Economia

Cos’è successo con la Silicon Valley Bank e perché è importante saperlo

Lunedì in rosso per i mercati finanziari dopo il fallimento di una banca californiana. Ecco perché tutti temono una nuova crisi come con la Lehman Brothers

Cartello su una porta della Silicon Valley Bank, foto LaPresse

Lunedì in rosso per le borse europee e statunitensi in seguito al fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) nel week end. Questa mattina la britannica HSBC Holding ne ha comprato la filiale inglese per una sterlina simbolica, salvandone i risparmi dei correntisti. I timori per uno spargimento della crisi finanziaria come nel 2008 si sono fatti di ora in ora più concreti e hanno potato il governo americano a chiudere un’altra banca (la Signature Bank) per evitare un effetto spargimento.

Questa mattina il Consiglio Europeo ha iniziato a valutare la situazione statunitense e, in merito a un possibile effetto contagio, i tecnici hanno spiegato che "questa volta l’Ue è più protetta rispetto al 2008-2009", ma che comunque la questione va verificata, dal momento che la crisi dei mutui subprime di 15 anni fa portò poi alla crisi del debito europeo del 2011-2012. Per queste ragioni l’Ue sta attualmente lavorando per capire come gli eventi d'oltreoceano possano colpire più da vicino anche il nostro paese e per valutare se c'è un reale rischio di crisi finanziaria mondiale. 

Cos’era la Silicon Valley Bank

Fondata nel 1983, la SVB era diventata negli ultimi anni uno dei centri più importanti per le aziende di tecnologia e per le startup di tutta la Silicon Valley. Nel 2021 ha gestito circa la metà di tutti i fondi che servivano per finanziare le piccole aziende emergenti tanto da essere cresciuta molto rapidamente. Con un capitale di oltre 200 miliardi di dollari, era soltanto due anni fa il 16esimo istituto di credito statunitense. Tra il 2017 e il 2021 ha visto quadruplicarsi i suoi depositi, da 44 miliardi a 189 miliardi. All’11 marzo scorso i depositi della banca erano fissati a 250 miliardi di dollari.

La "corsa agli sportelli"

SVB ha chiuso i battenti venerdì sera e questo ha richiesto un intervento del governo americano per evitare un effetto domino. I traumi del fallimento di Lehman Brothers 15 anni fa hanno allarmato tutti gli analisti del settore finanziario per le decisioni prese dall’amministrazione federale.

La banca californiana utilizzava il denaro dei suoi clienti per effettuare gli investimenti in obbligazioni (o bond). Gli investitori e i correntisti erano per lo più provenienti da società tecnologiche, per cui in poco tempo, data l’espansione del settore soprattutto durante la pandemia, aveva raccolto somme per 200 miliardi di dollari diventando un punto di riferimento nella zona. L’aumento dei tassi di interesse deciso dalla banca centrale statunitense e l’avvio di un politica monetaria restrittiva per contrastare l'aumento dell’inflazione, ha comportato una contrazione nel valore degli investimenti della stessa SVB. A questi cambiamenti si è unita la crisi del settore Tech, che va avanti da ormai un anno e che comprende anche i big come Google o Meta.

Queste condizioni hanno portato i clienti a dubitare della solidità banca e a togliere i propri depositi. Da qui arriviamo all’otto marzo scorso, quando un ramo della banca, la SVB Financial Group, ha annunciato la vendita di titoli e bond per 21 miliardi di dollari con lo scopo di acquistare altro capitale in grado di sostenere gli investimenti dei correntisti, al costo di una perdita di 2 miliardi. Ciò ha scatenato il panico, portando i clienti a ritirare i loro risparmi in quella che è chiamata comunemente "corsa agli sportelli". A causa di questi presupposti, la banca ha dichiarato il fallimento.

Con un buco di bilancio di 1,8 miliari di dollari, il fallimento di SVB è il più grande dal 2008.

L’intervento del governo

In risposta all'emergenza finanziaria di venerdì, il governo americano, insieme agli altri due più importanti istituti di credito, Federal Reserve e Fdic, ha preso la decisione di fungere da garanzia per le perdite degli investitori. Attraverso la creazione di fondo di salvataggio emergenziale, il dipartimento del Tesoro si occuperà di pagare i debiti dei correntisti lesi dal fallimento della banca. I soldi necessari a ripagare gli investitori sono stati presi dal Fondo di assicurazione della Fdic. Questa scelta è stata dettata dalla volontà del presidente di non voler gravare direttamente sulle tasche dei contribuenti, rendendo la risoluzione della crisi un salvataggio a metà. 

Tuttavia, non a tutti gli analisi è piaciuta questa scelta. Secondo Bestinver infatti, società spagnola presente e operante a Piazza Affari, la creazione del fondo di salvataggio non è stata una scelta ottimale perché hanno diffuso il rischio di fallimento a ulteriori banche, le quali "se falliranno, saranno sostenute dalle altre e i premi per il rischio degli istituti solidi aumenteranno", rendendo più grandi eventuali crisi successive. 

In ogni caso, come dichiarato da Ro Khanna, membro del Congresso del 17° distretto della California, la SVB è la "linfa vitale dell’ecosistema tecnologico", per cui risulterà difficile che il governo la faccia fallire definitivamente. E proprio questa sua prerogativa di essere così specializzata su un settore si è rivelata essere anche il suo tallone d’Achille. Al momento, la banca si trova all'asta e nelle ultime ore anche Elon Musk si è reso disponibile a rilevare l'istituto attraverso Twitter. 

Le ripercussioni

Il week end di fuoco per la finanza statunitense ha portato una apertura delle borse mondiali al ribasso. Questa mattina c’è stata una riunione d’emergenza della Banca Centrale europea per discutere di questo tema. Il rischio contagio finanziario è ancora sul tavolo e per quanto riguarda i nostri mercati nazionali la situazione si è fatta sentire. Con Milano all'apertura peggiore in Europa, lo spread è salito di nuovo toccando quota 190.

Ci sarà una nuova crisi del 2008? In generale, i timori per una nuova crisi finanziaria mondiale hanno portato tutte le banche centrali del vecchio continente a tagliare le previsioni sui rialzi dei tassi e i titoli di stato sono decollati. E sebbene l'impatto reale sia stato meno importante di quanto previsto, resta preoccupazione per la reazione dei risparmiatori. Al momento la situazione è ancora in aggiornamento ma non sembrano esserci segnali che parlino di una crisi imminente. Il caso sarà esaminato domani dal Consiglio dei ministri dell'Economia a Bruxelles. 


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