Cronaca

In Italia le stamperie dei documenti falsi dei terroristi: hanno rifornito anche Anis Amri

Sono state individuate a Napoli. Ne avrebbe usufruito anche il responsabile della strage al mercatino di Natale del 2016 a Berlino, poi ucciso a Milano

Anis Amri

Individuate in Italia le centrali per la produzione di documenti falsi utilizzate dai terroristi islamici della rete di Anis Amri, il responsabile dell’attentato del 2016 a Berlino poi ucciso dalla polizia a Milano. Le stamperie del falsi sono state scovate a Napoli e formalmente erano due normali tipografie. Indagini anche su un money transfert utilizzato per operazioni finanziarie sospette. La polizia ha anche eseguito quattro arresti e 70 perquisizioni in tutta Italia.

L'indagine che ha portato agli arresti di oggi, 23 giugno, è nata dagli sviluppi investigativi dell'attentato di Berlino ai mercatini di Natale del dicembre 2016. Gli inquirenti sono partiti dall'analisi dei contatti di Amri. Da qui l'individuazione di quello che viene definito "un sodalizio criminoso che, negli ultimi anni, ha supportato la produzione e il recapito di documenti italiani falsi a stranieri clandestini, di cui lo stesso Amri era stato beneficiario". 

Le quattro misure cautelari sono state emesse dal gip di Napoli. E' stato disposto il carcere per tre persone: un senegalese, un guineano e un ghanese. Arresti domiciliari invece per un quarto straniero. Per l'accusa fanno parte "di una filiera dedita al falso documentale operante nelle province di Napoli e Caserta". Concorso in contraffazione, riciclaggio di documenti di identità italiani, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e ricettazione sono i reati contestati. Alle indagini hanno partecipato anche gli agenti della Digos di Roma e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, coadiuvati dalle Digos delle questure di Napoli e Caserta.

Uno dei quattro destinatari della misura cautelare è stato rintracciato nella notte a Rotterdam e arrestato in virtù del mandato di arresto europeo richiesto dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Nel mirino degli investigatori anche altre 70 persone, in gran parte di nazionalità tunisina e centro africana, residenti in tutto il territorio nazionale, sottoposte a perquisizione, dalle Digos territorialmente competenti, essendo emerse a vario titolo nelle "attività riconducibili all'organizzazione criminale".
 


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