Economia

Decreto fiscale, come cambiano tasse e catasto con la riforma Draghi: arriva la sovraimposta

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto delega per la riforma fiscale. Strappo della Lega che non partecipa al Cdm

La bozza della delega fiscale approdata in consiglio dei ministri è composta da dieci articoli che mirano ridurre il carico fiscale sulle imprese, semplificare la tassazione, eliminare i 'micro-tributi', ridurre l'evasione. Si va dalla revisione dell'Irpef e dell'Ires al riordino dell'Iva e alla riforma del catasto. Tra i punti più attesi la sforbiciata alle tasse per la classe media con la riduzione di almeno un punto dell'attuale aliquota del 38%.

Dopo l'approvazione della riforma da parte del Parlamento il Governo avrà 18 mesi per attuare la delega fiscale emanando i decreti attuativi. Tuttavia è forte la tensione sulla riforma degli estimi catastali. I ministri della Lega non hanno preso parte alla riunione del Consiglio dei ministri e già nel corso della cabina di regia il ministro Massimo Garavaglia aveva lasciato il tavolo chiedendo tempo per approfondimenti. 

La riforma del Catasto

A irritare la Lega in particolare il contenuto dell'articolo 7 del Dl delega fiscale in cui si specifica come il governo voglia "Modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e revisione del catasto fabbricati" per individuare e classare gli immobili non censiti, quelli abusivi, i terreni edificabili accatastati come agricoli. Ma soprattutto a "integrare" le informazioni attualmente presenti attribuendo a ciascuna unità immobiliare "oltre alla rendita catastale anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, agli attuali valori di mercato". Si prevede inoltre un "meccanismo di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite o in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato".

La riforma del catasto del governo Draghi

Tuttavia si prevede esplicitamente che "le informazioni rilevate" secondo questi principi e che dovranno essere disponibili dal 1 gennaio 2026 "non siano utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali". 

  • Entro il 2026 riforma del catasto;
  • Oltre estimi sarà indicato il valore patrimoniale e rendita attualizzata;
  • I dati non serviranno a calcolo tasse;
  • Aggiornamento immobili non censiti.

La rivoluzione dell'Iva

Il Governo punta anche ad una vera e propria "rivoluzione" del regime fiscale razzionalizzando "la struttura dell'imposta sul valore aggiunto con particolare riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote allo scopo di semplificare la gestione e l'applicazione dell'imposta, contrastare l'erosione e l'evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell'imposta".

  • riduzione delle aliquote iva
  • diverse basi imponibili tra diverse aliquote 

Come cambia l'Irpef

La riforma della tassazione prevede una "graduale" riduzione delle aliquote medie Irpef "per incentivare l'offerta di lavoro e la partecipazione al mercato del lavoro da parte dei giovani e dei secondi percettori di reddito - si legge nella relazione illustrativa - nel rispetto del principio di progressività dell'Irpef".

Previsto inoltre il riordino delle deduzioni e delle detrazioni Irpef con un ritoocco delle tax expenditures.

  • calo aliquote medie Irpef per incentivare il lavoro;
  • riduzione delle variazioni delle aliquote marginali;
  • armonizzazione delle tasse sui risparmi;
  • riordino delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni dall'imposta lorda.

In pratica la riforma si tradurrebbe nella riduzione di almeno un punto, forse due, dell'attuale aliquota del 38% con una sforbiciata alle tasse per la classe media.

Che cos'è la nuova "sovraimposta"

Addio alle addizionali regionali e comunali sull'Irpef che diventano "sovraimposta": lo specifica la Delega al Governo all'articolo 8 che prevede di introdurre norme per la revisione del sistema delle addizionali comunali e regionali all'Irpef prevedendo la sostituzione dell'addizionale regionale all'Irpef con una sovraimposta sull'Irpef la cui aliquota di base può essere "aumentata o diminuita dalle regioni entro limiti prefissati tali da garantire alle Regioni nel loro complesso lo stesso gettito che avrebbero acquisito applicando l'aliquota di base dell'addizionale regionale all'Irpef stabilita dalla legge statale".  

Previsto per le regioni sottoposte a piani di rientro per disavanzi sanitari "un incremento obbligatorio della sovraimposta calcolato in modo da garantire lo stesso gettito attualmetne ricavato dall'applicazione delle aliquote delle addizionali regionali all'Irpef maggiorate nella misura obbligatoria"

  • i comuni potranno sostituire l'addizionale Irpef con una sovraimposta
  • deve garantire agli enti un gettito complessivo corrispondente a quello attualmente ottenuto dall'applicazione dell'aliquota media dell'addizionale all'Irpef;
  • nulla cambierà per i contribuenti: regioni e comuni otterranno comunque lo stesso gettito.

Un cambiamento che però potrebbe avere un effetto sulla progressività dell'imposta aggiuntiva degli enti locali: la addizionale prevede infatti che si applichi una aliquota proporzionale sulla base imponibile e l'unico elemento di progressività è costituito dalla no tax area per i redditi più bassi. Con la sovraimposta dovrebbe essere invece più forte l'effetto progressivo.

Sempre per quel che riguarda gli enti locali, si prevede di rivedere il riparto tra Stato e Comuni del gettito dei tributi sugli immobili destinati a uso produttivo appartenenti al gruppo catastale D "ed eventualmente degli altri tributi incidenti sulle transazioni immobiliari". Lo scopo è "rafforzare gli elementi di responsabilizzazione e trasparenza nella gestione delle finanza locale, in linea con il principio della separazione delle fonti di finanziamento per i diversi livelli di governo". Un 'aggiustamento' che non dovrà comportare oneri per lo Stato, compensando eventuali variazioni modificando di conseguenza trasferimenti, altri tributi e fondo di riequilibrio.

Il Superamento dell'Irap

Il Governo intende attuare un graduale superamento dell'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (Irap) con il limite manifesto di "garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario".

La revisione dell'Ires

Nella bozza della delega fiscale c'è anche la revisione dell'Ires e della tassazione del reddito d'impresa per ridurre gli adempimenti amministrativi a carico delle imprese. I principi e i criteri direttivi che il governo seguirà in fase di stesura dei decreti legislativi sono: "coerenza del complessivo sistema di tassazione del reddito d'impresa con il sistema di imposizione personale sui redditi di tipo duale; semplificazione e razionalizzazione dell'Ires, finalizzato alla riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese, anche attraverso un rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali con particolare attenzione alla disciplina degli ammortamenti". E ancora "revisione della disciplina delle variazioni in aumento e in diminuzione apportate all'utile o alla perdita risultante del conto economico per determinare il reddito imponibile al fine di asdeguarla ai mutamenti intervenuti nel sistema economico, anche allineando tendenzialmente tale disciplina a quella vigente nei principali paesi europei". Infine nella bozza si parla di "tendenziale neutralità tra i diversi sistemi di tassazione delle imprese per limitare distorsioni di natura fiscale nella scelta delle forme organizzative e giuridiche dell'attività imprenditoriale".

Misure a contrasto dell'evasione fiscale

La delega fiscale si propone di "razionalizzare la struttura" dell'Iva, in particolare per quanto riguarda il "numero" delle aliquote, i "livelli delle aliquote" e la "distribuzione delle diverse basi imponibili tra le diverse aliquote al fine di "semplificare la gestione e l'applicazione dell'imposta, contrastare l'erosione e l'evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell'imposta"

L'Agenzia delle Entrate tornerà ad essere unica

In una ottica di semplificazione e contenimento dei costi, quanto alle tasse e alla riscossione delle imposte, il governo intende superare la separazione dell'agenzia delle entrare ora suddivisa in due enti distinti. "La ratio della delega è di revisionare il modello organizzativo e procedimentale del sistema della riscossione, per potenziare l'efficienza della struttura amministrativa e semplificare il sistema nel suo complesso" si legge nella Relazione illustrativa.

La riforma vuole rendere possibile una maggior interoperabilità dei sistemi e del patrimonio informativo eliminando le duplicazioni organizzative, logistiche e funzionali in una ottica di riduzione dei costi.

  • l'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia delle Entrate-Riscossione torneranno ad essere un soggetto unico.

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