Cronaca

Inchiesta Mose: sì all'arresto di Galan

La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha dato l'ok all'arresto dell'ex governatore veneto coinvolto nell'inchiesta sul Mose a Venezia: l'ultima parola spetta ora all'aula di Montecitorio

Giancarlo Galan (Infophoto)

ROMA - Sedici voti a favore, solo tre contrari, due astenuti. Ha votato compatta la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati a favore della richiesta di arresto emessa dal tribunale di Venezia nei confronti del deputato di Forza Italia ed ex governatore del Veneto Giancarlo Galan.

I commissari a maggioranza hanno quindi confermato il parere del relatore Mariano Rabino (Scelta civica) che non aveva rilevato "fumus persecutionis" nell’operato della magistratura nei confronti di Galan, nell’ambito dell’inchiesta degli appalti truccati del Mose. Galan è accusato di aver intascato una tangente di dieci milioni di euro.

L’ultima parola, ora, spetta all’aula di Montecitorio, che si pronuncerà martedì 15 luglio.

A esprimersi contro l'arresto sono stati Gianfranco Chiarelli di Forza Italia, Antonio Leone del Nuovo centrodestra e Marco Di Lello del Partito socialista italiano. Non ha invece votato, come da prassi, il presidente della giunta, Ignazio La Russa.

La decisione della giunta non ha sorpreso. Fin dalla vigilia, infatti, era chiaro che la maggioranza sarebbe stata contraria a Galan: il relatore che ha portato il caso all'attenzione del gruppo, Mariano Rabino, deputato di Scelta Civica, aveva spiegato che l'orientamento era per l'insussistenza di ogni ipotesi di fumus persecutionis nei confronti dell'ex governatore veneto. E così è stato.


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