Economia

Mib chiude in rialzo, salgono i petroliferi

Piazza Affari chiude in rialzo e sono i petroliferi a guadagnare le prime posizioni sul Mib

(Alliance News) - Chiude in netto rialzo il principale indice di Piazza Affari la terza seduta della settimana di scambi, coi petroliferi in grande spolvero complice l'aumento dei prezzi del greggio. A limitare la ripresa del Mib, però, sono stati i bancari, quasi tutti in rosso e sul fondo del paniere meneghino delle blue-chip.

Il FTSE Mib chiude in rialzo dello 0,7% a 21.557,91 dopo aver concluso la seduta precedente in rialzo dello 0,3%.

Tra gli altri indici, il Mid-Cap cede lo 0,8% a 40.581,60 avendo concluso la seduta precedente in perdita dello 0,2%. Lo Small-Cap perde lo 0,6% a 21.766,30 dopo aver perso lo 0,7% nella seduta precedente. L'AIM invece guadagna lo 0,5% a 9.627,90 avendo terminato martedì in rialzo dello 0,4%.

Come anticipato, sono i petroliferi a guadagnare le prime posizioni sul Mib, grazie all'aumento dei prezzi del greggio legato a diversi fattori. Oltre alle notizie relative alla produzione dell'OPEC, a scuotere i mercati oggi sono stati gli Stati Uniti, che hanno avvertito i loro alleati che devono mettere fine a tutte le importazioni di petrolio iraniano entro il 4 novembre per evitare sanzionamenti, come dichiarato da un funzionario del Dipartimento di Stato ai giornalisti.

Col brent in salita, dunque, SaipemTenaris ed Eni - in quest'ordine - fanno segnare i maggiori aumenti sul principale paniere, rispettivamente del 5,3%, del 5,1% e del 2,8%.

Bene anche CNH Industrial, su del 2,8% a fine giornata, e Terna, in aumento del 2,6%.

Prosegue la risalita anche Prysmian, che a inizio settimana ha perso il 10% e che oggi, dopo il lieve rialzo di martedì, guadagna invece l'1,9%.

FCA chiude in aumento dell'1,1% nel giorno in cui ha comunicato di aver sottoscritto un nuovo finanziamento con la Banca Europea per gli Investimenti, dalla durata quadriennale e dal valore di EUR420 milioni, destinato ai progetti di ricerca e sviluppo che saranno realizzati durante il periodo 2018-2020.

L'investimento di FCA nella R&S nel triennio 2018-2020, ha diversi obiettivi chiave, tra cui soluzioni tecnologiche per veicoli ibridi o elettrici e lo sviluppo della guida autonoma dalla Banca Europea per gli Investimenti.

Sul fondo del Mib, invece, tutte le banche, nel giorno in cui Assogestioni ha reso noto che la raccolta di maggio è pesantemente negativa e che i deflussi riguardano i principali gruppi italiani.

Nel dettaglio, a maggio l'industria riporta deflussi per EUR6,9 miliardi. Da inizio anno, le sottoscrizioni nette ammontano a EUR10 miliardi. Il patrimonio gestito ammonta a EUR2.065 miliardi. Generali ha registrato deflussi per EUR1,38 miliardi e un patrimonio gestito per EUR473,7 milioni. Intesa ha visto una raccolta negativa per EUR206,2 milioni e un patrimonio gestito di EUR396,7 milioni.

Poste, invece, segna una raccolta positiva per EUR99,6 milioni e un patrimonio gestito di EUR79,8 milioni. Bene anche Ubi, con una raccolta di EUR372,0 milioni, e Mediolanum, con EUR129,3 milioni.

A fine sessione di scambi mercoledì, Banca Generali risulta essere il peggior performer, con un calo del 3,2%, seguito da Ubi, in ribasso del 2,2%, da UniCredit, in rosso dell'1,8% come Bpm.

Mediaset ha chiuso la seduta di metà settimana guadagnando l'1,3%. Questa mattina, il cda del Biscione - dopo aver valutato i pareri valutati i pareri legali rilasciati dai propri consulenti - ha ritenuto che Vivendi abbia acquistato la partecipazione in Mediaset in violazione delle obbligazioni assunte da Vivendi a favore di Mediaset con il contratto stipulato l'8 aprile 2016 avente ad oggetto la cessione di Mediaset Premium Spa e delle disposizioni di cui all'art. 43 Tusmar.

Secondo Mediaset, quindi, Vivendi non può quindi esercitare i diritti inerenti a tali azioni in quanto le medesime sono state acquistate in violazione, tra l'altro, degli impegni di stand still assunti da Vivendi nei confronti di Mediaset col Contratto. L'esercizio di tali diritti costituirebbe infatti una reiterazione dell'inadempimento.

Fuori dal Mib, tra le quotate a media capitalizzazione, tonfo pesante di Gima TT che, dopo il downgrade da parte di Kepler Cheuvreux che ha tagliato il rating da 'Buy' a 'Hold' e il target price a EUR16,70 da EUR19,70, ha ceduto il 7,9%.

Banca Carige, chiude giù dell'1,3% nel giorno delle dimissioni del presidente del cda Giuseppe Tesauro, che spiega senza mezzi termini di essersene andato per i troppi poteri esercitati dal Ceo Paolo Fiorentino. E aggiunge una motivazione anche molto polemica nei confronti della Bce, accusata di voler "imporre modi e tempi per cessioni e acquisizioni", non senza aver lamentato anche il fatto che Francoforte "parlasse solo, praticamente, con Fiorentino, a parte alcune comunicazioni formali". In giornata, inoltre, ha lasciato il board anche il consigliere Stefano Lunardi, sempre per divergenze con il cda per quanto concerne la gestione aziendale e la visione di governance.

Sullo Small-Cap, bene Class Editori, che chiude su del 3,6% dopo che il cda ha approvato all'unanimità il nuovo piano industriale 2018–2021, conseguente al conferimento del 67,48% di Gambero Rosso e al mutamento del modello di business. Il conferimento di Gambero Rosso ha determinato per il gruppo Class un fatturato proforma al 31 dicembre 2017 che sale da EUR66,16 milioni a EUR82,65 milioni, un Ebitda proforma a fine dicembre 2017 che passa dai negativi EUR7,97 milioni al rosso di EUR4,36 milioni.

Tra le piccole e medie imprese, invece, è Energica a rubare la scena sull'AIM, con un rialzo di oltre il 18%. Oggi, la società reso noto di aver chiuso il primo semestre con dati record nella sua storia. Al termine dei primi sei mesi, l'azienda ha infatti registrato un fatturato cinque volte superiore rispetto a quello del primo semestre del 2017, che ad oggi è già ben oltre il doppio rispetto all'intero esercizio precedente pari a EUR507.000.

Bene anche Grifal sull'AIM, su di oltre il 10% in chiusura dopo aver trascorso buona parte della giornata in sospensione per eccesso di volatilità.

Sul fronte delle notizie economiche, l'Istat ha stimato che l'indice del clima di fiducia dei consumatori aumenti a giugno, passando dal dato precedente di 113,9 a 116,2. Anche l'indice composito del clima di fiducia delle imprese si stima in aumento da 104,6 a 105,4.

In un report differente, l'Istat ha comunicato che a maggio si è verificata una riduzione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con i Paesi extra UE, più marcata per le esportazioni, che hanno segnato un rallentamento del 3%, rispetto alle importazioni, quest'ultime in contrazione dello 0,8%.

Ancora, per quanto riguarda i prezzi, su base annua, l'indice dei prezzi alla produzione segna un aumento del 2,4% a maggio dopo essere aumentato dell'1,4% ad aprile, con quest'ultimo dato rivisto dall'iniziale 0,4%. Su base congiunturale, invece, i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,7% nel quinto mese del 2018 dopo essere diminuiti dello 0,3% ad aprile. Il dato iniziale di aprile prevedeva una diminuzione più marcata dello 0,4%.

Passando all'Eurozona, i dati della Banca Centrale Europea rilasciati mercoledì mattina hanno mostrato che l'aggregato monetario più ampio, l'M3, ha accelerato il ritmo di crescita nel mese di maggio. L'M3 è cresciuto del 4% nel quinto mese del 2018, accelerando l'aumento rispetto al dato rivisto al 3,8% nel mese precedente e risultando superiore alle stime che avevano previsto l'aggregato rimanere invariato.

In Europa, il FTSE 100 di Londra sale dell'1,1%, il CAC 40 di Parigi guadagna lo 0,9% come il DAX 30 di Francoforte.

In particolare, a Londra, Just Eat chiude la terza seduta di scambi della settimana in calo di circa l'8%, risultando di gran lunga il peggior performer dell'indice delle blue-chip quotate.

A New York, al momento, il Dow sale dello 0,5% a 24.395,78, il Nasdaq è poco sotto la parità a 7.559,02 e l'S&P 500 guadagna lo 0,5% a 2.736,33.

Nel mercato delle valute, a fine seduta, la moneta unica vale USD1,1593 rispetto a USD1,1657 di martedì sera mentre la sterlina ha un valore di USD1,3147 rispetto a USD1,3235 della chiusura precedente.

Nel commercio delle materie prime, a fine giornata di scambi il Brent viaggia a USD77,83 al barile contro USD75,06 della chiusura di martedì mentre l'oro vale USD1.253,65 l'oncia contro USD1.259,31 di martedì.

Il calendario economico di giovedì si presenta denso di eventi. Si parte alle 0800 CET con le vendite al dettaglio di maggio della Germania e con l'indice GFK della fiducia dei consumatori tedeschi. Alle 0900 CET, poi, arriverà l'inflazione spagnola. Alle 1000 CET, sarà la volta del deficit pubblico italiano e del report mensile della BCE, seguiti alle 1100 CET dall'inflazione italiana e dalla fiducia dei consumatori dell'Eurozona. Alle 1400 CET, poi, arriverà l'inflazione tedesca, mentre in giornata dovrebbe tenersi il summit dei leader UE.

Nel pomeriggio, dagli USA, sono previsti il PIL trimestrale, le richieste di sussidi di disoccupazione e gli utili societari e personali alle 1430 CET, seguiti dalle scorte di gas naturale alle 1630 CET. Alle 1700 CET sarà la volta dell'indice manifatturiero della Fed di Kansas City.

Tra le società italiane, invece, I Grandi Viaggi rilascerà i conti del primo trimestre.


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