Cronaca

Tra neve e terremoto, l'urlo delle Marche dimenticate: "Siamo abbandonati"

Mesi per smaltire le macerie, comuni senza elettricità e sotto la neve, strade di ghiaccio, capannoni e tensostrutture sfondate, sfollati nelle roulotte, rischio valanghe e sindaci che denunciano l'Enel

La Presidente della Camera Laura Boldrini: "Tutto quello che sarà necessario si farà" e "casette pronte per primavera". Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Non sarete lasciati soli". Il Vicepresidente delle Marche Anna Casini: "La risposta alla calamità deve partire anche dall’aiuto ai settori principali di questo territorio. Chiederemo al ministro Martina una maggiore flessibilità". Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: “Si avvicina l’inverno per cui rimetteremo in moto quella macchina che, con le casette prefabbricate, darà la possibilità di rimanere sul posto”. L’ex Premier Matteo Renzi: “Costruire presto e bene” e “Tutto sarà ricostruito in tempi certi”. Quelle che fino a qualche mese fa suonavano come parole di speranza a cui aggrapparsi come un bambino stringe la gonna della madre che si allontana, suonano oggi come una beffa a guardare le Marche, depresse e arrabbiate. Annichilite da un bollettino meteo emanato 10 giorni fa, che aveva previsto l’arrivo della neve, anche se mai ci si sarebbe aspettati un'emergenza di tali proporzioni. Gelo che brucia sulla carne viva della ferita del terremoto, quel mostro sotterraneo che sembra non voler abbandonare più gli Appennini

Arquata del Tronto è da mesi che aspetta di smaltire le sue macerie, Caldarola è senza elettricità da giorni, la Salaria è una trappola di ghiaccio, a Pievetorina la neve ha fatto crollare la tensostruttura della Croce Rossa dove c’era la mensa, a Pievebovigliana non c’è corrente elettrica, muoiono capi di bestiame ed è crollata una struttura agricola, Bolognola è a rischio valanghe ed è stato predisposto il trasferimento in hotel sulla costa delle 40 persone, a Belforte del Chienti il sindaco ha denunciato l’Enel. Dove sono le casette ad uso abitativo promesse la scorsa estate? Dove sono i soldi stanziati dal Governo e delle donazioni? Dove sono le stalle mobili? “Siamo abbandonati” hanno detto i sindaci, non più arrabbiati ma depressi, di quelle Marche terremotate.

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ARQUATA DEL TRONTO. Quattro famiglie di allevatori, in tutto 16 persone, sono state recuperate a Colle d'Arquata per un rischio valanga. Questo poche ore fa, a 6 mesi dal sisma che uccise 51 persone, solo pochi giorni fa la ditta HTR ha cominciato a smaltire le macerie di Arquata del Tronto, trasportandole a Roma, con conseguente lievitazione dei costi. Il motivo? Non è ancora operativa l’area di smaltimento individuata dal bando di gara della Regione Marche “presso la proprietà UNIMER Spa sita in via Salaria al Km. 145.f, che risulta facilmente raggiungibile dalla Salaria attraverso un agevole accesso carrabile anche ai mezzi pesanti” come si legge dal bando pubblico pubblicato sul sito della Regione Marche. Ma ne è passato di tempo. ”Avevamo scelto delle aree per l’urbanizzazione per le casette che poi non sono più andate bene - ha spiegato il sindaco Aleandro Petrucci - Ne abbiamo cercate altre poi ci hanno detto che andava bene la prima scelta fatta, c’è stata la gara, però prima bisognava creare questo impianto di triturazione con le vasche di drenaggio dei liquami. Il problema è la burocraziaPrima il bando, poi la gara, poi ci sono pure i ricorsi al Tar del Lazio”. Già, perché una ditta ha pure fatto ricorso dopo aver perso il bando e gli arquatani sono in attesa della sentenza. Intanto 3.000 quintali di macerie sono state portate a Roma. “E’ una vergogna - ha tuonato il consigliere comunale di minoranza Domenico Pala - Pescara è dentro il fosso Cavone, nelle strade che collegano le frazioni ci sono detriti di ogni genere e portano via le macerie da Arquata a Roma per fare vedere che hanno iniziato i lavori, quando la verità è che ancora devono costruire l’area per lo smaltimento rifiuti”. Una cosa è certa, ammette Petrucci: “Siamo in ritardo e la prima colpa me la voglio prendere io perché se la do agli altri mi arrivano le telefonate di rimprovero - ha detto con amaro sarcasmo il sindaco Petrucci - Abbandonati? Trascurati sicuramente”.

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CALDAROLA: Su circa 1.800 abitanti ci sono 300 persone sul litorale, un migliaio in autonoma sistemazione e 400 persone nelle proprie case agibili. Queste ultime, da due giorni, non hanno più luce e riscaldamento. “E’ una vergogna quello che sta succedendo - ha detto il sindaco Luca Giuseppetti -  Siamo nel 2017 con una neve annunciata da 10 giorni e domani sarà il 3° giorno senza elettricità. Mi chiamano tutti i miei concittadini ma io non so più cosa devo fare. Quando arrivano gli aiuti? Quando la neve non c’è più? Qui ci sono i vigili del fuoco a dare una mano, ma dopo un po’ ci dicono che devono andare via. Aiutateci, qui serve la corrente perché le famiglie stanno al gelo”. Come nell’ascolano, anche nel maceratese le casette non sono arrivate. “I moduli abitativi dovevano già essere arrivati. Il verbo abbandonare è il più usato dalle mie parti”.

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PIEVEBOVIGLIANA. Qui il terremoto e la neve hanno fatto crollare la struttura mensa della Croce Rossa e ora gli sfollati mangiano nel palazzetto dello sport, la SS77 non è praticabile per la neve e il ghiaccio, la corrente elettrica va e viene e c’è una coppia di anziani a San Giusto bloccata in casa dalla neve e, stamattina, è crollato il tetto del capanno di un allevatore, distruggendo 900 quintali di cereali. “Tutto in malora qui - ha detto il sindaco Sandro Luciano - Siamo abbandonati mentre qui ci vorrebbe una gru che sollevi la struttura con i gli animali che partoriscono e poi muoiono tutti. Non voglio puntare il dito contro nessuno ma qui manca una regia. Nessuno si assume la responsabilità di fare. E' un casino. Ho chiesto aiuto all’esercito che è in difficoltà lungo la superstrada.“

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BELFORTE DEL CHIENTI. Sono abituati alla neve che però ha sfondato la tensostruttura della Protezione Civile dove si svolgevano attività sociali, mensa e scuola media secondaria. Il tutto dopo 40 ore di blackout. “Stamattina sono andato dai Carabinieri e ho denunciato l’ENEL  per interruzione di servizio pubblico perché non mi hanno mai dato neppure una risposta - ha detto il sindaco Roberto Paoloni - Abbandonato? Noi non ci piangiamo addosso ma vogliamo risposte e vogliamo rimettere in piedi il paese per ripartire con la ricostruzione. C’è stato il terremoto e al netto della tenda lo abbiamo affrontato da soli, è arrivata la neve e la stiamo affrontando da soli. D’accordo, però se ci sono aiuti allora li pretendiamo anche noi perché il Governo aveva stanziato dei soldi per il cratere e noi stiamo in quel cratere”.

PIEVETORINA. Neve, gelo e allevatori bloccati da stamattina dopo il crollo di 5 stalle. Ci sono ancora 650 persone che vivono nelle tensostrutture e nei camper. In un camper, frutto della donazione privata, è costretto a viverci anche il sindaco Alessandro Gentilucci: “Confidiamo che arrivino aiuti importanti da questa emergenza attesa. Saremmo dovuti essere più pronti perché era evidente che non avremmo mai potuto affrontare una neve così con i mezzi che abbiamo”.

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FORCE. Una condizione di vita ai limiti della sostenibilità quella del comune ascolano, con malati a rischio dentro le case, murate da metri e metri di neve, senza la possibilità di andare via con le auto “sepolte” sotto le montagne bianche. “Qui la situazione fuori controllo - dice il primo cittadino Augusto Curti - Ormai sono caduti 150 centimetri di neve. Noi eravamo già nel cratere sismico e abbiamo riportato gravi danni nelle scosse di agosto e ottobre. Ora abbiamo bisogno d’aiuto”.

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SARNANO: Quasi mille sfollati a Sarnano, tutti presenti nelle strutture ricettive e seconde case. Tantissima neve da sgombrare, zone isolate e strade praticabili con difficoltà.”In paese abbiamo un metro di neve mentre nelle frazioni come Piobbico arriva anche a 1,7 - ha detto il sindaco Franco Ceregioli - Noi attendiamo che ci arrivi aiuto da parte dell’esercito che dovrebbe arrivare stanotte per l’emergenza neve. Sul fronte del terremoto, il problema è che le procedure sono troppo burocratizzate: i miei tecnici si lamentano per la difficoltà che hanno nel portare avanti i lavori con tempi troppo lunghi per pratiche e autorizzazioni”. E le casette arrivano? Abbiamo già individuato le aree da mettere a gara ma la primavera è impensabile, spero per il prossimo inverno”.

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