morti accertati sono Pietro CarminaEnza ZagarrioCalogera Gioachina MinacoriSelene Pagliarello, incinta di nove mesi, Giuseppe Carmina, Angelo Carmina e Enza Zagarrio. Due donne sono sopravvissute: Rosa Carmina e Giuseppina Montana. Due i dispersi che mancano all'appello.

Ravanusa: inchiesta sul disastro

L'ingente perdita di gas nella rete di metano ha causato un'esplosione che ha danneggiato almeno sette palazzine. Tra le cause della rottura del tubo potrebbe esserci il maltempo o uno smottamento del terreno. Un intero quartiere è stato devastato dallo scoppio. I vigili del fuoco non escludono alcuna ipotesi. L'inchiesta (il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha aperto il fascicolo per disastro e omicidio colposi) è solo all'inizio e sarà molto complessa. Ci sono diecimila metri quadrati da controllare, decenni di documentazione da acquisire, amministratori ed ex da sentire, i lavori di manutenzione negli anni a quelle condutture. Probabilmente sotto quelle palazzine di Ravanusa per un giorno intero o più si è accumulato gas metano nel sottosuolo: il gas deve raggiungere un livello di concentrazione tra il 5 e il 15 per cento all’interno di un ambiente chiuso, dopodiché anche una microscintilla può scatenare esplosioni devastanti. E' bastato forse il pulsante di ascensore, o la luce accesa in una stanza, o una sigaretta, per innescare. Ma sbilanciarsi è impossibile. Così ipotizzavano i tecnici che nel pomeriggio si muovevano fra le macerie. Nessuno ufficialmente si sbilancia. "È troppo presto, siamo ancora nella fase di primo intervento", dice ai quotidiani una fonte vicina alle indagini. "C'è stato un grosso accumulo di gas - dice un responsabile della Protezione Civile - anche se l'Italgas sostiene che solo pochi giorni fa sono stati fatti controlli e non è stata accertata alcuna perdita". L'impianto della zona ha almeno dieci anni e l'area è soggetta a frane e smottamenti.

Il comandante dei carabinieri di Agrigento, Vittorio Stingo, ha detto che "fino a quando non verranno trovati i dispersi, non è possibile sequestrare l'area e cominciare a indagare". Un'ipotesi arriva dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina: "Può esserci stata la rottura di una conduttura del gas che ha creato una sacca al di sotto di una delle palazzine. A provocarla potrebbe essere stato un cedimento del terreno, ci sono spaccature sulla strada che lo lascerebbero pensare". Ipotesi al momento, nulla più. Nei giorni prima dell’esplosione qualcuno aveva avvertito odore di gas, ma ufficialmente nessuno ha ricevuto segnalazioni. Il consigliere comunale di Ravanusa Giuseppe Sortino dice: "Purtroppo non è la prima volta che si registrano fughe di gas, tamponate nel tempo con interventi di manutenzione da parte dei tecnici, ma se pensiamo che la rete del metano è stata realizzata quasi quarant'anni fa, considerato che Ravanusa è stato uno dei primi paesi ad avere il metano, credo che non ci sia stata una manutenzione adeguata". 

Si analizzeranno tutte le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. L'obiettivo sarà capire come abbia camminato il fuoco, da dove sia partito, quale sia stato il vero punto d’origine dell’esplosione. Ora la priorità è trovare chi è sotto le macerie. Italgas, che gestisce la rete del metano dei paesi della zona, ha escluso che ci fossero delle perdite e che abbiano ricevuto segnalazioni, precisando che tutta la rete cittadina è stata ispezionata nel 2020 e 2021. Sotto il suolo italiano c'è una rete di distribuzione del gas lunga 265.920 chilometri: solo nel 2020 è cresciuta di 1.885 chilometri. La rete è gestita da 194 società, grandi e piccole.

Il boato squarcia il buio: le immagini dell’esplosione di Ravanusa


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